Nella Chiesa Concattedrale i rappresentanti delle diverse comunità parrocchiali della Zona pastorale di Cassino hanno inaugurato il nuovo anno
Ha preso inizio ufficialmente nella Zona pastorale di Cassino l’Anno Pastorale 2018-2019, nella Chiesa Concattedrale, con una solenne concelebrazione presieduta dal Vicario di Zona Don Nello Crescenzi. Attorno a lui a concelebrare erano parroci e viceparroci delle parrocchie site in Cassino e frazioni, da un lato il Coro interparrocchiale Concattedrale-Parrocchia di S. Pietro Apostolo diretto dal M° Sonia Miele, nei banchi molti fedeli, particolarmente operatori pastorali in rappresentanza delle varie parrocchie, ma era bello vedere anche gruppi di bambini e ragazzi della catechesi.
Nell’omelia Don Nello, per esplicitare il senso della celebrazione di inaugurazione dell’anno pastorale, ha citato il Salmo 127, “Come frecce nelle mani di un prode, così sono i figli della giovinezza. Beati coloro che ne hanno piena la faretra!” e lo scrittore John Steinbeck che così commentava: “La generazione più giovane è la freccia, la più vecchia è l’arco”. E dunque, ha proseguito, dobbiamo soffermarci a guardare più le frecce o gli archi? Forse la questione è degli archi. Sul piano della fede, vediamo come il mondo degli adulti può attrarre e affascinare i giovani alla fede.
La fede, ha proseguito Don Nello, è un dono, e nasce dall’ ascolto. Questa è la prima delle tre parole che il Vicario ha voluto consegnare ai presenti. La fede dipende dalla predicazione e più precisamente dall’ascolto: innanzitutto dall’ascolto di Dio e della sua Parola, poi del proprio mondo interiore, degli altri e della realtà, per non restare tra le nuvole, nell’astrattezza, ma nella concretezza della nostra realtà e di quella più estesa. E questo è il primo impegno, la prima suggestione. La seconda parola è incontro. Incontrarsi significa mettersi in movimento, per incontrare Gesù, cosa che avviene non idealmente ma concretamente attraverso le persone. La terza parola è la preghiera. A volte, presi dalle mille attività, anche della parrocchia, trascuriamo l’anima del nostro stesso essere cristiani. Essa è dialogo con Dio, è Dio che parla a noi e la nostra è una risposta, riguarda non solo la nostra persona ma anche la nostra comunità, quindi non basta la preghiera personale, occorre anche quella comunitaria: in questa giornata, ha detto, anche nelle altre Zone pastorali della Diocesi si sta svolgendo questa celebrazione di inizio di anno: è un segno di comunione, che non è frutto della nostra organizzazione, ma un dono che viene dall’alto, perché solo Dio può farci questo dono, che va chiesto in ginocchio. Dunque, ha concluso, nell’intraprendere questo cammino 2018-2019, vorrei chiedere questi tre doni: l’ascolto, l’incontro, la preghiera. Un solo aggettivo per queste tre parole: vero, essi devono essere veri, non possiamo fingere di ascoltare, di incontrarci, di pregare. Tutto deve essere estremamente vero e autentico. Così, se l’arco è ben teso, le frecce, cioè i nostri ragazzi e giovani, verranno affascinati da questo nostro modo di vivere da adulti nella fede come comunità cristiana.
Al termine della celebrazione, il Vicario si è rivolto ai presenti per ricordare l’insostituibile centralità della famiglia nel processo di crescita dei figli, leggendo alcuni passi della Lettera Pastorale del Vescovo diocesano Mons. Gerardo Antonazzo. E’ seguita una preghiera a voci alterne tra Celebrante e operatori pastorali delle comunità parrocchiali, poi la recita della Preghiera dell’Anno Pastorale 2018-2019 composta dal Vescovo. Infine, dopo la solenne Benedizione, il Vicario zonale ha consegnato a tutti, a cominciare dai Sacerdoti, una copia della Lettera Pastorale di Mons. Antonazzo, dal titolo “Giovani in famiglia: l’orgoglio e la fatica di crescere – Tra fede e discernimento vocazionale“. Ed è stato un momento simbolico e concreto, festoso e di impegno: di impegno all’ascolto, all’incontro, alla preghiera.
Adriana Letta