Nella Casa Circondariale di Cassino pranzo con le famiglie e arrivo della Befana con i regali per i piccoli
Se è vero, come è vero e stabilito per legge, che la detenzione in carcere deve servire non solo a punire ma a recuperare le persone che hanno sbagliato, deviando anche pesantemente dalla retta via e commettendo reati, la giornata di giovedì 18 gennaio vissuta nella Casa Circondariale di Cassino ha segnato un punteggio diremmo decisamente alto sulla strada del recupero, grazie alla “Befana con papà“. Voluta ed organizzata dalla Direttrice dott.ssa Irma Civitareale e dalla Caritas diocesana della Zona di Cassino, che ormai da molti anni la porta avanti, la “Befana con papà” ha avuto la preziosa collaborazione dell’Istituto Alberghiero di Cassino, come lo scorso anno. Così quella che potremmo definire family therapy (nel senso che la terapia è la famiglia) ha funzionato anche stavolta alla grande.
I papà detenuti che ne hanno fatto richiesta, hanno avuto la gioia consolante e pacificante di avere vicino per qualche ora moglie e figli, pranzare insieme, godere della compagnia in modo semplice e un po’ spensierato ma soprattutto autentico, gustare gli affetti familiari, giocare e scherzare con i bambini, constatarne i progressi, ritrovare insomma un po’ di quella sana serenità che dovrebbe essere pane quotidiano per tutti e che insegna a dare attenzione all’altro, mettere da parte se stessi per non deludere i propri cari, provare la responsabilità e l’orgoglio di essere e sentirsi padri e, per questo uomini veri. Tutto questo lo si percepiva e vedeva dagli atteggiamenti dei piccoli e dei grandi. Gli uni e gli altri erano giunti all’incontro ben vestiti e pettinati, oltre che emozionati. Quanti abbracci, quanti baci, quanti occhi lucenti e rasserenati! Molti i bambini e ragazzi presenti, clima di festa, clima di famiglia.
L’ottimo pranzo, cucinato dal professore-cuoco dell’Alberghiero, affiancato dai suoi aiutanti, era servito a tavola da alcuni studenti della scuola e da quei detenuti che studiano anche loro presso l’Alberghiero per imparare il mestiere. Alla fine del pranzo c’è stata anche una sorpresa, annunciata dalla referente Caritas, Rosaria Lauro, che aveva pensato a tutto: è giunta una bella torta preparata a sorpresa per un bambino che compiva proprio quel giorno 8 anni. Eccitato ed emozionato, ha spento la candelina e ha tagliato la torta, avendo vicino mamma e papà, felicissimo.
Qualche gioco e attività di intrattenimento sono stati guidati dai bravissimi ragazzi Volontari del Servizio Civile in Caritas, poi il gran finale: grazie al bravissimo Gaetano Franzese, è arrivata la Befana che, col suo cappello, la scopa, il suo nasone e la sua simpatia per i bambini, ha immediatamente polarizzato la loro attenzione e quella dei papà e delle mamme. Entrando nel salone, adibito a ristorante, ha distribuito a tutti caramelle che traeva da un misterioso sacco rosso. Poi è giunto il momento dei regali. Per tutti erano stati preparati, in base al sesso e all’età, i doni personalizzati, ben impacchettati in carta scintillante e allegra e con l’aiuto dei volontari, la Befana è riuscita nel non facile compito (tra figli e madri erano circa 70 persone…) di individuare e chiamare i destinatari e consegnare loro i desideratissimi doni.
Vogliamo sperare che in questi nostri fratelli reclusi, il ricordo di quei momenti sereni e gioiosi di vita familiare resti nel profondo del cuore con il valore di una vera terapia, quindi non per ispirare sentimenti negativi di malinconia e rinuncia, anzi al contrario, perché possa continuare nel tempo a dare gioia e a sostenere la speranza e l’impegno per una nuova vita, da vivere in positivo. E’ questo l’intento con cui la comunità cristiana svolge tali iniziative, accompagnandole con la preghiera per queste persone, che di sicuro hanno alle spalle una vita travagliata, e per i loro figli, perché abbiano una vita migliore.
Adriana Letta