Le esequie di don Bruno Antonellis a Santa Restituta in Sora
«L’uomo, il credente, il servo: l’amore!»
Puntuale, alle ore 11 di questa mattina la piazza, la sua chiesa di Santa Restituta, la sua gente si è riunita per dare l’ultimo saluto a mons. Bruno Antonellis. La celebrazione, presieduta dal vescovo Gerardo Antonazzo, concelebrata dai vescovi emeriti mons. Lorenzo Chiarinelli e mons. Luca Brandolini, dai vicari e sacerdoti diocesani, alla presenza delle autorità civili e militari, si è svolta nel silenzio e rigorosa preghiera.
Un momento di stasi, quasi a riflettere, nel pianto e nell’orazione di un uomo, e grande sacerdote, così amato. Nella sua omelia, il vescovo Antonazzo, ha affermato che oggi il tempo sembra essersi fermato, allineato all’arresto del battito cardiaco del compianto don Bruno.
«La nostra Chiesa diocesana sembra diventata meno ricca senza di te, pastore buono, amabile don Bruno. Soffriamo oggi di un’orfananza spirituale, inaspettatamente ci sentiamo come indifesi, privati di una buona paternità alla quale siamo stati strappati da un’impietosa malattia.
Don Bruno muore all’alba della domenica nella quale la comunità cristiana celebra la festa del Battesimo del Signore; quasi a darci l’ultima lezione, per ricordare a tutti noi che non c’è grazia più grande che l’essere diventati cristiani nel fonte battesimale! Da questa grazia battesimale è scaturita la sua chiamata alla sequela di Cristo. Una sequela cristallina, lungo la quale ha denunciato ogni forma di sterile clericalismo, affettato di formalismi e ipocrisie, così aspramente redarguito da Papa Francesco.
Don Bruno amava definirsi, tra il serio e il faceto, un “prete laico”, quasi a dire la sua dichiarata allergia ad ogni forma di servilismo dogmatico, o di un’obbedienza di facciata asservita al potente di turno. Ha sempre preferito dialogare con tutti, confrontarsi con chiunque vicino o distante dalla pratica religiosa. Uno spirito libero, capace di pensare, e disposto a sottoporre le proprie convinzioni al vaglio del confronto e al rispetto delle differenze culturali».
Ed ha concluso il vescovo, la voce rotta dall’emozione: «Ero davanti a lui quella mattina, il tempo di un breve segno di croce silla fronte, ed è spirato, e poco dopo l’annuncio glorioso del giorno del Signore»
Amava la scuola, il dialogo e porgeva sempre il sorriso. Dopo i toccanti saluti del priore della “Confraternita di Santa Restituta” e di un nipote, il feretro è stato portato in spalla fin fuori il sagrato da otto sacerdoti.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare l’articolo presente sul portale di IoWebbo: http://www.iowebbo.it/ultimo-saluto-mons-bruno-antonellis/