Ricordate il film “Il pranzo di Babette”, premio Oscar 1988? Dimostrava che attorno ad una mensa ben imbandita, con cibi buoni e speciali, in un’atmosfera serena, anche i cuori più induriti e le ruggini più antiche si sciolgono e le persone, anche incrudite dalla vita per mille ragioni, ridiventano più umane, più disposte a sorridere, ad ascoltare gli altri, a dire di sé, a superare rancori e discordie. Non a caso è il film preferito di Papa Francesco, che ci ha abituati, superata la nostra prima reazione di stupore, al suo augurio domenicale dopo l’Angelus “Buon pranzo!”.
Ebbene, proprio questo ha voluto la Caritas diocesana, organizzando a Cassino, all’interno della Casa Circondariale, un pranzo con i detenuti giovedì 17 dicembre. Non una cena di beneficenza per raccogliere fondi, come si è fatto altre volte, ma proprio un pranzo insieme ai detenuti, scegliendo tra di loro (farlo con tutti era impossibile per l’alto numero) quelli che hanno maggiori problemi soprattutto a causa della lontananza dalle famiglie e quindi non godono né dei colloqui con persone care e del sostegno psicologico che ne deriva, né degli aiuti materiali che i familiari normalmente inviano o portano.
Vicino ai poveri tra i più poveri. Questo lo slogan scelto dalla Caritas per il Natale 2015. E dunque, grazie alla sempre grande disponibilità della Direzione del carcere, e grazie alla sempre pronta collaborazione dell’Istituto Alberghiero della città, si è realizzato un bellissimo momento di convivialità. Nel salone, ben allestito come una sala ristorante da docenti e allievi dell’Alberghiero, circa un centinaio di persone, di cui più di sessanta detenuti, hanno trascorso un paio di ore davvero piacevoli e rasserenanti. Impeccabile il servizio, curato dai giovanissimi e volenterosi studenti, ottimi i cibi, cucinati da chef e studenti insieme, bella l’atmosfera gioiosa e amichevole che si è generata.
All’inizio del pranzo, quando gli ospiti erano ormai tutti seduti, il Direttore dott.ssa Irma Civitareale ha dato il benvenuto a tutti, ringraziando quanti si erano adoperati per realizzare la giornata. E’ stata poi la volta del Dirigente scolastico prof.ssa Filomena Rossi, che ha messo a disposizione le competenze altissime della sua Scuola; della direttrice Caritas Cassino M. Rosaria Lauro che, con i suoi volontari si è impegnata per questo progetto e che presentando il prof. Giovanni De Vita, docente universitario amico della Caritas, ha invitato i detenuti a considerare eventuali percorsi di studio anche universitari da fare per impiegare bene il tempo della detenzione e prepararsi ad una nuova vita; e poi il Sindaco di Cassino Giuseppe Golini Petrarcone, ancora una volta presente, che ha sottolineato la bontà dei progetti che aiutano i reclusi a riemergere ad una vita degna e positiva. Infine Don William Di Cicco, in rappresentanza del Vescovo Antonazzo, che dopo un breve saluto ha benedetto la tavola.
Un momento davvero toccante e gradito è stato quando Don William ha annunciato di aver portato, a nome del vescovo, molti dolci per i detenuti, perché in questi e nei prossimi giorni abbiano qualcosa di particolarmente buono da mangiare: il tutto offerto dalla parrocchia abruzzese di Civitella Roveto e Meta, composta da persone generose, che hanno acquistato o preparato in casa dolci di tutti i tipi con cui hanno riempito tutto lo spazio disponibile dell’auto di Don William. Tutti per i detenuti. Come se non bastasse, il loro bravissimo parroco, l’85enne Don Franco Geremia, ha inviato, a nome della comunità, una commovente lettera di accompagnamento, piena di affetto, che è stata letta pubblicamente. In un passo la lettera invitava i detenuti a pensare a Maria sotto la croce, “al suo dolore di madre ma anche alla sua attesa fiduciosa, attesa premiata dalla Resurrezione del Figlio”; li invitava a “credere nell’amore di Dio e nella sua infinita Misericordia perché i momenti bui e difficili diventino occasione di crescita e di rinascita”. Infine: “Lasciate che le nostre umili preghiere vi raggiungano oltre il confine delle sbarre e vi prendano per mano”, auspicando e pregando perché “l’amnistia richiesta dal Santo Padre venga accolta dai nostri governanti e ciascuno di voi possa riabbracciare i propri cari per vivere insieme il Giubileo della Misericordia, riconciliati con Dio e con i fratelli”.
Il pasto è trascorso in serenità e amicizia, con la speranza che lo stare in compagnia abbia fatto sentire calore umano a chi soffriva per la solitudine, che le cose buone abbiano fatto riconciliare con la vita qualcuno che era angustiato, che la bella atmosfera abbia ridato slancio a chi si sentiva finito. Che un raggio di sole sia spuntato davanti a chi vedeva solo tenebre. Con lo stesso effetto del pranzo di Babette. Ha ragione Papa Francesco.
Alla fine del pranzo, un bel dessert ha concluso il menu, tutto ben curato nei dettagli, e non poteva mancare un allegro brindisi finale, con tutti i bicchieri rossi che si alzavano, colmi di spumante ma soprattutto di auguri, di desideri e di speranze.
Adriana Letta