Santa Lucia: una fede solida e tenace
La festa patronale di Santa Lucia, nell’anno del Covid. Anche in questo tempo di pandemia e di grande emergenza sanitaria, con tutte le problematiche connesse alla situazione sociale e sanitaria locale e nazionale, la parrocchia di Castrocielo, dedicata alla santa martire siracusana, dà un forte segno di fede e di testimonianza cristiana, con festeggiamenti patronali all’insegna della sobrietà e della semplicità, ma vissuti con grande partecipazione emotiva, nel rispetto delle normative anticovid. A dare valore alla festa patronale 2020 è intervenuto, poi anche il pastore diocesano Gerardo Antonazzo che, nonostante i suoi numerosi impegni ecclesiali, tra cui la visita pastorale, ha voluto dare un segno di vicinanza e di testimonianza concreta, rendendosi presente a Castrocielo, per celebrare la Messa delle ore 9.30.
Durante la celebrazione eucaristica, attingendo dalla liturgia corrente, quella della terza domenica di avvento, mons. Antonazzo si è soffermato, durante l’omelia, a riflettere con i fedeli sul senso e sul valore della testimonianza cristiana, come un cammino nella luce. Tre sono stati gli spunti di riflessione offerti all’assemblea dei fedeli durante la celebrazione eucaristica. Partendo dalle letture liturgiche correnti, in particolare dalla seconda lettura, in cui San Paolo Apostolo scrive agli abitanti di Tessalonica, il vescovo ha messo in evidenza come oggi, tanto quanto nel tempo dei Tessalonicesi, sia necessario vagliare ciò che è buono, astenendosi da ogni specie di male. E sulla scorta di questa riflessione che San Paolo offre ai fedeli, il vescovo ha coniugato l’esempio di fede vissuto da Santa Lucia, ed offerto ancora oggi da lei nel tempo, come solida testimonianza di fede. «Anche Lucia – ha sottolineato Mons. Antonazzo – seppe vivere il suo discernimento tra ciò che è bene e ciò che è male, soffermandosi un poco anzi soffermandosi lungamente a riflettere sul senso della sua vita cristiana, sulla sua vocazione alla verginità, insidiata da promesse lusinghiere e da un possibile avvenire di sposa, in una vita agiata e caratterizzata dalla ricchezza. Di fronte a ciò cosa fece Lucia? Valutò il valore della fede cristiana, accettando di morire da martire e da vergine, nonostante le insidie del tiranno romano». Da tutto ciò, ovvero dalla testimonianza di Lucia, che dopo diciassette secoli è ancora un luminoso esempio di vita e di fedeltà allo Sposo celeste, il Vescovo ha dato conclusione all’omelia, filtrando ancora una volta, in modo implicito, le parole dell’Apostolo Paolo. In particolare ha raccomandato come un corretto stile di vita cristiano, non inteso come una formale apparenza ma come una sostanza di atteggiamenti esistenziali, non debba accettare compromessi con la realtà. Derogare ai propri principi interiori, ai propri valori, riconducibili in ultimo al senso di vita cristiano, significherebbe abdicare alla propria libertà interiore, accettando compromessi con il male, cosa che San Paolo sconsiglia di fare e cosa che Lucia non fece nella propria testimonianza di vita, coronata con il martirio.
Terminata l’omelia, il vescovo ha dato seguito alla celebrazione eucaristica, animata dalla stessa sobrietà delle parole da lui rivolte ai fedeli. Al termine della santa messa, mancando, purtroppo, il consueto “bagno di folla”, cose che avveniva negli scorsi anni, il vescovo, ricevendo due soli membri del comitato festeggiamenti, ha inteso riceve simbolicamente tutta la popolazione della parrocchia di Castrocielo, incluso il primo cittadino, prof. Filippo Materiale ed il comandante della stazione dei Carabinieri di Aqui, maresciallo Sergio Parrillo. Ai due rappresentanti del comitato, intervenuti unitamente al parroco, don Natalino Manna, ha indirizzato tutta la sua stima, lasciando un messaggio di coraggio e di ringraziamento per quanto finora svolto in seno alla parrocchia.
Giovanni Mancini
Foto: di Lucia Alessandrelli e Iva Mancini