La preghiera del Giovedì Santo a S. Spirito in Sora – 24 Marzo 2016
Nella solennità del Giovedì Santo, all’interno della tradizione sorana dei “sepolcri”, la Chiesa di Santo Spirito assume un ruolo particolare perché in essa si trova la ricostruzione di uno dei momenti più drammatici della Passione di Cristo, quella della Madonna che “ritrova” il corpo straziato del suo Figlio. Nella suggestiva cornice della Chiesa, illuminata da luci tenui e soffuse che puntavano su Maria e su Gesù morto, si è svolta una lunga veglia di preghiera in cui tutte le sofferenze di Cristo sono state ripercorse attraverso i brani del Vangelo.
Davanti all’immagine dell’Addolorata, lo sguardo dei presenti è rimasto fisso ed attonito, ma a rendere ancora più coinvolgente ed intensa la preghiera, ci ha pensato la musica che ha fatto da filo conduttore di tutta la veglia.
Grazie all’organizzazione della confraternita dell’Addolorata e all’impegno del cappellano Don Giovanni De Ciantis, sono intervenuti il coro polifonico “Voci Sparse” diretto dal Maestro Giacomo Cellucci, il soprano Antonella D’Avino, il soprano Anna Laura Tamburro, il trombettista Cesare Palmigiani, il contraltista Andrea Conti, nonché gli organisti Marianna Polsinelli e Piercarlo Gugliotta e lo stesso Maestro Cellucci.
Il loro non è stato un concerto, ma un vero e proprio servizio, che questi artisti hanno voluto rendere a tale serata per far immergere ciascuno nell’atmosfera più intima della vicenda di Gesù e trasmettere il senso più profondo di quanto la Chiesa rivive durante la Settimana Santa.
Agli inviti di Don Giovanni a quanti entravano, di sostare in preghiera e di rimanere in silenzio si è aggiunta poi l’esecuzione dell’opera Stabat Mater di Pergolesi (opera che racconta proprio la scena ricomposta nella Chiesa), scritta per solisti e coro femminile e cantata dal soprano Antonella D’Avino e dal coro “Voci Sparse”. Oltre a questi brani sono stati suonati altri brani corali e strumentali.
Folta la presenza di persone che si sono trattenute per molto tempo all’interno della chiesa, sedute tra i banchi ed anche in piedi, perché quando la fede che ognuno porta dentro di sé, viene sublimata da quello che l’occhio vede e da ciò che l’orecchio ascolta, come è accaduto durante questa sera del giovedì santo, allora ogni sentimento si amplifica e si espande e così come è aumentato il dolore per la morte di Gesù, ancor più grande sarà la gioia per sua Resurrezione nella mattina di Pasqua.
Foto: Piercarlo Gugliotta