Celebrata nell’occasione la festa del papà
Il Gruppo Famiglia della parrocchia della Concattedrale di Aquino ha curato la liturgia per la celebrazione della festa del papà, in occasione della solennità di San Giuseppe, svoltasi domenica 21 marzo 2021, V domenica di Quaresima, presso la Basilica Concattedrale di San Costanzo Vescovo e San Tommaso d’Aquino in Aquino.
Con la Lettera apostolica “Patris corde – Con cuore di Padre”, Papa Francesco ha ricordato il 150° anniversario della dichiarazione di San Giuseppe quale Patrono della Chiesa universale. Per l’occasione, dall’8 dicembre 2020 all’8 dicembre 2021 è stato indetto uno speciale “Anno di San Giuseppe”.
La Santa Messa, svoltasi nel pieno rispetto delle norme anti COVID-19, è stata presieduta da don Andrea Pantone, vicario parrocchiale, e ha visto la partecipazione di tante famiglie e bambini.
Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto. È, questo, il messaggio del Vangelo di Giovanni. «Signore, vogliamo vedere Gesù». Con questa richiesta, da parte di alcuni Greci venuti per il culto a Gerusalemme, l’evangelista introduce il tema della Passione. Siamo nel cuore della Quaresima e il Vangelo inizia parlando di alcuni Greci venuti a Gerusalemme per il culto. Il desiderio di vedere Gesù non è solo prerogativa dei credenti ma è in qualche modo un anelito scritto nel cuore di ogni uomo che cerca la Verità. Alla richiesta di poterlo vedere, Gesù risponde così: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto». Si tratta dell’annuncio della Passione del Signore. Per Gesù, dunque, il vedere è legato al morire. La Passione di Gesù è la lente attraverso la quale si può leggere l’intera storia e vedere il Figlio di Dio. San Tommaso d’Aquino a tal proposito ha affermato: «Il cuore di Cristo designa la Sacra Scrittura, che appunto rivela il cuore di Cristo. Questo cuore era chiuso prima della passione, perché la Scrittura era oscura. Ma la Scrittura è stata aperta dopo la passione, affinché coloro che ormai ne hanno l’intelligenza considerino e comprendano come le profezie debbano essere interpretate». «Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Ancora una volta Gesù ci invita a considerare la condizione necessaria senza la quale Egli non può essere riconosciuto, vale a dire l’innalzamento sulla Croce. Siamo ormai vicini alla Pasqua e risuonano forti nella mente le parole del Profeta Isaia: «Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia». Invece di coprirci il volto, non dobbiamo avere paura di vedere la realtà e di guardare negli occhi l’uomo dei dolori che attraverso il suo patire ci salva e ci redime. La Croce diventa il luogo della glorificazione di Dio.
Al momento dell’offertorio, dopo la pisside, il calice con il vino e l’ampolla con l’acqua, doni portati in processione dai bambini del catechismo della 5a elementare, alcuni papà del Gruppo Famiglia Parrocchiale hanno offerto all’altare il melograno (il suo frutto è simbolo di abbondanza e dei doni della grazia di Dio. Nel Cantico dei Cantici rappresenta l’amore fecondo e l’intensa relazione tra l’amato e l’amata), il bastone fiorito di San Giuseppe (esso non è solo segno della sua purezza, ma è memoria della fedeltà di Dio a una storia d’amore con il suo popolo. Il giglio è simbolo della bellezza dell’amore fedele e gratuito) e l’esortazione apostolica Amoris Laetitia, ove leggiamo: «L’annuncio cristiano che riguarda la famiglia è davvero una buona notizia» (AL, 1).
In conclusione, un’altra famiglia del servizio di pastorale familiare ha recitato la “Preghiera per l’anno speciale di San Giuseppe e della Famiglia Amoris Laetitia” (19 marzo 2021 – 26 giugno 2022) scritta dal Vescovo Gerardo Antonazzo.
Rocco Iacovella e Antonella Carcione
Foto: Pier Paolo Forlini