Don Marcello a S. Giovanni Battista e a S. Pietro Apostolo, comunità che ha servito per un certo periodo. Grazie a lui, concessa ai fedeli l’indulgenza plenaria
Nella IV Domenica di Pasqua, il Sacerdote novello Don Marcello Di Camillo, che la Domenica precedente aveva celebrato la sua Prima Messa nella propria Parrocchia di origine a San Pietro Infine, è giunto a Cassino per celebrare anche lì la Messa, in quelle parrocchie in cui ha prestato servizio da Seminarista. Sabato 21 ha presieduto la celebrazione Eucaristica prefestiva nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, accolto con calore e festa dalla comunità. A celebrare con lui l’Amministratore parrocchiale Don Benedetto Minchella, a cantare i bambini del catechismo e dell’Azione cattolica parrocchiale, che aveva preparato ed esposto un grande cartellone con su scritto: W Don Marcello, siamo fieri di te!
Emozione sì, ma forse un po’ meno della prima volta nella “sua” parrocchia di S. Nicola di Bari, tanto era piena di ricordi e di persone conosciute da sempre. Ora di emozione ce ne era ancora, come c’era ancora la solennità della Messa cantata, ma forse quel che maggiormente predominava era il senso di gioia, una gioia consapevole, profonda, intensa e straripante. Dunque, un’atmosfera calda, affettuosa e festosa anche a Cassino, perché anche qui Don Marcello da Seminarista aveva svolto il suo ministero di servizio all’altare ed aveva conosciuto tante persone che da subito avevano imparato a volergli bene. Si è visto con che simpatia il novello Sacerdote all’Alleluja faceva anche lui roteare sulle spalle le mani e le batteva in segno di festa insieme ai bambini, molto contenti di vedere condivisi i loro gesti e i loro canti. Dai bambini ha ricevuto le offerte portate all’altare con molto orgoglio e li ha accarezzati e benedetti; ed è stata una giovanissima ragazza a leggere un affettuoso indirizzo di saluto e di augurio da parte della comunità di S. Giovanni.
All’omelia Don Benedetto ha offerto una viva e profonda riflessione sul Buon Pastore che dà la vita per le sue pecore (Gv 10, 11-18), non perché costretto, non perché qualcun altro gli tolga la vita, ma perché la dà da se stesso, per amore. Così è per il Sacerdote che, rispondendo alla chiamata del Signore, lo segue ed è pronto a dare la vita, non solo con gesti eroici, ma donandola ogni giorno.
Domenica 22 la Celebrazione Eucaristica si è svolta nella chiesa parrocchiale di S. Pietro Apostolo, dove il senso di festa e di comunità veniva amplificato dalla presenza di una famiglia che faceva battezzare il suo bambino. Infatti, cosa singolare e diremmo beneaugurante, la processione di ingresso in chiesa è stata aperta dalla famiglia che portava la carrozzina del piccolo Benedetto.
Don Marcello ha presieduto la celebrazione, avendo accanto il viceparroco Don Tomas Jerez, poi ha tenuto lui l’omelia e subito ha voluto ricordare che proprio a S. Pietro iniziò il suo primo servizio ministeriale ed era timoroso, ma il Parroco Don Fortunato Tamburrini lo accolse, lo rassicurò e aiutò molto dicendogli: “Non avere paura, il Signore è con noi, ci sostiene e ci dà la forza per andare avanti”. Tali parole, ha affermato, mi hanno aiutato nel mio cammino di questi sette anni”. Ha poi parlato del Buon Pastore e anche del ruolo del Sacerdote, che è un uomo e quindi può incontrare anche lui dubbi, paure e difficoltà ed è per questo che è importante che ci sia la comunità che lo sostenga. Il Sacerdote prega per la comunità e la sostiene e la comunità prega per lui e lo sostiene. Don Marcello ha aggiunto che Don Fortunato gli aveva inviato un messaggio di auguri e di saluto a lui e alla comunità, perciò ha invitato tutti, in questa 55ª Giornata di preghiera per le vocazioni sul tema “Dammi un cuore che ascolta”, a pregare per i Sacerdoti e per le vocazioni perché quando il Signore bussa, la sua voce sia ascoltata e la chiamata non cada a vuoto. Infine, rivolto al piccolo Benedetto (al quale, alla fine, ha riservato una benedizione speciale con grande tenerezza), gli ha augurato di poter sempre ascoltare la voce del Buon Pastore che lo aiuterà a crescere in età, sapienza e grazia.
Al termine dell’una e dell’altra Celebrazione, è stato particolarmente emozionante quando, prima della solenne Benedizione conclusiva, impartita dal novello Sacerdote, è stato letto il testo con cui Papa Francesco ha concesso ai fedeli partecipanti alla celebrazione, confessati e comunicati e sinceramente pentiti e decisi a vivere secondo il Vangelo, la possibilità di lucrare l’indulgenza plenaria, alle solite condizioni poste dalla Chiesa.
Infine, nell’una e nell’altra chiesa, numerosissimi i fedeli che, con grande affetto e gratitudine, hanno voluto salutare il Sacerdote novello e baciare le sue mani consacrate, ricevendo l’immaginetta-ricordo che, come ha detto Don Benedetto, dovrà servire ogni giorno a pregare per i Sacerdoti e per le vocazioni sacerdotali.
Adriana Letta