Cassino in preghiera per don Andrea Spegne

Nella chiesa di S. Giovanni Battista, dove operò come viceparroco e da cui partì per la missione, una messa in suffragio

La chiesa di S. Giovanni Battista in Cassino si è riempita di fedeli, la sera del 29 settembre, per commemorare il caro e indimenticabile don Andrea Spegne, che vi è stato come vicario parrocchiale negli anni ’90, prima di partire missionario in Vietnam. Poi una brutta malattia l’ha aggredito e vinto. Poiché il funerale è stato celebrato ad Ancona, sua città natia, dalla diocesi è partita una rappresentanza di Sacerdoti per parteciparvi, mentre a S. Giovanni B. il parroco don Giovanni De Ciantis ha celebrato la Messa per lui, in piena comunione anche con tutti gli altri confratelli che lo avrebbero ricordato nelle proprie parrocchie. Così, in questa consolante comunione di preghiera, don Giovanni ha ricordato la figura di don Andrea, che tanto ha amato le missioni che ha chiuso la sua vita in un letto di sofferenza pregando per le missioni. A concelebrare era presente don William Di Cicco, rettore del Seminario diocesano, che tempo fa si era recato con il vescovo Gerardo Antonazzo a visitare in ospedale don Andrea.

E’ singolare che proprio nel giorno dei Santi Arcangeli, ha fatto notare don Giovanni, noi celebriamo il rito esequiale: sicuramente gli Arcangeli stanno accompagnando l’anima del caro don Andrea al cospetto di Dio, Padre della vita.

Don Andrea lo ricordiamo come un uomo mite, sorridente, generoso, determinato e desideroso di aiutare gli altri, i più deboli e bisognosi, dovesse anche andare all’altro capo del mondo. E proprio così è stato. Quando partì per il Vietnam, destò sorpresa, ammirazione ed anche paura, perché, soprattutto in quegli anni, non era affatto facile per un sacerdote cattolico, andare in un Paese dove era proibito fare discorsi religiosi e si era rigidamente controllati e sorvegliati dalla polizia. Ma le opere sociali sì, si potevano organizzare, a favore della popolazione e dei bambini soprattutto. E a questo si dedicò con passione don Andrea, dovendo ovviamente superare le difficoltà poste da una lingua completamente diversa e sconosciuta. Ma questo non lo spaventava affatto, si mise d’impegno e ci riuscì pian piano, con tutto l’amore che metteva nel suo “lavoro”.

Quando talvolta tornava in Italia, e non mancava mai di venire in parrocchia, era una festa e lui era felice, sereno e capace di trasmettere gioia, quella più autentica e vera. Nel gennaio 2012 ebbi la gioia di avere con lui un incontro indimenticabile e di intervistarlo, pubblicando sul mensile diocesano “Presenza Cristiana” le cose che disse. Ripropongo quel testo, che ci dà un’idea precisa di chi era quel vero cristiano, don Andrea Spegne.

Adriana Letta

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Dal Vietnam con amore

(da “Presenza Cristiana” gennaio 2012, pag. 8)

Che sorpresa, il 31 dicembre, quando al solenne Te Deum di fine anno, abbiamo visto i celebranti andare in processione verso l’altare, e in mezzo ad essi don Andrea Spegne, che molti conoscono per gli anni da lui trascorsi presso la parrocchia di S. Giovanni Battista in Cassino. Dunque per questo Natale don Andrea è tornato dal “suo” Vietnam ed è venuto a trovarci. Grande la gioia e grande il desiderio di incontrarlo, di salutarlo, di fargli festa. Siamo riusciti ad incontrarlo la mattina del 3 gennaio nella parrocchia di S. Giovanni che è ancora la sua parrocchia. Abbiamo trovato in lui una persona che emana una serenità e una gioia straordinarie e contagiose. Gli abbiamo rivolto alcune domande e ci ha risposto con estrema disponibilità e un gran senso di pace, pur conteso ogni tanto da qualche amico che lo chiamava al telefono per sentirlo, salutarlo, invitarlo…

Don Andrea, ma perché così lontano, perché proprio il Vietnam?

La prima volta ci andai nel 1994, e ci tornai tre volte fino al ’96. Poi ho iniziato a viverci stabilmente dal luglio 2003, rinnovando sempre il visto. La prima grossa difficoltà è stata la lingua. Ho studiato la lingua vietnamita all’università statale per più di quattro anni presso la Facoltà di Scienze Sociali e Umanesimo di Saigon, seguendo i corsi per stranieri. Contemporaneamente ho insegnato Italiano, soprattutto presso l’Accademia Nazionale di Musica; in Vietnam infatti c’è grande passione per la musica italiana.

Di che cos’altro ti sei occupato?

Di opere sociali. Abbiamo portato avanti molti progetti, in particolare a favore dei bambini e dei ragazzi: sono stati istituiti e sostenuti Centri per disabili, orfanatrofi; poi un Centro per bambini di strada a Saigon, ora autorizzato dal governo, e una clinica per i poveri. Aiutiamo i “bambini della spazzatura”, per toglierli da quell’ambiente malsano e degradato e farli studiare. Ci interessiamo anche di famiglie e adozioni a distanza in collegamento con Cassino, con Ancona, la mia città, e con il Nord Italia. Diversi progetti più grandi sono stati finanziati attraverso i fondi dell’8×1000 dal Comitato Interventi Caritativi a favore del Terzo Mondo (che sarebbe meglio chiamare “dei Paesi in via di sviluppo”!). Abbiamo anche scavato tantissimi pozzi per l’approvvigionamento di acqua, grazie ai contributi di Caritas Italiana, e aperto Centri professionali con corsi di taglio e cucito per ragazze, che la povertà espone al pericolo di essere sfruttate, vendute e avviate alla prostituzione.

Quanti progetti, tutti a favore della popolazione più povera! Quanto lavoro! Attualmente svolgi delle funzioni specifiche?

Ultimamente, dall’aprile 2011, mi è stato richiesto di svolgere la funzione di segretario del “Rappresentante non residente della S. Sede in Vietnam” (questa è la dicitura esatta), l’Arcivescovo Leopoldo Girelli, originario di Bergamo, che in paesi vicini come Singapore, Malesia, Timor Est, Brunei, è riconosciuto come “Nunzio Apostolico” o “Delegato Apostolico”.

Noti qualche cambiamento politico e sociale avvenuto in questi anni?

Sì, ci sono cambiamenti in meglio. La nuova politica ha migliorato i rapporti con la S. Sede; ci sono progressi economici, ma ci sono ancora moltissimi poveri e tanto da fare. Bisogna pensare poi che ogni anno ci sono cicloni e tifoni che portano disastri e miseria.

Come sta andando questo periodo di vacanza in Italia?

Sono stato prima ad Ancona, dove c’è mio padre, che a 91 anni, operato alla fine del 2010 al femore e all’anca, va a Messa tutti i giorni, anche da solo. Con lui sono andato al Santuario della Madonna di Loreto, è stato bellissimo.

E qui?

Qui sono arrivato un po’ a sorpresa, lo sapeva solo il padre Abate e qualcun altro. Mi hanno fatto un’accoglienza bellissima. Indimenticabile, il 31 al Te Deum, l’abbraccio del padre Abate!

Grazie, Don Andrea, per tutto quello che fai, ti seguiremo con la preghiera e sosterremo il tuo non facile lavoro.

Don Andrea sorride contento e i suoi occhi dicono molto più che le parole, comunicano una gioia indescrivibile e ineludibile. È tornato per un po’ di giorni dal Vietnam. Con amore.

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