Chi-Amati da TE, spinti da una Vocazione

Da pochi giorni si è concluso il campo scuola di Azione Cattolica organizzato dal Settore Giovani in collaborazione con il laboratorio della formazione diocesana, e l’elenco delle esperienze si arricchisce ancora, iniziando davvero a perdere il conto dei tanti campi parrocchiali e diocesani organizzati e vissuti.

Con lo stesso entusiasmo della prima volta, con la valigia già pronta dalla sera prima sono partito per una nuova esperienza, sicuramente diversa dalle precedenti, ricca di momenti indimenticabili da condividere insieme a vecchi e nuovi amici, un weekend che, una volta terminato, lascerà nella mente il pensiero che “le cose belle durano sempre poco”.

Un campo in cui, ripartendo dalle parole della lettera pastorale del nostro Vescovo Gerardo, ci siamo interrogati sulla nostra vocazione cristiana, su quella speciale chiamata che Dio riserva a ciascuno di noi ad essere dono per gli altri, spendendo il nostro tempo con generosità al servizio di tutti. Come una strada in cui c’è nebbia, difficile da percorrere perché coscienti di quello che si lascia, non immaginando però cosa si trova, allo stesso modo, per chi intraprende un cammino da educatore ed animatore, lo smarrimento e la paura di percorrere questa strada, accompagnano il momento della scelta responsabile del delicato passaggio da accompagnato ad accompagnatore, ma non dimentichiamoci che in questo non siamo soli!

E proprio perché non siamo soli, voglio ringraziare di cuore i miei compagni di viaggio, l’instancabile Consiglio giovani di AC sempre pronto a nuove sfide e proposte per il mondo dei giovani, i responsabili del settore ACR e della formazione per la loro costante collaborazione e tutti i partecipanti del campo che si sono messi in gioco durante questi pochi giorni. Una sola ma grande parola: GRAZIE.

Ma una volta tornato a casa, ripensando alla ricchezza di questi intensi giorni, tante le domande che hanno affollato la mia mente. Questi due giorni di campo saranno stati all’altezza delle aspettative dei partecipanti? Siamo riusciti a dare tutto quello che si poteva dare, mettendoci ognuno a disposizione dell’altro per costruire “legami di vita buona”?

La risposta a queste tante domande l’ho trovata in alcune toccanti parole, quelle di chi come me, ha vissuto pienamente questa esperienza e vuole raccontarsi, testimoniando la gioia di essere chiamati e amati da Dio.

Valentino Gabriele

Lezioni, esami, colloqui di lavoro, affitto, ritardi dei mezzi pubblici …Siamo una generazione che VA DI FRETTA. La nostra vita scorre troppo velocemente; le nostre giornate sono troppo corte. Anche il nostro cervello è di corsa: ha imparato a selezionare e rielaborare solo le informazioni davvero indispensabili alla quotidianità.

Mi chiamo Jessica, ho 21 anni e vado sempre di fretta! Nell’ ultimo week-end, però, sono riuscita a premere il tasto “PAUSA”, aprendo una parentesi in mezzo al flusso frenetico della mia vita. E’ stata una fortuna ricevere l’invito di partecipare al campo giovani. Non sapevo proprio cosa aspettarmi, ma il tema mi incuriosiva tantissimo. “Chi-Amati da Te”, ho letto sulla locandina. E subito ho ripensato alla Missione Popolare di settembre, in cui abbiamo regalato ai bambini tanti smartphone di carta che ricevevano telefonate direttamente dal Cielo. “Magari fosse così semplice!” ho pensato. “Il tempo per rispondere alla telefonata di Gesù Cristo lo troverei sicuramente!”. Eppure adesso, dopo l’esperienza del campo, ho dovuto ricredermi e mi sono resa conto che sul telefono della mia vita forse ci sono diverse “chiamate perse”.

In questi due giorni ho liberato la testa da tutte le ansie e le preoccupazioni e ho provato ad analizzare quei pensieri accantonati, scartati da tutti gli impegni giornalieri.

Gli organizzatori del campo ci hanno immersi in un percorso di introspezione toccando temi della vita giovanile che dell’esterno possono sembrare semplici e banali ma che in realtà sono le basi della nostra stessa esistenza.

CHIAMATA vuol dire VOCAZIONE: spinta verso un progetto ad opera di Qualcuno molto più grande di noi. Come ha tenuto a sottolineare Don Fabrizio, quando Dio ci sceglie, non c’è via di scampo.

Allora perché opporsi? Perché rimanere sordi? Gli obiettivi di Dio includono SEMPRE la nostra FELICITA’.

Rispondere alla Sua Vocazione vuol dire dare a noi stessi la possibilità di sentirci veramente DEGNI DI ESISTERE. Disegnando la “strada” della mia vita nella prima attività del campo, ho avuto modo di riflettere sugli ostacoli che hanno caratterizzato il mio percorso di risposta, sulle persone che mi hanno accompagnata e su quelle che mi hanno lasciata sola. Ho potuto collocare e analizzare il “ponte” sul vuoto che mi ha fatta maturare, così come le curve e i sassi che ho dovuto superare. Sì, perché RISPONDERE vuol dire RISCHIARE, essere pronti a tutto, rinunciare anche ai propri sogni pur di riuscire a fare “goal”.

