Sale l’attesa per il grande giorno, fervono i preparativi nella Chiesa Madre di Cassino, che si prepara a divenire la “Chiesa Giubilare” del territorio. Si predispone, si mette a punto, si tira a lucido per il grande evento, l’apertura della Porta Santa, domenica 13 dicembre.
Quella porta, a destra della principale, che finora sembrava una normalissima porta laterale, facente parte della quotidianità, d’improvviso assurge al rango di “Porta Santa” dell’Anno Santo straordinario della Misericordia, indetto da Papa Francesco e da lui aperto nel giorno dell’Immacolata. Quella porta rappresenterà Gesù stesso, “Porta” verso il Padre. Attraverso quella porta passeremo per impetrare e ottenere la misericordia del Padre, pronto a perdonare i nostri peccati e fallimenti e restituirci ad una vita nuova e gioiosa.
Ma certo non possiamo ignorare né il logo né lo slogan di questo Anno Santo, che ci invita a comportarci accogliendo sì misericordia ma anche donandola a nostra volta: “Misericordes sicut Pater“, “Misericordiosi come il Padre“. Un compito davvero impegnativo: essere pronti a comprendere e perdonare proprio come fa il Padre con ognuno di noi e come farebbe senza indugio al posto nostro, in ogni circostanza della nostra vita.
Una volta entrati in chiesa, si nota subito un grande striscione sulla destra, che, per ricordare tutto ciò, oltre a riportare il motto che fa da monito Misericordiosi come il Padre, espone l’elenco completo delle 7 Opere di misericordia corporali e delle 7 spirituali. Un invito ad interrogarci, a cambiar vita, ad aprire gli occhi, le orecchie ed il cuore verso gli altri, ad essere pronti ad aiutare, a perdonare, ad usare misericordia. Ad essere uomini nuovi. Il mondo ha sete di misericordia, come ognuno di noi. Papa Francesco ha detto che la Chiesa “ha bisogno” di questo Anno Santo della Misericordia divina. Ne abbiamo bisogno tutti. Un bagno di misericordia della durata di un anno, se fatto bene, non – genericamente – dagli altri, ma da ciascuno di noi, avrebbe il potere di cambiare quel mondo di cui tanto ci lamentiamo! Anche noi, come quella porta, potremmo diventare da normali e un po’ sbiaditi e insignificanti cristiani, “santi”!
E allora è una responsabilità personale enorme. Ognuno di noi può ricevere tutta la misericordia di cui ha desiderio o necessità, ma è anche chiamato ad amare il prossimo con amore misericordioso. Come il Padre, appunto.
Per perpetuare nella memoria questo Anno Santo straordinario, se ne affida il ricordo anche alla materia, alla pietra di marmo con cui sono state realizzate due formelle scolpite, incise e apposte sugli stipiti della Porta Santa. Le toccheremo, le baceremo, ci aiuteranno a capire il momento del “passaggio”, ma anche in futuro, quando l’Anno Santo sarà terminato e lontano, quella porta, quelle formelle ci ricorderanno ancora e sempre il bisogno, il dovere ma soprattutto la bellezza della misericordia.
Adriana Letta