Era la notte del 12 gennaio 1916 quando l’improvviso scoppio di un incendio danneggiò irrimediabilmente lo storico tempio della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Sora. Rimasta miracolosamente indenne dal terremoto del 1915, esattamente nel giorno dell’anniversario, una svista umana cancellò anni di storia. A cento anni di distanza si pubblica per la prima volta un racconto inedito di chi visse in prima persona gli attimi concitati di quella terribile calamità. L’Autore è il già conosciuto padre Francesco Iannucci, benemerito passionista del Ritiro sorano di Santa Maria degli Angeli, cronista puntuale e preciso del convento di cui, dopo aver pubblicato le memorie sul terremoto del 13 gennaio 1915 e sulla seconda guerra mondiale a Sora, riportiamo il resoconto dell’incendio così come è raccontato nella Platea del convento sorano.
Il documento, sconosciuto agli storici locali che a vario titolo hanno trattato la storia della Chiesa Cattedrale, risulta utile per la presenza al suo interno di numerose notizie, tra le quali la conferma diretta della totale distruzione della statua di S. Restituta, notizia messa in dubbio da più parti, ma che oggi trova il suo inoppugnabile documento storico.
«Era prossimo il primo triste anniversario del funestissimo terremoto del giorno 13 gennaio 1915. Mons. Vescovo aveva ordinato che nel giorno 12 gennaio 1916 si cantasse un solenne Te Deum in ringraziamento per i vivi, e nel seguente giorno 13 si celebrasse un solenne funerale per i morti nel terremoto. È da ricordare che la Chiesa Cattedrale era rimasta perfettamente illesa dalla tremenda scossa del terremoto fu quindi subito riaperta al pubblico e vi fu portata la grande urna di marmo, dissotterrata con grande solennità presenziata da tutte le Autorità Ecclesiastiche, Civili e Militari, dalle macerie della Chiesa di S. Restituta e contenente il sacro corpo della Santa Patrona e Compagni Martiri, come pure vi fu trasportata la statua in legno della medesima Santa Martire.
La detta sera dunque del 12 fu cantato il solenne Te Deum, e dopo i Sacrestani prepararono il gran Catafalco per il domani. Verso le undici della notte fu avvertito uno spaventoso incendio che alle 5 del funestassimo anniversario del 13 aveva già ridotto la storica Cattedrale di Sora in cenere!!! Tutto andò distrutto in maniera spaventevole del pari che incredibile. Della statua di S. Restituta non si poterono salvare neppure i carboni rimasti travolti dal crollo fumante del tetto; la grande corona di oro puro che cingeva la testa della Santa si fuse come cera, e solo si trovò quasi intatta una delle rose che formavano detta corona. Fortunatamente restò illeso il S. Corpo della Santa Patrona perché sito in un altare laterale della terza navata dove l’incendio non si propagò in maniera del pari prodigiosa. A stento fu salvato il Sacro Ciborio ed il Corpo di S. Giuliano Martire. Quale triste anniversario del funestassimo 13 Gennaio 1915! Fu per Sora un altro giorno di terrore e spavento. Il popolo poi più che dell’incendio della Cattedrale si doleva forte della distruzione della statua di S. Restituta, rimasta, come già si disse, illesa tra le rovine del terremoto. Quali le cause di tanta sventura? Mistero! I benemeriti Sacrestani sostennero dinanzi al Giudice istruttore, che l’incendio era stato causato da qualcuna delle lampade che ardevano dinanzi alla statua di Sant’Emidio, vestita in panno naturale, ma … ritengo che lo spaventevole incendio incominciò dal soffitto per qualche moccoletto lasciatovi acceso imprudentemente da qualcuno che vi si era recato per prendere qualche cosa concernente il catafalco, così tutto si spiega il rapido, fulmineo, spaventevole incendio, altrimenti tutto resta, per me, un doloroso mistero! Per fortuna il Capitolo della Cattedrale già teneva in serbo trentamila lire per il progettato abbellimento della Cattedrale, il Santo Padre Benedetto XV diede lire diecimila, si fecero collette dappertutto, ma poco fruttuose a causa del terremoto e della guerra già funestamente scoppiata tra l’Italia e l’Austria, ma il Signore provvederà. La nostra Casa Generalizia dei SS. Giovanni e Paolo si sottoscrisse per 160 lire e le mandò subito. Questo ritiro di Sora trovandosi ancora con i guai del terremoto, cedé a beneficio della Cattedrale le lire sessanta che mons. Vescovo voleva dare al P. Rettore quale compenso di un corso di purificazione tenuto, nella Quaresima, dal p. Raffaele nella chiesa di S. Bartolomeo di Sora: e la nostra tenue offerta tornò molto gradita nei momenti e circostanze presenti».
Lucio Meglio