LinkedIn: il Curriculum Vitae del team Pastorale Digitale

Se nel 1862, il filosofo Feuerbach affermava che “l’uomo è ciò che mangia”, al giorno d’oggi possiamo adattare questo pensiero sostenendo che l’uomo è ciò che… condivide!

Esiste un social per ogni esigenza: condividere la propria vita, Facebook, condividere la propria immagine, Instagram, condividere pensieri, Twitter, ed interessi, Pinterest… Ma la versione 2.0 dei social è quella che permette di condividere il proprio know how unendo l’utile al dilettevole. LinkedIn, social gratuito (con opzioni a pagamento), nasce nel 2013 in California con lo scopo di far conoscere e condividere le proprie conoscenze e competenze lavorative, creando una rete di contatti professionali per migliorare la propria produttività e guadagnare successo nel mondo del lavoro.

Per iscriversi, basta registrarsi sul sito www.linkedin.com oppure tramite l’app LinkedIn disponibile per Android, iOS e Windows. C’è bisogno soltanto di un indirizzo e-mail, password, foto del profilo e, a differenza di altri social, del Curriculum Vitae. Infatti, la struttura di un profilo LinkedIn è impostata come un CV: contiene una sezione dedicata alle informazioni personali, alla propria formazione, alle proprie competenze, alle esperienze lavorative e di volontariato, alle pubblicazioni ed una sezione di riepilogo in cui riassumere la propria carriera. È possibile inserire, inoltre, dei file di testo e/o multimediali per migliorare l’esperienza di visualizzazione del CV e renderlo più interattivo e coinvolgente. Una volta registrato, il profilo sarà consultabile in tutte le lingue disponibili su LinkedIn (ben 41!) grazie alla traduzione automatica delle informazioni inserite.

Lo scopo, però, non è solo quello di introdurre il proprio CV in una banca dati, anzi LinkedIn lascia all’utente la facoltà di promuovere il proprio profilo nella modalità desiderata. In che modo? Proprio come in qualsiasi altro social network, si è in grado di creare la propria rete importando i contatti da quelli della rubrica dell’indirizzo di posta elettronica utilizzato oppure cercando “manualmente” amici e colleghi. Una rete di amicizie vasta e ben concepita è in grado di fornire più visibilità al profilo. Inoltre i contatti della rete hanno la possibilità di confermare le competenze inserite nel profilo, facendo guadagnare credibilità alla professionalità dell’utente.

Altra funzionalità aggiuntiva è quella di poter visualizzare gli iscritti a LinkedIn che hanno visitato il proprio profilo. Ad esempio, chi cerca lavoro o clienti, può usare la lista delle persone che hanno visitato il suo profilo, per mandare richieste di connessione, domande o offerte di lavoro. Ma quello che per alcuni è un vantaggio per altri può essere una seccatura, per cui è possibile disabilitare questa funzione nella sezione relativa alla privacy. A seconda delle competenze, del percorso di studi e delle attività lavorative, LinkedIn suggerisce anche l’iscrizione a gruppi o il “following” di pagine per essere sempre aggiornati sulle news del mondo del lavoro o del settore di interesse.

Da poche settimane, anche il team di Pastorale Digitale è approdato sul social network professionale per eccellenza. La vastità dell’universo LinkedIn, le numerose funzionalità e le potenzialità che ne derivano permettono al team, che copre i settori del giornalismo, della grafica, dell’informatica (intesa sia come sviluppo digitale che utilizzo del mezzo internet per la diretta streaming di eventi) e della fotografia, di farsi conoscere a livello nazionale come organizzazione che “opera nel web a servizio della propria diocesi” secondo il progetto definito alla nascita della Pastorale Digitale: “ogni diocesi dovrebbe perciò sviluppare un piano pastorale integrato per la comunicazione, preferibilmente con la consulenza sia dei rappresentanti delle organizzazioni cattoliche, internazionali e nazionali, che si occupano di comunicazione, sia dei professionisti dei media locali. Il tema della comunicazione dovrebbe inoltre essere tenuto presente nella formulazione e nella realizzazione di tutti gli altri piani pastorali, compresi quelli relativi al servizio sociale, alla didattica, e alla evangelizzazione”.

Se si vuole trovare un’analogia tra social e mondo del lavoro, Twitter, Facebook e lo stesso sito della Diocesi rappresentano il portfolio (elenco dei lavori svolti da un professionista, eventualmente corredato di immagini esplicative – NdA) mentre LinkedIn è il Curriculum Vitae del team Pastorale Digitale.

Tornando, quindi, alla citazione iniziale, se Feuerbach intendeva dire che per pensare meglio, bisogna mangiare meglio, LinkedIn è l’espressione che per migliorare la propria posizione lavorativa bisogna non solo mettere in rete le proprie conoscenze ma condividerle ed imparare dalle esperienze degli altri, proprio come la Pastorale Digitale fa quotidianamente nel proprio servizio alla diocesi.

Deborah Casinelli

Responsabile diocesana di LinkedIn

 

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