A lui si deve la politica dei gemellaggi
Cassino ha perso un uomo giusto, Antonio Grazio Ferraro, che della città è stato sindaco e della Provincia di Frosinone presidente. Perché la sua integrità morale, i suoi principi, le sue capacità, tutto ha messo a servizio della collettività, per il bene di tutti, e si è speso per questo ideale impegnandosi nella politica per lunghi anni.
Era ragazzo durante la guerra e questa gli ha marchiato l’anima con le violenze e atrocità cui è stato costretto ad assistere. Divenuto adulto, in un territorio devastato e annullato dai bombardamenti, in mezzo ad una popolazione dilaniata dai lutti, dalle privazioni e da sofferenze di ogni genere, ha voluto impegnarsi perché certe cose non accadessero mai più, perché la popolazione fosse aiutata a risalire la china, la città fosse materialmente ricostruita e gli animi ritrovassero speranza e fiducia. Si iscrisse alla Democrazia Cristiana nel 1954 e venne eletto consigliere comunale il 7 giugno 1959, cominciando così, a trentadue anni, la sua carriera politica e amministrativa durata 34 anni consecutivi. Dal 1967 fu eletto Sindaco per ben cinque volte, “il Sindaco della ricostruzione”, e per due volte (1975 e 1980) Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone.
Convinto europeista e uomo di Pace, prese ad organizzare incontri, a livello europeo e mondiale, con altre città distrutte dalla guerra, “inventandosi” la politica dei gemellaggi di Cassino, che iniziò con Berlino Zehlendorf (1959), poi Zamosc (Polonia, 1969), Falaise (Normandia – Francia, 1973), e negli anni successivi con altre 12 città nel mondo. A questa attività si dedicò con convinzione profonda e con tutte le sue energie. Il gemellaggio serviva a far conoscere tra loro le popolazioni che in questo territorio si erano fatte guerra, puntando soprattutto sui giovani: si effettuavano, infatti, scambi di giovani coinvolgendo l’Amministrazione comunale, le famiglie, che ospitavano i ragazzi, e le Scuole, che collaboravano all’accoglienza e alle iniziative varie, realizzando progetti culturali di grande efficacia senza esborsi esagerati per le casse comunali. Un’idea vincente, grazie alla quale centinaia di ragazzi di Cassino, negli anni, hanno fatto tesoro di questa esperienza umana e culturale, capace di allargare gli orizzonti. Di questo debbono ringraziare Antonio Grazio Ferraro.
Ritiratosi dalla vita politica attiva, sentendo su di sé la responsabilità di tramandare le proprie esperienze e la storia del territorio per costruire la Pace, ha scritto vari libri per far conoscere alle nuove generazioni la storia di Cassino. Lo scorso anno, in cui si è celebrato il 70° anniversario dalla distruzione bellica della Città, Antonio Grazio Ferraro non si è risparmiato, anzi era divorato dall’ansia di avere poco tempo a disposizione, e non si è mai rifiutato di portare la sua testimonianza storica e personale: nelle scuole di ogni ordine e grado, nel carcere, nelle rievocazioni, nelle cerimonie… ovunque e comunque sentiva come suo “dovere morale” andare, raccontare, spiegare, testimoniare. E ha fatto non solo conoscere ma “vivere” quella storia a tantissime persone, mettendo tutta la sua passione per la città, per la storia, per i giovani, per la Pace, di cui era davvero un convinto assertore e promotore. Per questo sentiamo tutti un profondo senso di riconoscenza.
Ai funerali, che si sono svolti oggi, 30 novembre, nella chiesa di S. Giovanni Battista, sua parrocchia, tantissimi amici e cittadini hanno voluto presenziare per dare l’ultimo saluto e rendere omaggio ad un uomo per bene, un uomo che, come ha detto il Sindaco Golini Petrarcone, era “una persona di così grande spessore umano ed allo stesso tempo dotata di grandissima umiltà”, tanto che: “Ricordare Antonio Grazio Ferraro significa ricordare la storia della nostra amata città”.
Adriana Letta