Celebrate le cresime interparrocchiali per i giovani di San Bartolomeo Apostoloe di Sant’Antonino
Domenica 6 ottobre, il Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo, ha confermato nella fede i ragazzi e le ragazze delle parrocchie di San Bartolomeo Apostolo e di Sant’Antonino, 20 giovani ai quali sua Eccellenza ha detto: “l’importanza di questo momento è ciò che viene domani; dobbiamo crescere nella fede ed esserne testimoni. Oggi compiamo con fiducia questo nostro celebrare, invocare e ricevere il dono, ma dobbiamo ravvivare il dono della vita e dentro la vita riconoscere i doni di Dio”.
Nella sua profonda omelia, il Vescovo facendo riferimento alle letture del giorno, ha richiamato l’attenzione sul dono, bene prezioso, di testimonianza e dello Spirito Santo, soprattutto attraverso le parole dell’apostolo Paolo.Il primo dono è la Sua Parola, una Parola che rivela i tanti doni con cui arricchisce la nostra vita. Oggi siamo tutti troppo distratti, ed una delle tentazioni più grandi è quella di non apprezzare le cose che avvengono quotidianamente, andando alla ricerca di stranezze che ci distraggono dalla bellezza della vita di ogni giorno, dai doni di ogni giorno, rischiando di considerarli una cosa scontata; le cose scontate ci privano delle forze e tutto diventa debolezza. Uno dei mali più gravi, che interessa anche tanti giovani, è la depressione; dietro c’è sempre una depressione spirituale che si sviluppa quando perdiamo il contatto con Dio e con ciò che ogni giorno compie per noi come dono del suo Amore. Dobbiamo sempre tenere presente che il Signore entra a porte chiuse e, indipendentemente dalla nostra fedeltà, Lui continua perennemente a ricolmarci dei Suoi doni. I doni meritano un grazie, ma se noi siamo distratti non diciamo grazie a nessuno, perché tutto sembra così normale da diventare banale, e quando siamo noi stessi a diventare banali la nostra vita è sciupata. L’Eucaristia deve essere colma del nostro grazie per tutti i doni di Dio, in particolare, per il dono della vita, in quel giorno speciale i cresimandi hanno detto grazie, davanti all’ Altare sul quale, poco dopo si è compiuto il sacrificio di Gesù al Padre per noi, per il dono della vita; è da esso che tutto inizia, in esso possiamo riconoscere tutti gli altri doni. Rivolgendosi ai genitori ,ai padrini e alle madrine il Vescovo ha incoraggiato loro,a cercate ogni giorno, di dire grazie al Signore per il dono della vita, da custodire, da ravvivare riaccendendo un fuoco che tende a spegnersi, soffiandoci idee buone di rispetto per la vita propria e altrui.
Parlando ai giovani, il Vescovo ha detto: “Cari ragazzi, oggi non possiamo parlare dello Spirito Santo e della cresima se non c’è un terreno per accogliere questo dono, altrimenti viene sperperato, viene sperduto; se non siamo un terreno disponibile ai doni di Dio, se siamo di marmo, non è colpa di Dio, come ci ha ricordato la prima lettura, ovvero, non lamentarti di Dio se tu non sei un uomo di fede, perché il giusto vive di fede e riconosce l’opera di Dio”. Nel nostro linguaggio spesso confondiamo due parole: dono e regalo. Non sono la stessa cosa, il regalo riguarda sempre qualcosa di materiale, è un segno di attenzione, di amicizia; il dono non è una cosa materiale, per far sì che un regalo diventi dono deve poter esprimere gli affetti dell’animo, del cuore. Dio ci fa doni con i quali trasmette il suo Amore, la vita, la fede, oggi il dono dello Spirito nell’unzione crismale; come dice l’apostolo Paolo “custodisci il dono dello Spirito Santo che è un bene prezioso”.Con il dono dello Spirito nella cresima noi siamo chiamati a conservare la nostra fede, a crescere in essa ed a vivere per la fede. Con il sacramento della Cresima confermano la fede del battesimo per capire cosa siete diventati esso, altrimenti la cresima non serve. Riconfermano l’essere cristiani, cresciamo nella fede, anche con l’età; l’importanza di questo momento è ciò che viene domani, il crescere nella fede, altrimenti questo dono morirà, se non si cresce si resta dei nanetti; il nanismo spirituale è terribile, ci sono adulti rimasti bambini nella fede, pregano pretendendo tutto da Dio; questa è una fede immatura, non cresciuta. Il Vescovo Gerardo ha continuato esortando i giovani, che ascoltavano con attenzione, a testimoniare la fede, ricordando le parole di San Paolo “non vergognarti di dare testimonianza al Signore Gesù”, sottolineando come la prima forma di affermazione che dobbiamo dare è a noi stessi con la fedeltà al Signore, la messa domenicale, la gioia di essere cristiani.Concludendo, sua Eccellenza ha ricordato a tutti i presenti adulti che se vivono come testimoni di Cristo Gesù educheranno i giovani alla fede rendendoli migliori e questa è la nostra gioia.La cerimonia è continuata in un’atmosfera di contemplazione, le preghiere dei presenti si elevavano al cielo come il fumo dell’incenso il cui profumo esprime la dolcezza della presenza della Trinità, il Vescovo, con le mani stese sui cresimandi, ha supplicato Dio di infondere in loro il Suo Santo Spirito Paraclito, poi i ragazzi e le ragazze, in modo composto, si sono recati all’altare per la Crismazione, ricevuto il sigillo dello Spirito Santo sono tornati al posto per ringraziare il Signore che ha donato loro una impronta spirituale indelebile.Nel momento dell’Eucaristia i Cresimati hanno ricevuto la Comunione sotto le due specie, del pane e del vino, per sottolineare la solennità del momento che stavano vivendo.La celebrazione è proseguita regolarmente, prima della conclusione il Vescovo Gerardo ha recitato la Supplica alla Regina del Santissimo Rosario di Pompei, invocando la protezione della Madonna su tutti i presenti.Dopo la solenne benedizione, i Cresimati hanno fatto una foto di gruppo con Sua Eccellenza, i Parroci ed i catechisti, ed hanno ricevuto una pergamena per ricordare una giornata fondamentale nella vita di ogni cristiano, la partenza di un percorso di crescita che li condurrà ad essere testimoni credibili di Cristo Risorto.
Barbara Gentile
Foto di Generoso Struzziero e Alberto Ceccon