Questi due giorni mi hanno aiutata a concludere che la grande vocazione della mia vita è arrivata già tanto tempo fa. Devo dire che l’entusiasmo della risposta iniziale non è mai decaduto, ma le paure e le preoccupazioni sono aumentate con il passare del tempo, così come la voglia di buttarsi giù e le lacrime versate. Il bello, però, è che la Chiamata arriva tutti i giorni, sotto tante sfaccettature diverse. Non mi può capitare di dimenticarla o di trascurarla volutamente.

Aprire gli occhi e scendere dal letto per affrontare il mondo … Già questa è una vocazione!

Mi sono resa conto che i miei impegni quotidiani non sono poi così meccanici. Hanno tutti il loro fine, la loro realizzazione. La Chi-amata di Dio è una dimostrazione di AMORE. Egli ci fa sentire importanti, ci sceglie. Ci offre l’opportunità di dare un senso alla nostra vita.

Come si può ignorare una proposta del genere?

Jessica Rea

Spesso noi giovani viviamo in una situazione di incertezza, attratti si dalla narrazione religiosa ma con la paura di non riuscire a trovare nella religione un fondamento, una spiegazione a ciò che si prova nei confronti di Gesù. Io, ho preferito non restare in forme di credenza segnate da indeterminatezza ed ho deciso, voluto, sentito di voler partecipare a questo campo giovani per poter iniziare a dare a me stessa una Risposta ad una Chiamata d’Amore. Ho potuto sperimentare la gioia che scaturisce dal perdono di Dio mediante il Sacramento della Riconciliazione; ho meglio compreso che l’abbraccio di Dio si rivolge a tutti ed anche se con varie difficoltà, Lui da modo di ricambiare il suo gesto, aspettando con ansia e perdonando anche chi si è smarrito di brutto. Breve ma intenso, i 2 giorni mi hanno aiutato a dare una risposta più chiara alla Chiamata di Cristo: acquisire la sua capacità di amare, porta a conformarci con Lui. Non si nasce per caso ma la nostra Vita è un dono che va vissuto nella pienezza di tutto ciò che essa comporta. Solo però incontrando Gesù possiamo dare “forma” al progetto che Dio ha per noi. Ragazzi, non dobbiamo essere restii alla Chiamata di Cristo: prendiamola in considerazione, pensiamoci, Ascoltiamola! Per tutti noi è necessario Cristo per rispondere alle nostre vocazioni: tutto ciò porterà solo ad essere felici.

Io concludo questa mia piccola testimonianza, ringraziando tutti coloro che mi hanno permesso di fare questo cammino, per poter giungere a tutte le considerazioni precedentemente scritte.

In ultimo, perché IMPORTANTE, un ringraziamento a GESÙ, che ha avuto la forza, la pazienza e la costanza di aspettare la mia risposta che riassumo in un enorme: SI, IO (CHI)AMATA ALL’AMORE, ci sono!

Annarita Isola

Il campo appena trascorso ci ha dato diverse opportunità per condividere la nostra fede, che ognuno di noi, con coerenza e dedizione, cerca di fare vita, nonostante le difficoltà che incontriamo sul nostro cammino. Di questi giorni raccolgo tre conclusioni:

Dio mi cerca…Dio si fa presente nella nostra vita con delicatezza, rispetto e comprensione… in punta di piedi. Dio con la sua creatività riesce ad incastrare sempre i suoi momenti con i nostri momenti facendoci fare le giuste esperienze, quelle che ci illuminano e ci guidano nella direzione giusta, quella della felicità piena. Questo campo nella sua semplicità di argomenti e di attività ci ha offerto la possibilità di lasciarci trovare da Dio.

Dio mi ama…Dio ci ama così come siamo, con le nostre debolezze e contraddizioni, e con l’amore di un padre e la tenerezza di una madre ci fa capire che siamo la sua opera più bella. I momenti di preghiera ci hanno permesso di fare esperienza di questo amore disinteressato e incondizionato, donandoci la giusta “energia” di servire con gioia la nostra Chiesa.

Dio mi chiama…Dio ha pensato per ognuno di noi cose grandi. Ha pensato ad un progetto meraviglioso e ci invita ad scoprirlo ogni giorno con la nostra vita che non è soltanto dono per noi, ma vivere è farsi dono anche per gli altri. Ecco il grande talento! È arrivato il momento di non nasconderlo ma di farlo fruttificare.

Qual è la nostra risposta? L’amicizia che abbiamo costruito nei momenti insieme ci sosterrà in questa scoperta.
Grazie a tutti. Buona strada!

Tomàs Horacio Jerez

E’ stata una bella esperienza, un campo diverso dagli altri… forse già il fatto di trovarci tra coloro che sono sempre stati i nostri educatori,  mi ha fatto un effetto strano… è stato bello confrontarsi con persone che hanno più esperienza, ho riflettuto tanto (tra una cavolata e l’altra)…a mio parere  la veglia è il momento più bello di tutti i campi…

Ludovica Messinesi

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