Voi ben sapete che come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore

I Domenica di Avvento, Anno A

            La stagione dell’Avvento si apre con parole terribili di Gesù. Il ritorno di Cristo definitivo sulla terra per giudicare tutte le genti purtroppo non sarà atteso: Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Ai giorni di Noè nessuno si aspettava il diluvio. Anzi gli uomini facevano a meno anche di pregare e di rispettare la legge di Dio. Erano tutti intenti alle loro attività mondane: mangiare, bere, prendere moglie, prendere marito… non pensavano che vi fosse un’attività superiore a queste.

            Dunque il Figlio dell’uomo viene inaspettato. Come se non esistesse, come se non avesse già fatto i dovuti avvertimenti, come se non dovesse venire mai. Sarà dunque una prova tremenda per tutta l’umanità.  In questi giorni di catastrofi naturali vediamo come siano assolutamente vere le parole di Gesù: anche se nessuno Lo aspetta Egli viene.

            Non viene certo a toglierci la pace o a sconvolgere equilibri faticosamente raggiunti. Non viene a turbare le coscienze e a tradire i più deboli che non possono difendersi. Viene semplicemente a fare giustizia, perché la giustizia è di Dio, anzi la giustizia è Dio, creatore e Signore, salvatore del mondo e dell’uomo.

            Davanti a Gesù non c’è nessuno che possa sottrarsi al suo influsso: Non v’è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto (Eb 4, 13).

            Non esiste una morale laica, uno stato laico, una società laica, cioè senza Dio. Il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio (1Cor 3, 22-23). Dunque il sottrarsi volontariamente a Dio è un peccato, non riconoscendo la sua regalità universale sul mondo e su ogni uomo. Per questo la venuta di Gesù coglierà molti di sorpresa: e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti

            Ma il Signore non ci dice questo per spaventarsi, bensì per prepararci e prendere i necessari provvedimenti per accoglierlo degnamente. Preparare l’anima con la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio vivendo in maniera intensa i sacramenti, sono queste le vie ordinarie di accoglienza del Signore, per ricevere gioia e pace in attesa della sua venuta che, come si sa, può essere in ogni tempo come la venuta di un ladro di notte: infatti, voi ben sapete che come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore (1Ts 5, 2).

            La vigilanza è madre della fede e la fede alimenta la speranza e soprattutto l’amore che è il vincolo della perfezione (Col 3, 14). La vigilanza è richiesta perché il mondo non ha compimento in se stesso. Tutti gli accorgimenti umani sono vani senza la fede. Prima o poi viene il giorno dell’incontro con Cristo e in quel giorno si conoscerà perfettamente la verità. Una verità che però possiamo conoscere anche adesso dalla lettura attenta della Parola di Dio, dalle profezie e dalla dottrina comune e approvata dalla Chiesa.

            Che questo mondo finisca anche un ignorante lo comprende. Che dopo questo mondo ci sia il giudizio di Dio la Parola di Dio lo ha rivelato, soprattutto nel Vangelo di Matteo: Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra (Mt 25, 31-33).

            Dopo il giudizio viene la ricompensa, la pena o la gloria come dice San Francesco (Regola Bollata IX) e questa sarà definitiva, senza alcuna possibilità di cambiamento in bene o in male. Nell’eternità tutto sarà definito per sempre: Tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi (Lc 16, 26).

            Le esperienze dei mistici parlano chiaro a questo proposito, conformemente alla dottrina rivelata dai Vangeli: l’inferno è eterno come il Paradiso e i due gruppi di anime saranno separate eternamente, gli uni per la pena e la vergogna eterna, gli altri per la beatitudine, la gioia e l’amore senza limiti: Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell’inferno … Queste le varie pene che ho viste: la prima pena, quella che costituisce l’inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi di coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta pena è il fuoco che penetra l’anima, ma non l’annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale acceso dall’ira di Dio; la quinta pena è l’oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio; la sesta pena è la compagnia continua di satana; la settima pena è la tremenda disperazione, l’odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie (Santa Faustina Kowalska, Diario della Divina Misericordia, 20 Ottobre 1936).

di P. Luca M. Genovese

Fonte: Settimanale di P.Pio

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