Suor Francesca Saverio Savona è un esempio luminoso che potranno imitare coloro che dedicano le loro energie nel tempio della scuola alla formazione intellettuale e morale dei nostri giovani. Così Gaetano Squilla introduce la figura di questa religiosa nella piccola biografia scritta da Mario Martini nel 1951. A distanza di sessantacinque anni ne ripresentiamo la vita per alimentare la memoria dei frutti più belli nati all’interno della nostra Diocesi.
Annina Savona nasce a Sora (Fr) l’8 giugno del 1897, da Ferdinando, notaio della città, e Maria Celli donna di rare virtù morali e religiose. Nel paese natale la fanciulla trascorse la sua infanzia frequentando con profitto i primi corsi di studio. Ingegno vivace e predisposizione allo studio delle lettere la portarono a chiedere ai genitori di poter intraprendere gli studi classici. In quel tempo a Sora non vi erano Scuole superiori femminili pertanto la famiglia decise di mandarla a Roma per assecondare il suo desiderio. Così nell’ottobre del 1907 Annina salutò la sua città natale per entrare nel Collegio delle Missionarie del Sacro Cuore di Roma. Sotto la vigile cura delle buone suore, la giovine fece ottimi progressi nello studio. Nella Pasqua del 1908, nella cappella dell’Istituto, alla presenza dei familiari giunti da Sora, ricevette la prima comunione. Trascorsi serenamente due anni di formazione, nella primavera del 1910 dagli Stati Uniti giunse a Roma la madre fondatrice dell’Istituto, la futura santa Francesca Saverio Cabrini. Una mattina mentre le studentesse attraversavano il corridoio per recarsi allo studio, incontrarono la Madre Cabrini che le volle salutare una per una, al momento del saluto la religiosa sorridendo pronunciò questa frase: tre di voi saranno suore del mio Istituto. Annina sentì un brivido correrle lungo la schiena. Il 2 luglio del 1915 a Roma la nostra giovane con tutta la sua famiglia partecipò alla cerimonia di vestizione della sua sorella maggiore, suor Maria Gemma, che entrò nell’Istituto delle figlie del Sacro Cuore. Annina durante il rito sacro sentì più volte risuonare nella mente la parole profetiche della Cabrini ed entrò in un profondo travaglio spirituale che durò vari mesi durante i quali alla fanciulla spensierata subentrò una figura riflessiva e pensosa. Ma Cristo parlò così forte alla sua anima che non seppe resistere, così nell’autunno dello stesso anno, all’insaputa di tutti, Annina partì alla volta del Noviziato di Genova delle Missionarie del Sacro Cuore. I genitori li informò con una semplice lettera. Per il padre Ferdinando il colpo fu terribile. Si recò a Roma dalla Direttrice per scongiurarla a far tornare sui suoi passi la figlia, ma quest’ultima fu irremovibile. Passarono due anni e nel frattempo Annina sostenne virtuosamente tutte le prove che il noviziato impone e finalmente il 4 novembre del 1919 poté fare la professione religiosa assumendo il nome di colei che dal cielo le sorrideva: la madre Francesca Saverio morta il 22 dicembre del 1918. I Superiori la inviarono fin da subito all’insegnamento della lingua francese nel Collegio-Ginnasio di Roma. Qui le fu anche affidato l’incarico di prefetta delle educande. Lo stesso ufficio mantenne ed esercitò anche quando nel 1926 il Collegio e la scuola furono trasferite nei nuovi locali di via Aldovrandi. Seguirono quattro anni di duro lavoro durante i quali la sua salute iniziò ad indebolirsi. Nel 1930 fu trasferita nella casa di Genova dove l’anno seguente fu nominata Direttrice dell’Istituto. L’affermazione e lo sviluppo di questa casa è strettamente legato al nome di Suor Francesca Saverio Savona. Il suo zelo, il suo ingegno, le sue molteplici capacità organizzative fecero sì che l’Istituto divenisse in breve tempo uno dei più apprezzati dell’intera Liguria. Fu grazie a lei che nel 1933 iniziarono i lavori di costruzione del nuovo edificio scolastico che nel 1935 ottenne il riconoscimento del titolo di Liceo. Le alunne divennero numerosissime ed il lavoro della Madre direttrice sempre più pressante, ma questo peso fu sempre alleggerito dall’amore profondo delle sue alunne. Nel frattempo con lo scoppio della seconda guerra mondiale le suore con le alunne dovettero lasciare l’Istituto che rimase durante colpito dai bombardamenti che danneggiarono la città di Genova. Nell’aprile del 1945 suor Francesca Saverio tornò in città e trovò il suo bel edificio barbaramente distrutto. La religiosa rimase come impietrita dal dolore ma non disperò. Con il sorriso sulle labbra iniziò la dura battaglia della ricostruzione. Era commovente vederla come volava da un ufficio all’altro per chiedere autorizzazioni o aiuti, ed alla fine il miracolo avvenne, l’Istituto risorse più bello di prima e le bambine tornarono ad abitarlo sempre più numerose. Nel 1950 la Madre direttrice con le sue figliuole si recò a Roma per celebrare l’Anno Santo. Il 16 aprile la comitiva salì sul treno a loro riservato per tornare a Genova. La Madre direttrice passava da uno scompartimento ad un altro per portare la gioia del suo sorriso alle sue fanciulle. All’improvviso si siede, guarda fuori dal finestrino, chiude gli occhi e ripercorre con la mente gli anni della fanciullezza vissuti nella sua amata città natale, Sora, e poi gli anni della formazione romana con l’incontro con la Madre Cabrini. Gli occhi si socchiudono sempre più, cullata dal leggero sobbalzo della vettura la nostra religiosa piegò leggermente la testa sulla spalla sinistra e si vibrò verso il Cielo, raggiungendo con la gioia sul volto il suo Sposo Celeste. Suor Francesca Saverio Savona morì alla prematura età di cinquantatre anni di cui trentuno di professione religiosa. Senza dubbio è da considerarsi come una delle figure più eminenti della Congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore ed un mirabile esempio di educatrice dei giovani.
Lucio Meglio
Fonti
Martini Mario, Una figlia della Cabrini. Profilo biografico di Suor Francesca Saverio Savona Missionaria del S. Cuore, Uberti e Pisani, Sora, 1951.