Seconda parte – L’affetto e l’augurio del Vescovo ai detenuti
Lunedì 14 dicembre, nella Casa Circondariale di Cassino, il Vescovo mons. Gerardo Antonazzo, dopo l’apertura della Porta Santa e la Celebrazione Eucaristica con i detenuti, ha visitato le sezioni più delicate del carcere, i cui ospiti non avevano potuto partecipare con gli altri alla Messa nel salone. Ed è stato un momento particolarmente toccante della sua visita. Due di quei cancelli di ferro chiusi a chiave sono diventati altrettante Porte Sante, con il rito della apertura e della aspersione con l’acqua santa, con l’ingresso del Vescovo che come primo gesto dopo l’apertura si inginocchiava in silenzio e raccoglimento a pregare. Un gesto spiazzante che interroga e che parla, spiega più che le parole. Chi mai entra nel corridoio di un carcere e si inginocchia davanti a coloro che stanno lì a scontare una pena, una “giusta” pena? Chi mai li accoglie e li abbraccia amichevolmente e paternamente per dare loro la speranza concreta che è possibile per tutti, anche per chi ha molto sbagliato, una vita nuova e positiva?
E poiché è vicino il Natale, il Vescovo, grazie alla Caritas diocesana che aveva preparato per tutti i detenuti un pacco dono contenente dolci e prodotti per l’igiene personale, ha percorso tutti i corridoi di tutte le sezioni di tutti i piani della Casa Circondariale, è entrato in ogni cella, ha consegnato ad ogni recluso il pacco con un sorriso, un abbraccio, una mano sulla spalla, seminando gioia e serenità. In questo lo aiutavano le persone che lo accompagnavano e anche alcuni detenuti.
E, grazie alla bella idea di Don Antonio Molle, anche la seconda parte della visita del Vescovo è stata rallegrata dal suono caratteristico delle zampogne di due soci dell’associazione di promozione sociale “Calamus” di Picinisco che, vestiti e calzati da ciociari, come al termine della celebrazione anche nei corridoi tra le celle hanno suonato i loro strumenti antichi e popolari, capaci di richiamare l’attenzione di chiunque e di parlare con semplicità e con forza all’anima profonda delle persone risvegliando la dolcezza di ricordi lontani del tempo dell’innocenza.
E’ stato il Giubileo che non ti aspetti, il più vero e autentico, ha ragione Papa Bergoglio.
Adriana Letta
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