Dedicato alla memoria di due ebrei nati a Cassino deportati con le loro famiglie ad Auschwitz e non più tornati, una storia finora sconosciuta
Quello del 2019 è stato per Cassino un Giorno della Memoria davvero speciale, particolarmente interessante e toccante. Organizzato dal CDSC (Centro Documentazione e Studi Cassinati-onlus) e dal Comune di Cassino, in collaborazione con la Fondazione Giuseppe Levi Pelloni e con l’Asdoe (Associazione Docenti Europei), si è celebrato mercoledì 30 marzo, anziché in data 27, per permettere di partecipare alle numerose Scuole della città, impegnate in progetti di memoria storica in vista dell’imminente 75° della distruzione. La Sala Restagno del palazzo municipale si è riempita fino all’inverosimile e nonostante fossero state aggiunte sedie, molte persone sono rimaste in piedi.
Il saluto iniziale lo ha dato il Sindaco Carlo Maria D’Alessandro, che ha ricordato la volontà della Città di Cassino di diventare città della pace e della riconciliazione tra i popoli, perché quanto successo nell’inferno di Auschwitz non si ripeta mai più, e ha definito “straordinaria” questa giornata in cui la città viene a conoscere la storia di queste due famiglie ebree.
Facciamo memoria seria, ha detto il Vescovo Gerardo Antonazzo nel suo intervento, “chi non è capace di fare memoria del passato è condannato a riviverlo”, ed ha ricordato poi il recente discorso del Presidente Mattarella, estremamente importante e lucido, che metteva in guardia tutta la comunità nazionale perché il virus dell’esclusione, dell’intolleranza verso il diverso, è ancora latente nei bassifondi della nostra società, “pronto a risvegliarsi, a colpire, a contagiare, appena se ne ripresentino le condizioni”. Oggi, ha commentato il Vescovo, siamo ancora esposti a tale rischio, sembra morto il senso della pietà.
Prendendo la parola, Pino Pelloni, Segretario generale della Fondazione Levi Pelloni, ha parlato del “dovere della memoria” perché tutta questa vicenda non venga dimenticata e non finisca in “un piccolo righetto sui libri di storia”. La memoria va salvaguardata con la pedagogia della “verità”, più che dell’orrore. Dalla tragedia della Shoah dobbiamo guardare alla contemporaneità, per indagare la genesi dei nazionalismi, della cultura dell’odio e del nemico, che oggi sembrano risorgere in Europa, cosa che preoccupa. Il ricordo non è un nostalgico voltarsi indietro, ma dare un ben più corposo senso al passato e costruire un futuro che non ne ripeta mai più gli errori.
Interessante e viva la testimonianza di Luciana Ascarelli, responsabile dell’Area didattica BiblioShoah Fiuggi, sulle leggi razziali del 1938, anno in cui aveva cominciato le scuole elementari e dovette lasciarle perché ebrea, e sulla vita che dovettero condurre tra mille difficoltà.
Il moderatore dell’incontro, Gaetano De Angelis-Curtis, Presidente del CDSC, ha quindi tenuto la sua relazione storica. “Ci sono voluti 75 anni perché emergesse dalla polvere della città distrutta la vicenda dei cugini Efrati e delle loro famiglie”, ha osservato, e questo grazie alla “attenta e puntuale ricerca portata avanti da Erasmo di Vito e Franco Di Giorgio”. La presenza dal 1940 di ebrei sul territorio, fu a Picinisco, Alatri e soprattutto S. Donato Val di Comino”, mentre a Cassino è attestata una presenza ebraica non solo nella Cassino prebellica ma già in epoca medievale. Ha poi minuziosamente ricostruito la storia della famiglia Efrati, commercianti in tessuti, i cui discendenti Marco Giacomo Giuseppe, con moglie e un figlio ventottenne, e Settimio Efrati, con moglie e una figlia ventenne morirono nell’inferno di Auschwitz.
A conclusione, il linguaggio della musica: il Coro ASDOE, accompagnato al piano dal M° Soraya Zaidi e diretto dal M° Mauro Niro, ha eseguito musiche della Shoah: Gam gam (canto ebraico), Auschwitz, La vita è bella e infine l’Inno alla gioia, toccando il cuore di tutti i presenti.
A completamento di una mattinata così intensa, tutti si sono recati fuori per una breve e significativa cerimonia nel giardinetto di Piazza A. De Gasperi, di fianco al carro armato: dopo un brano musicale, Schindler’s List, eseguito al violino dallo studente dell’Ist. Medaglia d’Oro Giammarco D’Annolfo, c’è stato un intenso momento con una preghiera di benedizione pronunciata, in lingua italiana, dall’ebreo Pino Pelloni ed una benedizione del Vescovo Antonazzo, dopodiché essi, insieme al Sindaco, hanno scoperto due pietre della memoria a ricordo perenne delle due famiglie cassinati ebraiche vittime della Shoah. A Roma, incorporate nella pavimentazione di via Germanico, ci sono tre “Pietre di inciampo” dell’artista tedesco G. Demnig riguardanti membri della famiglia Efrati che lì abitavano, (v. ultima foto).
Adriana Letta