Domenica 20 settembre 2015 la Messa comunitaria delle 11.15 nella chiesa parrocchiale di S. Simeone Profeta ad Alvito si è gioiosamente animata grazie alla partecipazione di numerosi bambini e ragazzi accompagnati dalle loro famiglie. Si è voluto celebrare infatti, con una solenne e festosa Eucarestia, l’inizio del nuovo anno scolastico, per poter mettere così, nelle mani del Signore e sotto lo sguardo protettivo della nostra Madre Celeste, gli impegni, le fatiche, i propositi e le speranze di tutti gli studenti e degli educatori.
Durante l’omelia, il parroco, don Alberto Mariani, commentando il brano del Vangelo di Marco (9,30-37) proposto dalla liturgia, ha focalizzato l’attenzione sulle parole di Gesù, che rivolgendosi ai Dodici, dice: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. Ha ricordato così all’assemblea il valore del servizio e dell’accoglienza, invitando tutti i presenti a lasciare da parte pregiudizi, manie di grandezza e invidie e a tornare, anche solo per un istante, bambini e riscoprire dunque il valore e l’importanza della gioia, della freschezza, della spontaneità, della capacità di amare senza riserve, in maniera libera e incondizionata, tipiche dell’infanzia. Don Alberto ha ribadito poi l’importanza dell’educazione spirituale e nella fede dei giovani, che deve procedere di pari passo alla formazione conoscitiva e intellettuale, per dare vita così ad una crescita umana integrale delle nuove generazioni. Ha infine esortato tutti, grandi e piccini, a tenere ben presente nel cuore che essere primi non significa avere potere o denaro bensì farsi servi per amore come Gesù stesso ha fatto.
Tra i sorrisi e la vivacità dei bambini, tutta la celebrazione eucaristica è stata pervasa da una splendida atmosfera di gioia e di serenità e insieme ai canti e alle preghiere si sono vissuti momenti intensi e toccanti, come la presentazione dei doni – con la consegna sull’altare di un libro, di un quaderno e di uno zaino, segni allo stesso tempo della fatica ma anche della bellezza dello studio - e la benedizione finale dei diari e degli zainetti. Si è manifestata insomma, con un’attiva partecipazione di tutti e soprattutto dei bambini ai vari momenti della liturgia, la bellezza di una Chiesa che vuole crescere e maturare nella fede, che non intende essere semplicemente parrocchia, ma famiglia parrocchiale, un luogo cioè in cui, nella varietà dei carismi e dei ministeri, ognuno possa sentirsi accolto e valorizzato nelle proprie capacità e dove tutti possano sentirsi a casa. Un luogo dove imparare l’amore e il servizio e dove l’attenzione e le energie sono rivolte alle nuove generazioni, perché è in esse che risiede il futuro della Chiesa.
– Paolo Pizzuti