Il giorno della festa presso il monastero benedettino femminile di Santa Scolastica
La presenza nel cassinate di Santa Scolastica, la mite sorella di San Benedetto che con lui vi giunse dalla natìa Norcia, è tuttora viva e radicata, nonostante si conosca poco della sua vita e siano passati tanti secoli. Lo attestano le sue figlie spirituali, monache benedettine del convento di Cassino a lei intitolato, che seguono la sua Regola, dedite alla preghiera e al lavoro in una vita claustrale. E lo attesta anche la popolazione, che ogni anno, il 10 di febbraio, giorno in cui la Chiesa fa Memoria liturgica di Santa Scolastica, sente il bisogno di festeggiare la sua compatrona organizzando festeggiamenti in suo onore.
Nei giorni precedenti è a Villa S. Lucia che si svolgono le prime manifestazioni: domenica 2 febbraio una processione, partita dalla chiesetta del Colloquio (luogo dell’ultimo incontro tra Benedetto e Scolastica) ha portato la statua della Santa fino a Piumarola, luogo dove la Santa soggiornò con le sue monache. La domenica successiva, 9 febbraio, lasciata la chiesa parrocchiale, una nuova processione, cui hanno partecipato le monache benedettine e la Banda musicale di Villa S. Lucia, ha riportato solennemente la statua alla chiesetta del Colloquio, dove una Messa solenne è stata celebrata dall’Abate di Montecassino D. Donato Ogliari, animata dal Coro parrocchiale di Villa S. Lucia.
Il giorno 10, giorno della festa, i festeggiamenti si sono spostati a Cassino presso il monastero di S. Scolastica, nella omonima piazza. Nella chiesa, colma di fedeli e alla presenza del Sindaco di Cassino, dott. Enzo Salera e di rappresentanti dell’Amministrazione, solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Abate Ogliari e concelebrata da altri monaci e dal cappellano del monastero Don Fabrizio Tricone. L’omelia, tenuta da D. Paolo Gionta, dell’abbazia piemontese di Novalesa, ha sottolineato i tratti della santità di Scolastica, simboleggiata da una bianca colomba perché così la vide salire in cielo S. Benedetto. Scolastica “poté di più perché amò di più”, come dice Gregorio Magno, seppe amare perché si è lasciata amare da Dio, riempire il cuore a tal punto da diventare “audace” e rendere il suo amore “fattivo”, concreto. Dunque, sul suo esempio siamo chiamati anche noi a percorrere la strada della purificazione e ad allargare gli spazi del cuore per giungere ad un amore puro e ardente.
Dopo la celebrazione c’è stato spazio per i saluti, gli abbracci e gli auguri alle monache di S. Scolastica e a quelle della Rupe, in un clima come sempre familiare, gioioso e affettuoso. La comunità benedettina femminile, presenza orante nel cuore della città, vive la sua clausura non come una separazione/reclusione, ma in uno scambio profondo con le persone, dimostrando una rara capacità di accoglienza, comprensione e sostegno. Chiunque si accosta e incontra gli sguardi trasparenti di queste donne dal cuore puro e fissato in Dio, non può non riceverne coraggio e serenità, una luce nel cammino, anche nel più difficoltoso.
Adriana Letta