Il Vescovo Antonazzo celebra la Messa nella cappella dell’Università di Cassino con la comunità accademica
In preparazione al Natale, una Messa con la comunità accademica. E’ quanto si è vissuto stamani presso l’Università di Cassino e del Lazio meridionale, dove il Vescovo, Mons. Gerardo Antonazzo, ha celebrato l’Eucaristia nella piccola e raccolta cappella universitaria al campus della Folcara. Presente a concelebrare il cappellano Don Benedetto Minchella, ad animare la liturgia il Coro universitario diretto dal M° Fulvio Venditti. Hanno partecipato studenti, docenti e personale dell’ateneo, a cominciare dal Rettore prof. Giovanni Betta e dal Direttore Generale dott. Antonio Capparelli.
Questo momento di sosta che ci ritagliamo oggi tra i vari impegni di ognuno, ha detto il Vescovo in apertura, sia un rilancio della nostra preparazione alla venuta del Signore, nel prossimo Natale. Poi, commentando la pagina di Vangelo appena proclamata (Mt 11, 11-15), che contiene la frase di Gesù “In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista“, ha fatto notare quanto questa lode sia bella e straordinaria e si è soffermato proprio sulla figura di Giovanni Battista e, trovandosi in un contesto “di alto profilo accademico” in particolare su una sua peculiare dote: l’onestà intellettuale, dote di cui oggi c’è grande necessità.
Giovanni Battista, infatti, avendo cominciato a predicare la conversione e la penitenza e a battezzare, lo faceva in modo tanto entusiasmante, convincente e coinvolgente, che aveva sollevato un’onda di “grande successo”, umanamente parlando, tanto che molti cominciavano a ipotizzare che fosse lui il Messia tanto atteso, tanto era grande la statura morale e coerente alle sue dure scelte di vita la testimonianza di quest’uomo. Non sarebbe mancato niente a Giovanni Battista per cavalcare questa onda di successo. Ma Giovanni non cedette affatto alla tentazione tutta umana di ideologizzare la sua predicazione, di piegare al proprio vantaggio questo “successo”. Questo è l’ideologismo, quando non si cerca più la verità, ma la si piega ai propri scopi e interessi. Giovanni volutamente si è rifiutato di farlo, dichiarando: non sono io il Messia, c’è un altro più grande di me che deve venire. Giovanni che indica il Messia sta indicando la Verità. Orienta alla Verità, non la strumentalizza. Il veleno che piega la Verità al proprio interesse è sempre in agguato, secondo quel “monoteismo del sé” di cui parla Pierangelo Sequeri con questa efficace espressione. Egli era un cercatore di Dio e un indicatore di Dio, cioè tendeva alla Verità e la indicava anche agli altri. Questa sua assoluta onestà intellettuale fu pronto a portarla avanti fino alle estreme conseguenze, fino al sacrificio estremo della vita. Fu infatti decapitato da Erode. Vuol dire che per la fedeltà alla Verità, fu pronto a pagare di persona, senza mai cercare nulla per sé. Questa riflessione può coinvolgerci, questo è per noi un esempio da seguire anche nella nostra vita, in ogni settore, disciplina, attività, nel campo professionale, della ricerca e della guida dei giovani, ai quali va additata la Verità, a tutti i costi. Noi dobbiamo conoscere, interpretare e indicare la Verità. Questa ci supera. Perciò bisogna rimanere fedeli non a quello che ci fa più comodo, ma a ciò che ci supera e merita di essere riconosciuto.
Al termine della celebrazione c’è stato un cordiale momento di scambio di auguri fra tutti i presenti.
Adriana Letta
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