Celebrato il 70° anniversario della consacrazione

Il Vescovo propone, nel 70° anniversario, l’Adorazione Eucaristica perpetua nella chiesa di S. Antonio e una Cittadella della Carità, nel cuore della città di Cassino

Il gran giorno

Il gran giorno è alfine arrivato, il giorno del 70° anniversario della consacrazione della ricostruita chiesa di S. Antonio di Padova in Cassino, la prima chiesa ad essere di nuovo fruibile per il popolo dopo la guerra dall’ 8 dicembre 1947. Giorno preannunciato, preparato dall’inizio dell’anno attraverso svariate iniziative e manifestazioni di carattere religioso e spirituale ma anche culturale e sociale. Giorno da celebrare per ricordare, per acquisire consapevolezza storica di quello che è accaduto sul territorio, su cui la guerra si accanì distruggendo tutto, e per rendere grazie a Dio per l’avvenuta ricostruzione e la nuova vita che si è generata. Doveroso ricordare, doveroso celebrare. Così ha fortemente voluto il Parroco, Don Benedetto Minchella, che si è fatto carico, insieme alla sua comunità, di organizzare il tutto, sia le fasi preparatorie sia la giornata clou, l’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione di Maria. Giornata densa, a cominciare dalla Messa dei bambini di catechismo, che hanno fatto un loro omaggio floreale alla Madonna. Vedi qui  fino alle celebrazioni imponenti del pomeriggio.

Il solenne Pontificale

Tutto era disposto, come sempre, a puntino, alle 18.00 per il solenne Pontificale del Vescovo diocesano Mons. Gerardo Antonazzo. Al suo arrivo, il Vescovo ha trovato ad attenderlo Don Benedetto Minchella, e la Banda Città di S. Giorgio che ha suonato per lui sul sagrato della chiesa. Poi Don Benedetto, in segno di accoglienza, gli ha messo la stola e lo ha invitato ad entrare, nel giorno preciso del 70° anniversario della consacrazione e riapertura al culto della chiesa di S. Antonio. Per questo l’ingresso del Vescovo è stato solenne e il Vescovo Gerardo, nel percorso che ha fatto dalla porta all’altare, ha asperso il popolo dei fedeli benedicendolo, poi, arrivato ai piedi dell’altare, si è inginocchiato e fermato per alcuni minuti di preghiera personale.

All’inizio della Celebrazione Eucaristica, Don Benedetto, prendendo la parola, ha voluto ringraziare caldamente il vescovo affermando che in una giornata così solenne, ci si poteva aspettare la presenza di qualche importante Cardinale, ma è stato ritenuto più importante stare con il proprio Pastore, guida della comunità diocesana e parrocchiale. Poi tratteggiando la storia della chiesa, di cui è parroco da 19 anni, ha detto di averla trovata al suo arrivo come un luogo “lugubre e fatiscente”, ma grazie al suo “giovanile furore” di volenteroso parroco e grazie alle tante persone che si sono rese disponibili, la chiesa si è man mano trasformata e riqualificata, sia nelle strutture materiali, perché la Casa di Dio deve in qualche modo far pensare alla bellezza di Dio, sia ancor più nella comunità delle persone, costruita passo dopo passo. Non va mai dimenticato, ha sottolineato, che la bellezza più grande non sta nelle pietre materiali dell’edificio, ma nelle “pietre vive” che sono le persone che compongono la comunità e le danno anima. Dai fedeli, presenti numerosissimi, è giunto un lungo e caloroso applauso a questo discorso, dal Vescovo un forte abbraccio.

L’omelia e le proposte del Vescovo Gerardo

Nella bellissima e forte omelia il Vescovo Gerardo ha sottolineato l’atteggiamento profondamente e concretamente umano di Maria, che con umiltà vera si riconosce creatura e serva di Dio e a cui Dio consegna il suo mistero, facendo di lei la “tenda umana” per accoglierlo, ed ha con forza affermato che la comunità di credenti, per essere come Maria, deve «mantenere forte e alta la differenza tra le proprie scelte di vita improntate ai valori evangelici e il senso comune dominante, oggi prevalentemente pagano, vivere nel mondo conservando vivo il senso del mistero di Dio, essere epifania di questo mistero», perché «il Dio dei cristiani vuole continuamente entrare nella storia di questa umanità in modo discreto ma reale». E in un crescendo di pathos ha detto: «Immagino, sogno, desidero e propongo nella nostra città di Cassino la presenza continua della preghiera. In un mondo distratto e astratto è molto importante quale segno della presenza di Dio dentro il cuore della nostra città. Cosa chiede il Vescovo alla comunità parrocchiale di S. Antonio di Padova nel 70° anniversario della consacrazione della chiesa?

