Raccolta fondi per i detenuti più poveri e sensibilizzazione della gente
L’8 dicembre, festa dell’Immacolata e giorno in cui tradizionalmente si dà inizio ai preparativi per il Natale, la Caritas diocesana a Cassino ha partecipato, come annunciato, al mercatino di Natale organizzato dal Comune di Cassino. Volontari Caritas e giovani in Servizio Civile che lavorano in Caritas si sono molto impegnati per giungere preparati a questo evento.
E siccome lo scopo prefissato era l’aiuto ai detenuti più poveri, magari perché stranieri e lontani da casa, senza la possibilità di ricevere visite e aiuti dai propri familiari, lo stand allestito era tutto a favore della Casa Circondariale “San Domenico Vertelle” di Cassino. Alcuni detenuti si erano anch’essi impegnati riuscendo a realizzare a mano, utilizzando la propria manualità e inventiva e i materiali messi a disposizione dalla Caritas, alcuni oggetti, gadgets, regalini tipici del periodo natalizio. Stessa cosa avevano fatto i volontari, in una sinergia di intenti davvero coinvolgente. Così l’8 dicembre, tra le numerose bancarelle del Mercatino di Natale faceva bella mostra di sé quella della Caritas.
Per tutta la giornata i volontari sono stati presenti e, ovviamente, non miravano unicamente a “vendere” oggetti e dolciumi per raccogliere fondi, ma anche a fare opera di sensibilizzazione tra la gente che si avvicinava, mostrando, anche attraverso opuscoli e dépliant, le attività della Caritas – cioè della Chiesa diocesana che opera a favore di chi ha bisogno – e soprattutto i molteplici servizi offerti, Centro di ascolto, mensa, docce, vestiario, consulenza di professionisti quando occorre, assistenza e accompagnamento a persone e a famiglie che vivono momenti di difficoltà di vario genere…
E poi i volontari spiegavano lo scopo della raccolta, perché la Caritas ha scelto quest’anno per il Natale il motto “Vicino ai poveri, tra i più poveri“, e tra i più poveri ci sono appunto i detenuti che, sì, debbono scontare una pena meritata perché hanno sbagliato, ma soprattutto se non sostenuti dalla famiglia, hanno bisogno di essere accompagnati materialmente (anche una ricarica telefonica per poter parlare con i parenti e familiari lontani è cosa preziosa!) e spiritualmente per cambiare rotta nella propria vita, ritrovare fiducia e speranza, ricostruire la propria dignità e la propria capacità lavorativa e sociale per poter rientrare correttamente e proficuamente nella società, una volta scontata la pena.
Il ricavato di tanto lavoro è tutto per loro, per questi casi umani, per questi nostri fratelli che se si trovano in situazioni difficili, è perché spesso hanno alle spalle storie problematiche e sofferte. La solidarietà umana sa fare miracoli, bisogna darsi da fare tutti.
Adriana Letta