Divertente commedia portata in scena dalla Compagnia teatrale parrocchiale Come noi non c’è nessuno
La storia continua, la vita va avanti: accade comunemente, accade anche ad una compagnia teatrale che si chiama Come noi non c’è nessuno, formatasi l’anno scorso nella parrocchia S. Giovanni Battista in S. Angelo in Theodice. Il primo spettacolo che presentarono fu un vero successo, tanto da essere replicato, parlava di un matrimonio “alla santangelese” ed ora, ad un anno di distanza, tornano sul palcoscenico con una nuova commedia, della stessa autrice, Ida Mignanelli, con un curioso titolo: “Barce… e… Lona – olééé“, che ha avuto un debutto il 10 maggio e già una replica il 17 successivo, presso l’Aula Pacis di Cassino. Ben presto si scopre che è il seguito di quella storia intricata di un matrimonio andato a monte e dunque davvero la vita, anche dei personaggi e delle famiglie della commedia, va avanti. Personaggi interpretati dagli stessi attori dell’anno scorso, cosa singolare. Anche stavolta c’è il personaggio prete e anche stavolta è un prete vero, il Parroco don Nello Crescenzi.
Pienissima la sala sia alla prima che alla replica, grandi le aspettative. Fin dall’inizio la comicità della compagnia Come noi non c’è nessuno si manifesta e in alcuni momenti “esplode” suscitando fragorose risate tra il pubblico divertito. Il primo atto mostra una scena familiare: la ragazza, Marisella (Daniela Palmerone), moderna e spigliata, i suoi genitori ‘Nduniucce (uno strepitoso Roberto de Filippis) e Marietta (Patrizia Valente), impacciati, ingenui ma al tempo stesso furbi e ricchi di buon senso di sapienza antica, e l’immancabile, esilarante, zia Monaca (Loredana Fargnoli), “femmina di chiesa”, debbono partire in aereo per la Spagna per il matrimonio di Marisella con un torero spagnolo. Direzione: “Barce”, convinti che poi visiteranno anche… “Lona”. Da qui prende inizio la storia, che appunto sembra proprio la prosecuzione di quella precedente, ma saranno poi le vicende che si sviluppano nei seguenti atti a sfatare l’idea che… la vita va avanti, perché ci sarà una serie di colpi di scena imprevedibili e divertenti che faranno tornare indietro la storia, altro che avanti! Infatti se l’arrivo a Barcellona li stordisce, pur affascinandoli, con i colori, le usanze, il flamenco, gli olé, la difficoltà della lingua, poi le cose non vanno come previsto e i quattro debbono ripartire con un nulla di fatto proprio quando il parroco che avevano voluto con sé a Barcellona, arriva. Nell’incontro in aeroporto non riescono neppure a spiegare l’accaduto a Don Nello (si chiama proprio così il personaggio sacerdote) e allora, certo, i soldi spesi per il suo viaggio pesano un po’ e le battute spassose si sprecano…
Non spieghiamo tutto lo svolgimento della vicenda, ma basta dire che il finale degli ultimi atti sembra ogni volta quello della commedia, ma poi c’è dell’altro, che cambia ancora la soluzione, come una serie scoppiettante di svolte e di imprevisti, molto apprezzata dal pubblico che quando pensa di aver capito come va a finire, deve ricredersi perché le cose stanno diversamente. Perciò gli applausi sono giunti puntuali e convinti, la serata è stata davvero divertente e simpatica.
Al termine dello spettacolo, il numeroso gruppo di attori e ballerini, tra cui anche bambini, ha ringraziato il pubblico e Don Nello a sua volta ha ringraziato l’autrice e regista Ida Mignanelli, la Compagnia teatrale parrocchiale per l’ impegno, i sacrifici e la bella performance, l’associazione Theodicea Spettacoli che ha curato la parte organizzativa, il gestore dell’Aula Pacis Renato Renzi per la perfetta organizzazione ed il pubblico in sala per la sua presenza e generosità. A tal proposito ha ricordato che il frutto della rappresentazione teatrale (il costo dei biglietti era ad offerta libera) anche quest’anno sarà utilizzato per chi ha bisogno, in segno di solidarietà e per la maggior parte sarà consegnato ad una famiglia della comunità per le cure di cui ha bisogno la bambina che si è ammalata e che attraverso un breve video, ha ringraziato e salutato la comunità. E dunque non solo risate, anche commozione e senso di responsabilità e solidarietà. Sì, è proprio vero quel nome Come noi non c’è nessuno.
Adriana Letta