Numerosi i fedeli accorsi nella Parrocchia S. Antonio di Padova per lucrare l’indulgenza plenaria
Una chiesa francescana o una qualsiasi chiesa parrocchiale sono il luogo per celebrare il “Perdono di Assisi” e ottenere l’indulgenza plenaria. A Cassino la Parrocchia di S. Antonio di Padova ha organizzato giovedì 2 agosto una celebrazione comunitaria del Perdono di Assisi, dono speciale del Signore, “anticipo di Paradiso”, che ha richiamato moltissimi fedeli, nonostante la pioggia e l’afa.
Si è iniziato alle 18.15 con la recita del Rosario francescano per prepararsi bene alla Celebrazione Eucaristica, mentre molti fedeli erano in fila per le confessioni. Alle 19.00, in apertura di celebrazione, il Parroco Don Benedetto Minchella ha invitato i presenti ad unirsi spiritualmente ai francescani e a quanti si trovavano ad Assisi in S. Maria degli Angeli, alla Porziuncola, la chiesa che, offrendo la misericordia di Dio, «continua a ‘generare paradiso’ ancora dopo otto secoli», come ha detto Papa Francesco. Poi ha ricordato le condizioni canoniche per ottenere l’indulgenza plenaria, dono che S. Francesco ottenne da Dio e che fu sancito da papa Onorio III: essere pentiti e distaccati dal peccato, confessarsi, fare la comunione eucaristica, pregare secondo le intenzioni del Papa, recitare il Credo e almeno un Pater, Ave, Gloria.
Chiesa gremita, grande partecipazione e raccoglimento. Davanti al presbiterio era stato esposto il Crocifisso di San Damiano e davanti ad esso il Celebrante ha guidato la preghiera comunitaria del Credo e le altre previste per ottenere l’indulgenza plenaria. Poi, dopo la liturgia della Parola, Don Benedetto ha ricordato che da quel Crocifisso San Francesco aveva sentito la voce di Gesù che gli diceva: “Francesco, va’ e ripara la mia casa”, ma che prima di ottenere quella risposta da parte del Signore, aveva pregato tanti giorni per sapere quale fosse la volontà di Dio sulla sua vita. Dunque, invece di fare l’omelia, ha invitato i presenti a far silenzio e a recarsi, senza un ordine preciso, quando ognuno se la sentiva, davanti al Crocifisso e accendere un lume, esprimendo nell’animo la propria preghiera e soprattutto chiedendo al Signore che si faccia manifesta nella nostra vita la sua volontà. Il primo cero ad accendersi è stato quello del celebrante, poi via via tutti, silenziosamente si sono messi in fila ed hanno acceso ognuno la propria candelina carica di tutte le intenzioni e preghiere manifestate intimamente nel dialogo con il Signore. Ed è stato un lungo, intenso e suggestivo momento. Altro momento particolarmente intenso è stato il Padre Nostro, quando tutti si sono presi per mano formando un’unica catena umana di fraternità.
Al termine della Messa, la benedizione è stata impartita proprio con il Crocifisso di San Damiano, che in seguito è stato offerto alla devozione e ad un gesto di affetto dei fedeli partecipanti, che volentieri e in massa hanno aderito all’invito, tornandosene a casa con tanta pace nel cuore. Non pioveva più quando sono usciti dalla chiesa e l’aria si era fatta più leggera.
Adriana Letta