Desidero chiedervi l’impegno e la disponibilità all’ Adorazione Eucaristica perpetua qui, nella chiesa di S. Antonio, nel cuore della città. Una preghiera ininterrotta, durante la quale per tutto il giorno chiunque, a qualunque titolo e per qualunque ragione, possa fermarsi e incontrare quel mistero che si è fatto carne rendendosi presente fino alla fine del mondo nel Pane consacrato. Lo affido a te, Don Benedetto, come Pastore, ma sono fiducioso che con tutta la comunità, con quel dinamismo pastorale che ho avuto modo di conoscere e condividere, sarete disponibili a valutare e valorizzare questo sogno e desiderio che ritengo importante per la città. Il mistero di Dio, come a Nazaret, chiede dimora, cerca una tenda».

Una seconda proposta-provocazione del Vescovo Gerardo è scaturita dalla considerazione che in Maria – sconosciuta ragazza di un villaggio sperduto, insignificante e malfamato – Dio ha scelto la periferia, la debolezza umana, la povertà. «Ciò che rende bella la Chiesa è presiedere i luoghi della povertà. Nella concretezza verso i poveri si gioca, per la Chiesa, la questione di essere allineata nelle sue scelte con le scelte di Dio. Cosa altro chiede il Vescovo in questo 70° anniversario? La scelta dei poveri e degli esclusi esige anche un servizio organico di prossimità agli ultimi per tutta la città di Cassino». Allora, ecco il secondo sogno, che ha esposto “provocando” anche l’Amministrazione civile rappresentata dal Sindaco: «una Cittadella della Carità, che sia centro propulsore che metta insieme tutte le risorse possibili che già operano e che possono potenziare e sviluppare nel nome del Vangelo e sull’esempio di S. Antonio di Padova, Patrono dei poveri. Con questi due pilastri fondamentali, l’Adorazione Eucaristica e l’amore ai poveri, che sono “la carne umana di Cristo Gesù”, la nostra chiesa potrà diventare sempre più bella, percorrendo un itinerario di santità con lo stile di Dio».

La pronta risposta di Don Benedetto

Un forte applauso ha accolto le parole stimolanti del Vescovo Gerardo, a cui, al termine della celebrazione, Don Benedetto ha immediatamente dato risposta, ringraziando il Vescovo e accettando la sfida: «Da subito, ogni mattina, dal lunedì al sabato, terminata la Messa del mattino delle 7.45, fino a mezzogiorno, sarà esposto il SS.mo per l’Adorazione Eucaristica che concluderemo alle 12.00 con la celebrazione dell’Angelus. Diverrà questo un modo per essere un cuore pulsante all’interno di questa città, un cuore che prega e vuole mettersi di fronte alla presenza misteriosa ma sempre benefica del Signore. Per quanto riguarda il titolo che portiamo, S. Antonio di Padova, Patrono dei poveri, facciamo come la Vergine Maria: Come è possibile questo? Piano piano credo che Lei ci aiuterà a trovare modi, luoghi e tempi, interagendo anche con la società civile, i servizi sociali e tutto il mondo del volontariato cassinate. Siamo ben lieti di accettare oggi questa sfida di fare della nostra comunità parrocchiale una cittadella della Carità, per essere testimonianza piena di una fede che opera attraverso la carità. Grazie».

La Processione e l’Incoronazione

Terminata la celebrazione in chiesa, scegliendo il percorso più breve rispetto al programma a causa dell’incertezza meteorologica, ci si è portati processionalmente, con la bella statua dell’Immacolata, nella vicina piazza Diaz, dove, su un’alta colonna, c’è una statua dell’Immacolata familiarmente da tutti detta “la Madonnina”. Lì, come è ormai tradizione trentennale, i Vigili del Fuoco erano pronti e, dopo un breve momento di preghiera guidato dal Vescovo, uno di loro è salito a portare la corona di fiori e luci preparata dalla parrocchia, a Maria, incoronandola. Un momento sempre emozionante e caro al cuore dei cassinati che ben sanno che lì c’era una bella chiesa antica, di cui oggi rimangono solo alcune rovine.

La targa e la festa

Al rientro in chiesa, sosta sul sagrato per un breve ringraziamento del Sindaco Carlo Maria D’Alessandro e lo scoprimento di una targa commemorativa del 70° anniversario, posta sulla facciata della chiesa. Quindi, uno straordinario, magnifico e festoso spettacolo di fuochi pirotecnici a suon di musica, concluso con “Libiam nei lieti calici”: tutti col naso all’insù ad ammirare i colori, i tempi musicali, le sorprendenti trovate. Dopo il rientro in chiesa e la sistemazione della statua, buffet in piazza per tutti, per fare festa. Insomma, un 70° col botto!

Adriana Letta

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