La cerimonia inaugurale del XVIII Congresso Nazionale dei Geriatri intitolato al “Dottore Angelico” quest’anno si è svolta nella Sala degli Abati della Curia diocesana di Cassino, per sottolineare, come ha dichiarato il principale organizzatore, Dr. Luigi Di Cioccio, la portata storica della nuova Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo e l’incontro tra due grandi Santi del territorio, San Benedetto e San Tommaso d’Aquino. Alla presenza di autorità amministrative e scientifiche, e di moltissimi convegnisti, tra cui numerosi giovani, provenienti da tutta Italia, è stato presentato il tema: “L’integrazione Ospedale Territorio – Per il recupero e il mantenimento dell’autonomia“, tema che verrà dibattuto da specialisti, medici e personale infermieristico, nei giorni 12 e 13. Il Congresso si avvale del supporto dell’AMGE (Associazione Multidisciplinare di Geriatria) e del San Raffaele di Cassino.
Presentate e introdotte dal dr. Di Cioccio, le Autorità presenti, dopo una breve ma significativa esibizione della Corale “Santa Cecilia” di Aquino dedicata alla figura del Pastore della diocesi, hanno porto il loro saluto: il Sindaco di Cassino Giuseppe Golini Petrarcone e quello di Aquino, Libero Mazzaroppi. Poi la parola è stata data al Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo, che ha rivolto un caloroso ringraziamento al prof. Di Cioccio “per il solerte e rinnovato impegno” nel proporre e organizzare il Congresso e “per aver scelto per il Convegno questa sede nella Città di Cassino, con l’intento intelligente di legare il progetto del Convegno all’interno e nel cuore della nuova realtà territoriale diocesana di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo”. Avendo partecipato già altre volte all’apertura del Convegno, Antonazzo ha detto di sentirsi come il “Padre spirituale e l’assistente” del Convegno, di cui apprezza lo spirito e l’impostazione.
Ed entrando nel merito, ha detto: «Il valore peculiare dello stile con cui il prof. Di Cioccio programma il Convegno annuale non è esclusivamente di natura scientifica, ma anche, direi soprattutto, umanistica. Il tentativo riuscito è quello di pensare ogni conoscenza e sviluppo scientifico in funzione della dignità della persona debole, anziana».
Mons. Antonazzo ha poi citato Patch Adams, medico, attivista e scrittore statunitense inventore della terapia del sorriso nota come clownterapia, che afferma: Nella cura di una malattia o si vince o si perde. Ma se si cura un uomo si vince sempre.
«Se in questo convegno – ha continuato il Vescovo Gerardo – emergerà, come credo, la domanda “Cosa fare di più” nel campo della geriatria dal punto di vista delle nuove strategie terapeutiche e degli strumenti tecnico-professionali più avanzati, è perché la finalità ultima e qualificante è come rispondere meglio alla dignità della persona umana segnata dalla stagione della vecchiaia, spesso unita alla malattia. Una conoscenza e una scienza si migliora nella misura in cui sviluppa prima di tutto il rispetto per la persona. Proprio ieri Papa Francesco, nel discorso dell’Udienza generale, parlando della malattia nella famiglia, affermava: ‘La malattia è un’esperienza della nostra fragilità, che viviamo per lo più in famiglia, soprattutto da anziani, quando arrivano gli acciacchi. La famiglia, possiamo dire, è stata da sempre l’ospedale più vicino… Sono la mamma, il papà, i fratelli, le sorelle, le nonne che garantiscono le cure e aiutano a guarire… Di fronte alla malattia, anche in famiglia sorgono difficoltà, a causa della debolezza umana… E dobbiamo dire grazie al Signore per quelle belle esperienze di fraternità ecclesiale che aiutano le famiglie ad attraversare il difficile momento del dolore e della sofferenza. Sono carezze di Dio‘.
Il mio auspicio – ha concluso il Vescovo – è che ogni sforzo per migliorare il servizio alla fragilità degli anziani sia una rinnovata carezza di Dio sulla loro malattia».
Brevi interventi sono venuti dai rappresentanti di associazioni mediche, anch’esse impegnate ad “umanizzare la sanità”, tema a cui la Geriatria è particolarmente sensibile e attenta. Il prof. Luigi G. Grezzana, di Verona, nel suo intervento ha citato un passo di Voltaire, dal Dizionario Filosofico, che dice: “Coloro che si dedicano a risanare gli altri, usando insieme dell’abilità e dell’umanità, sono in assoluto i grandi della terra. Essi hanno addirittura qualcosa della divinità, perché salvare e restituire la vita è quasi altrettanto nobile quanto creare”.
Profonda e avvincente la Lectio Magistralis del prof. Di Cioccio, il quale, con l’aiuto di slide, ha messo a confronto il Giuramento di Ippocrate con la parabola evangelica del Buon Samaritano narrata dall’evangelista Luca (10,30), affidandone la lettura a Maria Letizia Rossi, infermiera, e facendone una interessante e quasi sorprendente rilettura storica di etica medica ed assistenziale, grazie alla quale ha evidenziato una “continuità indiscutibile tra il contenuto del Giuramento di Ippocrate e quello della morale cristiana”.
Aperto, dunque, il Convegno con questa accentuata attenzione al piano etico e deontologico, subito dopo è iniziata la seconda sessione, introdotta dalla relazione del prof. Filippo Carcione.
Adriana Letta