Santa Messa e Processione del Corpus Domini a Cassino
“Fate questo in memoria di me“ cioè prendete il pane, rendete grazie e spezzatelo; prendete il calice, rendete grazie e distribuitelo; sono queste le parole di Gesù nell’ultima cena. Gesù comanda di ripetere il gesto con cui ha istituito il memoriale della sua Pasqua, mediante il quale ci ha donato il suo Corpo e il suo Sangue. E questo gesto è giunto fino a noi , è fare “l’Eucarestia”. Gesù ci dona un cibo capace di saziare la nostra fame più profonda, anzi è Lui stesso il pane vivo che dà la vita al mondo. Il suo Corpo è il vero cibo sotto la specie del pane; il suo Sangue è la vera bevanda sotto la specie del vino. Non è un semplice alimento con cui saziare i nostri corpi; il Corpo di Cristo è il pane degli ultimi tempi, capace di dare vita eterna, perché sostanza di questo pane è l’Amore. Nell’Eucarestia si comunica l’amore del Signore per noi, un amore così grande che ci nutre di se stesso; un amore gratuito, sempre a disposizione di ogni persona affamata e bisognosa di rigenerare le proprie forze.
Come ormai da alcuni anni, a Cassino il sabato sera che precede la festa del Corpus Domini, ieri 17 giugno, il Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo ha celebrato, con i parroci della città, la Santa Messa delle ore 18.30 presso la Chiesa Madre.
Il Vescovo nella sua omelia, facendo riferimento alla parole di Gesù “Colui che mangia di me vivrà per me“, ha sottolineato come tali parole per noi significano che la partecipazione alla celebrazione eucaristica, che è molto di più del semplice accostarsi a fare la comunione, significa imparare a vivere per il Signore perché stabilisce una forte relazione, che lega in una comunione profonda la nostra vita e quella della Chiesa con il mistero di Cristo e perciò nella celebrazione eucaristica siamo introdotti nel cuore del ministero di Cristo e della Chiesa che si corrispondono, perché l’eucarestia mette in comunione il cuore di Cristo con la vita della Chiesa e ciò significa per noi, fare comunione con il Signore imparando a vivere per Lui. Vivere per il Signore significa imparare la sublimità umile di Cristo perché nell’Eucarestia troviamo tutta la pienezza di Dio.
Nel pomeriggio avverse condizioni meteorologiche, con un violento temporale hanno afflitto i tanti volontari parrocchiali intenti a preparare le tradizionali infiorate per il passaggio di Gesù, tanto da far pensare di non poter realizzare la Processione del Corpus Domini. Ma come dopo ogni tempesta spunta sempre il sole, e al termine della celebrazione eucaristica il tempo si era finalmente rimesso al bello, permettendo il passaggio di Gesù in processione con tanti fedeli in preghiera, per le vie della città lungo le quali le parrocchie centrali, Chiesa Madre, Sant’Antonio, San Giovanni B., San Pietro Apostolo, e le Suore della Carità (Scuola “San Benedetto”) hanno preparato il tappeto di fiori e l’altarino per i momenti di riflessione e di preghiera.
Terminata la processione e riposto Gesù, il Vescovo nel suo saluto, ha tenuto a sottolineare come vivendo la vita della città, vivendo la vita delle nostre Comunità parrocchiali, ci portiamo dentro un pensiero gioioso e un pensiero nello stesso tempo ferito. Gioioso per la compassione della Eucarestia, Gesù che prende possesso di questo pane facendosi cibo per noi, ma allo stesso tempo una gioia ferita per l’indifferenza che cresce in tutte le città, un’indifferenza che cresce in tutte le comunità, ma trova vigore proprio nel segno del pane eucaristico per fare il quale non si deve usare il lievito perché quel pane eucaristico fa diventare noi lievito per il mondo.
Vivere l’esperienza della fede significa lasciarsi nutrire dal Signore e costruire la propria esistenza non sui beni materiali, ma sulla realtà che non perisce: i doni di Dio, la sua Parola e il suo Corpo.
Aurora Capuano
Foto di Alberto Ceccon e Aurora Capuano