Antonazzo, Chiesa a pieni polmoni – Articolo di Avvenire del 4 agosto 2021

Avvenire 4 agosto 2021

 

SORA-CASSINO-AQUINO-PONTECORVO

Antonazzo, Chiesa a pieni polmoni

La lettera del vescovo per accompagnare il cammino sinodale della diocesi laziale

 

IGOR TRABONI

 

Il cammino sinodale della diocesi di Sora-Cassino- Aquino-Pontecorvo inizia dalla frontiera della famiglia. E proprio “Famiglia, frontiera dell’essere Chiesa” si intitola la Lettera pastorale che il vescovo Gerardo Antonazzo ha scritto e che farà da guida ai lavori sinodali della diocesi laziale, inseriti in quelli della Chiesa italiana e universale. Una “frontiera” che mai come adesso, in questo tempo di emergenza, la famiglia sta conoscendo ma che può e deve superare grazie anche ad una spiritualità intensa, capace di non far esaurire la celebrazione della Messa. «È ormai maturo il tempo – scrive il presule – di riprendere a sentire la gioia e la pienezza di respirare con due polmoni: la Chiesa particolare, cioè la diocesi, e la Chiesa domestica. Bisogna riconoscere che la presenza più diffusa e più capillare della Chiesa diocesana sul territorio è concretizzata dalle singole comunità domestiche. La Chiesa particolare si edifica come famiglia di famiglie. Le parrocchie svolgono il compito organizzativo e formativo nel promuovere la grazia e la bellezza della fede battesimale attraverso l’annuncio, la preghiera e la carità. La parrocchia si configura come realtà intermedia

tra la Chiesa diocesana e le comunità familiari».

Ma la famiglia, suggerisce ancora Antonazzo, è chiamata anche ad una «creatività educativa», nell’ambito di quella priorità da «patto educativo globale» sottolineata più volte da papa Francesco. La famiglia «è il centro di gravità permanente», chiosa il vescovo della diocesi che dal Lazio meridionale si spinge fino a comunità di Abruzzo e Campania, con un rimando alla canzone di Franco Battiato che fa il paio con un’altra di Roberto Vecchioni, scelta addirittura come introduzione alla Lettera e che parla proprio della necessità di scrivere missive d’amore: «Quello che conta è scrivere. E non aver paura, non aver mai paura di essere ridicoli: solo chi non ha scritto mai lettere d’amore fa veramente ridere». Versi che valgono anche, lascia intuire Antonazzo, per un vescovo “sposo” della sua Chiesa.

 

 

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