Apertura straordinaria dell’archicenobio benedettino Sant’Andrea Apostolo di Arpino, sede delle suore di clausura. Il più antico monastero benedettino femminile di clausura al mondo
In occasione di questo evento speciale, è stata esposta, per la prima volta al pubblico, un’antichissima statua, del 1300 circa e da poco restaurata, raffigurante Sant’Andrea.
Bellissimo sentire la Madre Badessa, Madre Cristina Pirro, raccontare con tanto interesse e tanto amore la storia del nostro Monastero.
Quando nel 1969, da Bari, venne accompagnata dai genitori ad Arpino, le sembrò quasi che la Madonna di Loreto, patrona degli arpinati, le venisse incontro. Arrivò ad Arpino, infatti, proprio nel giorno in cui la Madonna scende in processione dal Monastero alla Chiesa di San Michele Arcangelo, per passarvi circa un mese, a dicembre, in occasione dei festeggiamenti a lei dedicati. «Ricordo» racconta «che mio padre si dovette fermare e far passare la Madonna e il corteo che la accompagnava, per me fu molto emozionante e mi sembrò che la Madonna mi fosse venuta incontro».
La Madre continua a narrare la storia: «Questo monastero benedettino femminile è il più antico del mondo. La tradizione ci dice che San Benedetto andò a Montecassino da Subiaco passando da Arpino. Questa era la sola strada percorribile che partiva da Roma e arrivava a Napoli. Passando da qui, lasciò in questo monastero Santa Scolastica. Possiamo quindi affermare che ha circa 1500 anni di storia.
La Madre Badessa, che era al convento nell’‘800, ritenne opportuno affidare delle antiche pergamene, in cui è scritta la storia del Monastero, all’Abbazia di Montecassino, perché quando lo stato incamerò tutti i beni della Chiesa rischiavano di andare perse. Ancora oggi si pensa a quel periodo come uno dei più difficili del Monastero, si rischiava che le suore fossero allontanate, tant’è vero che si proibì loro anche di vestire il loro abito, e le più giovani vennero rimandate a casa. Nonostante questo, al Monastero continuavano ad arrivare altre ragazze che volevano farsi suore, ma la Madre Badessa non poteva accettarle e le respingeva, loro, però, ritornavano, perché molto motivate. Un giorno si decise di farle entrare in convento dicendo che erano lì per badare alle suore più anziane, intanto il tempo passava e le ragazze presero i voti, divenendo, nel tempo, la salvezza del Convento.
Quando arrivarono i funzionari dello stato a fare un sopralluogo e vedere a cosa si potesse adibire la struttura una volta mandate via le suore, la trovarono nel degrado più assoluto e decisero di metterla all’asta. Le suore decisero allora di darsi da fare per cercare i fondi e provare a rispondere all’asta. Così fecero e raccolsero 4.250 lire, una bella somma per quel tempo (1908). Il parroco fu delegato ad andare a rispondere all’asta, mentre le suore non smisero mai di pregare la Madonna di Loreto. Fu così che si ritrovarono proprietarie del convento (legalmente la proprietà è della comunità delle Suore, ma secondo le leggi canoniche fa parte del patrimonio della Chiesa). Da allora non si sono mai stancate di ristrutturarlo, pezzo per pezzo, anche con l’aiuto di tanti benefattori e dello Stato».
Questa giornata particolare, ad Arpino, è stata la prima di tante altre che si terranno, la prima domenica di ogni mese, e porteranno le persone a visitare i tanti tesori della città, grazie al Comune e alla Pro Loco.
Ecco i link per altri articoli sulla Madonna di Loreto e Arpino:
- https://www.diocesisora.it/pdigitale/la-madonna-loreto-lesercito-vestito-bianco-arpino/
- https://www.diocesisora.it/pdigitale/celebrazione-solenne-onore-della-madonna-loreto-arpino/
- https://www.diocesisora.it/pdigitale/ritorno-della-statua-della-madonna-loreto-al-monastero/
Gianna Reale
Foto: Gianna Reale
I lavori su ceramica raffigurati nelle foto sono dell’artista arpinate Marisa Martino