La Parrocchia di Cassino intitolata all’Apostolo rende onore al suo Patrono
Dopo un Triduo di preparazione con preghiere in chiesa e in periferia, le Lodi mattutine, l’Angelus ed il Rosario, la comunità parrocchiale il 24 agosto accoglie il Vescovo
Il Vescovo diocesano Gerardo Antonazzo, martedì 24 agosto, ha presieduto a Cassino la Celebrazione Eucaristica presso la nostra parrocchia in occasione della festa patronale di San Bartolomeo Apostolo.
Il Vescovo ha parlato della bellezza di una comunità cristiana che celebra con viva sensibilità spirituale, riconoscendo in San Bartolomeo un punto guida per la sequela di Gesù. San Bartolomeo, come tanti altri, ha dato una testimonianza viva della fede in Cristo, avvalorata dallo spargimento del sangue, da considerare come un punto luminoso che ci aiuta nel nostro incontro con Gesù che ci chiama e ci svela il suo amore. Ha richiamato l’importanza della prima lettura, tratta dal libro dell’Apocalisse (Ap 21,9-14), le cui parole sono attualissime e che ci offre una stupenda visione: Giovanni accompagnato da un angelo vede nel cielo quella che indica come Città Santa, una grande città santa costruita con materiali preziosissimi, è la Chiesa splendente di Cristo poggiata su 12 basamenti, i 12 apostoli. La Gerusalemme del cielo si fa icona di riferimento per la costruzione della Città della terra. Questa visione finale della gloria dei Santi si costruisce lungo la storia umana, è il risultato di tutte le comunità cristiane sparse nel mondo. Questo significa che siamo tutti impegnati nella costruzione di una Città bella, da curare ed amare, così da renderla vivibile, splendente ed unica. La Chiesa vive nella storia, non si chiude in sé stessa, ma affronta con coraggio il suo cammino in mezzo a difficoltà e sofferenze. Perché questo avvenga, in armonia, occorre far riferimento ad un centro, una “perla rarissima e preziosissima”: incontrare il volto di Cristo. Questo è ciò che fece San Bartolomeo quando si è lasciato evangelizzare dall’amico Filippo, superando la sua iniziale diffidenza.
Il Vangelo di Giovanni fa emergere tre punti di riflessione:
– Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?» Questo ci dice che Dio lo incontriamo nelle condizioni inimmaginabili: “Dio ti incontra dove sei”. dobbiamo andare oltre il nostro pessimismo e crescere con Gesù.
– Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Si tratta di uno splendido elogio ad una persona definita “sempre onesta”. Da queste parole di Gesù egli si sente toccato nel cuore, si sente compreso e capisce: quest’uomo sa tutto di me, a quest’uomo posso realmente affidarmi.
– Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». La Fede è un incontro con Gesù vivo, si deve vedere di persona, serve un incontro con Dio che ci conosce da sempre. Non conosciamo la verità se non ne facciamo esperienza, se non incontriamo le persone, se non partecipiamo delle loro gioie e dei loro dolori.
Per costruire una comunità cristiana dobbiamo diventare comunità viva con una fede reale come quella di San Bartolomeo che ha incontrato il Signore: la Fede è l’esperienza di un incontro.
Al termine della Celebrazione la statua del Santo è stata portata in processione, senza popolo, per le vie del quartiere. Al rientro in chiesa è stata accolta da uno spettacolo pirotecnico. Con lo sguardo rivolto al Cielo di Dio, e vivendo nel rapporto costante con Cristo al quale dobbiamo aprire il nostro cuore e la nostra mente nella preghiera personale e comunitaria, noi impariamo a vedere le cose in modo nuovo e a coglierne il senso più vero.
Barbara Gentile
Foto di Generoso Struzziero