L’ultimo dei “Giorni di San Benedetto”, il 21 marzo, in cui si celebra solennemente la sua nascita al cielo, è certamente il culmine di tutti i festeggiamenti. Il Patrono d’Europa e della Città di Cassino è stato doppiamente celebrato: la mattina a Montecassino e il pomeriggio in Città.
Mattina a Montecassino
Nella Basilica Cattedrale di Montecasssino, una solenne Messa Pontificale è stata presieduta dal Card. Beniamino Stella, Prefetto per la Congregazione per il Clero, alla presenza di molte autorità civili e militari, a cominciare, come sempre, da un rappresentante del Governo nazionale, l’on. Benedetto della Vedova, sottosegretario agli Affari Esteri, a tutte le più alte rappresentanze a livello regionale, provinciale e cittadino. Insieme al Sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro, molti Sindaci della Terra di S. Benedetto. E poi ospiti, amici di Montecassino, fedeli, che numerosi hanno partecipato alla celebrazione, arricchita dal Coro “Annibale Messore” di S. Ambrogio sul Garigliano, che si alternava con il Coro dei monaci. A concelebrare altri vescovi, tra cui Mons. Gerardo Antonazzo, e sacerdoti.
Nella omelia, il Card. Stella ha ricordato che talvolta, nel nostro viaggio di “pellegrini incamminati verso il Cielo”, alla ricerca della luce divina, “ci scopriamo affaticati e stanchi, altre volte il nostro passo si fa incerto, oscuro e vacillante, perciò, abbiamo bisogno di essere illuminati da Cristo, vera luce del mondo” e che “San Benedetto può farci da guida e da maestro”. Prendendo spunto dalla Regola di S. Benedetto, ha indicato tre punti fondamentali per la vita cristiana: Quaerere Deum, cercare Dio, aprirsi all’incontro con Lui nella preghiera e “diventare un dono per gli altri, in un esercizio di gratuità e di servizio”. Così si arriva a sperimentare le Beatitudini evangeliche e ad essere “felici”, che Papa Francesco ha affermato essere la caratteristica dei Santi. Il motto della Regola Ora et Labora è una “meravigliosa sintesi di vita cristiana”.
Al termine della celebrazione, gli ospiti hanno sostato in abbazia per la colazione (preparata e servita dagli studenti dell’Istituto Alberghiero cittadino, guidati dai loro docenti) nel refettorio monumentale di Montecassino.
Pomeriggio a Cassino
Nel pomeriggio le celebrazioni si sono spostate a Cassino. Dalla chiesa del monastero femminile di Santa Scolastica è partita una processione, accompagnata e scortata dal Corteo Storico “Terra Sancti Benedicti“, per portare la Reliquia di S. Benedetto e la sua statua alla vicina Chiesa Madre. Qui si è svolta una solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Vescovo Antonazzo e concelebrata dall’Abate di Montecassino Dom Donato Ogliari. In una chiesa colma fino all’inverosimile si è svolta la liturgia, animata dal Coro parrocchiale diretto dal M° Lucidi, in un’atmosfera di grande raccoglimento e partecipazione. Esposte la Reliquia e la Statua del Santo Patrono di Cassino, oltre che dell’Europa, ed anche il Gonfalone della Città, decorato di Medaglia d’Oro al valor Militare, mentre due Carabinieri in alta uniforme facevano scorta ai lati dell’Altare.
Il Vescovo Antonazzo, nel tenere l’omelia https://www.diocesisora.it/istituto/omelia-per-la-festa-di-s-benedetto/ si è riferito alla preghiera liturgica di richiesta al Signore “che celebriamo fedelmente la tua lode e amiamo i fratelli con carità sincera“, soffermandosi sul significato della “carità sincera”, tanto necessaria in questi tempi di asfissia spirituale e solitudine. Nel segno di questa carità sincera, ha detto, tutto rifiorisce, comincia la primavera dello spirito, della società, delle famiglie… Per chiarire meglio il significato, ha tratto dalla Regola le “espressioni sublimi” che riguardano l’accoglienza dell’ospite al quale, chiunque sia, si deve rendere “il debito onore”. La carità più alta e nobile, ha osservato, è quella che dispensa humanitas, che umanizza, riconosce tutta la dignità dell’altra persona. E’ questa oggi, ha sottolineato, la sfida anche per l’Europa: l’accoglienza ospitale dell’abbraccio senza documenti, perché l’altro è “dono”. Nell’altro potrebbe svelarsi la sorpresa di Dio. Praticando l’ospitalità, infatti, spesso si accoglie senza saperlo il Signore e lo si riconosce solo dopo. Allora, come Dio ora accoglie noi come suoi commensali alla mensa della Parola e dell’Eucaristia, così noi facciamoci a nostra volta dispensatori di accoglienza, come ci raccomanda Papa Francesco nella Lettera per la Quaresima. Questo è il tempo propizio per imparare ad aprire la porta all’altro e riconoscere in lui il volto di Cristo.
Terminata la celebrazione, si è svolta la Processione: preceduta dal Corteo Storico “Terra Sancti Benedicti”, aperta dalla Croce, ha visto nell’ordine: gli Oblati Benedettini, le monache benedettine (dei due monasteri, S. Scolastica e S. Maria della Rupe) e i religiosi, l’Abate Ogliari, il Vescovo Antonazzo, la Reliquia, la Statua del Santo, il Gonfalone della Città con il Sindaco D’Alessandro e gli Amministratori, il popolo di fedeli. Un lunghissimo corteo, che – in mezzo a due ali di folla – ha percorso le strade principali fino a giungere a radunarsi in Piazza Corte. Lì, dalla loggia, il Vescovo Antonazzo e l’Abate Ogliari hanno concluso la celebrazione in onore del Santo Patrono e – cosa singolare e toccante! – hanno impartito insieme la solenne benedizione. Solo dopo c’è stato lo spazio per i saluti ed i ringraziamenti a tutte le persone che a vario titolo hanno lavorato per l’ottima riuscita dei festeggiamenti del Marzo Benedettino 2017.
Adriana Letta