Chi-Amati a Rispondere: Intervista a don Antonio Castagnacci

In occasione della 52° Giornata di preghiera per le vocazioni, vogliamo iniziare una nuova Rubrica del sito dedicata alle Vocazioni:’Chi-Amati a Rispondere‘ seguendo le linee guida del Vescovo nella Lettera Pastorale per l’anno 2014-2015

Pubblichiamo il prezioso contributo di don Antonio Castagnacci, Incaricato del settore vocazioni della Commissione regionale per il Clero e la Vita consacrata.

La Chiesa celebra oggi la Giornata di preghiera per le vocazioni. Qual è l’importanza di questa giornata? E soprattutto in questi tempi in cui la dimensione religiosa è relegata ad un ruolo marginale nella vita di tanti?

«La quarta domenica di Pasqua la Chiesa tutta, rispondendo all’invito di Gesù, si mette in atteggiamento di preghiera per chiedere al Signore della messe…operai nella sua messe. È una giornata importante perché riconduce la Chiesa alla verità della sua origine e della sua missione: è l’opera della redenzione attuata dal Risorto e riconosce che senza di Lui non va da nessuna parte. La Chiesa è chiamata a pregare, prima che a mettere in cantiere iniziative vocazionali, perché fa suo quanto dice Gesù: senza di me non potete far nulla. Certo non è sufficiente la preghiera di una domenica, ma questa giornata ha il fine di ricordare a tutti i cristiani che le vocazioni sacerdotali e di speciale consacrazione sono un dono per tutta la Chiesa e per tutta l’umanità. E tutti dunque devono rispondere all’invito del Signore di pregare. Tali vocazioni non sono una nostra conquista, ma un dono di Dio.

In questo periodo in cui la fede di tanti cristiani è tiepida, vacillante e a volte marginale è necessario che le persone, che sono guidate dallo Spirito Santo, si mettano al servizio di tutti, pregando con insistenza senza stancarsi, perché ci sia una nuova Pentecoste. La vocazione sacerdotale e religiosa è un problema di fede, come ricorda Papa Francesco nel suo messaggio per questa giornata. “Alla radice di ogni vocazione cristiana c’è questo movimento fondamentale dell’esperienza di fede: credere vuol dire lasciare sé stessi, uscire dalla comodità e rigidità del proprio io per centrare la nostra vita in Gesù Cristo; abbandonare come Abramo la propria terra mettendosi in cammino con fiducia, sapendo che Dio indicherà la strada verso la nuova terra.” (Messaggio del Papa 52 giornata mondiale).

Tutte le comunità sono chiamate a interrogarsi sulla qualità della loro fede. Da una fede qualitativamente solida possono nascere vocazioni. La missione della Chiesa è formare cristiani adulti nella fede, che comprendano che la loro missione è annuciare a tutti la bellezza dell’incontro con Gesù. Fare ciò è la condizione per la fioritura di nuove vocazioni. Altrimenti il rischio è il proselitismo vocazionale. “Ascoltare e accogliere la chiamata del Signore non è una questione privata e intimista che possa confondersi con l’emozione del momento; è un impegno concreto, reale e totale che abbraccia la nostra esistenza e la pone al servizio della costruzione del Regno di Dio sulla terra. Perciò la vocazione cristiana, radicata nella contemplazione del cuore del Padre, spinge al tempo stesso all’impegno solidale a favore della liberazione dei fratelli, soprattutto dei più poveri. Il discepolo di Gesù ha il cuore aperto al suo orizzonte sconfinato, e la sua intimità con il Signore non è mai una fuga dalla vita e dal mondo ma, al contrario, «si configura essenzialmente come comunione missionaria» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 23).” (Messaggio del Papa 52 giornata mondiale)».

A livello locale sembra emergere una certa vivacità nelle iniziative che sono volte a promuovere le vocazioni. Potrebbe delineare un quadro nella nostra Regione?

«Tante sono le iniziative che le Diocesi del Lazio mettono in atto. Ne ricordo alcune: settimana di preghiera con Veglia vocazionale che culmina nella IV domenica di Pasqua; incontro dei seminaristi con le comunità parrocchiali, in particolare con i ragazzi; campi vocazionali; la preghiera del Monastero invisibile che si estende per tutto l’anno; incontro con comunità religiose; valorizzazione dei ministranti che svolgono per tutto l’anno il servizio all’altare; attenzione ai cresimandi».

Quali parole rivolgerebbe ad un giovane affinché trovi il coraggio di rispondere il suo Sì alla chi-amata?

«Faccio mie le parole del Papa, che nel suo messaggio ha scelto per questa giornata l’icona dell’Esodo : Questa dinamica esodale, verso Dio e verso l’uomo, riempie la vita di gioia e di significato. Vorrei dirlo soprattutto ai più giovani che, anche per la loro età e per la visione del futuro che si spalanca davanti ai loro occhi, sanno essere disponibili e generosi. A volte le incognite e le preoccupazioni per il futuro e l’incertezza che intacca la quotidianità rischiano di paralizzare questi loro slanci, di frenare i loro sogni, fino al punto di pensare che non valga la pena impegnarsi e che il Dio della fede cristiana limiti la loro libertà. Invece, cari giovani, non ci sia in voi la paura di uscire da voi stessi e di mettervi in cammino! Il Vangelo è la Parola che libera, trasforma e rende più bella la nostra vita. Quanto è bello lasciarsi sorprendere dalla chiamata di Dio, accogliere la sua Parola, mettere i passi della vostra esistenza sulle orme di Gesù, nell’adorazione del mistero divino e nella dedizione generosa agli altri! La vostra vita diventerà ogni giorno più ricca e più gioiosa! (Messaggio del Papa 52 giornata mondiale)».

Carla Cristini

Categorie: Chi-Amati a Rispondere