“Celebrare la significativa memoria del morire per apprendere il giusto modo per vivere”. Questo il messaggio che il Vescovo della Diocesi di Sora Cassino Aquino e Pontecorvo Mons. Gerardo Antonazzo ha voluto più volte lanciare durante l’omelia pronunciata il 2 novembre 2016, nel corso della messa in suffragio di tutti i defunti e dei militari caduti nello svolgimento del loro dovere.
La celebrazione, animata dal Coro giovanile della Chiesa di Santo Spirito, è stato il momento conclusivo delle tradizionali commemorazioni promosse dal Comune di Sora all’interno del Cimitero Comunale. Oltre a Mons. Antonazzo, erano presenti il Sindaco Roberto De Donatis, i massimi gradi delle forze dell’ordine e del 41° Rtg. Cordenons, numerosi esponenti dell’Amministrazione Comunale, altre autorità civili e le rappresentanze delle associazioni combattentistiche e d’arma.
Alle ore 11.30 il corteo, partito dall’ingresso del Cimitero, ha fatto tappa presso i principali monumenti funebri dove il Primo Cittadino ha deposto le corone di fiori. A chiudere questa prima parte delle cerimonie la deposizione della corona d’alloro sulla tomba monumentale del Maresciallo Capo Luca Polsinelli, il militare sorano caduto in Afghanistan il 5 maggio 2007.
Quindi, alle ore 12.00, il Vescovo Antonazzo ha celebrato la Santa Messa, presso la Cappella Madre, in suffragio di tutti i defunti e dei militari caduti nello svolgimento del loro dovere. Una celebrazione intensa e composta, aperta da Don Ruggero Martini, parroco della Cattedrale S. Maria Assunta, che ha letto i nomi dei soldati del territorio che hanno perso la vita durante il loro servizio.
Proprio ai militari caduti il Vescovo ha dedicato un pensiero: “Per edificare la nostra esistenza dobbiamo prendere esempio dalle storie drammatiche di chi ha sacrificato la propria vita, dando un atto esemplare di offerta di sè. Per dare valore alla vita bisogna lasciare traccia di sé e ciò ha a che fare con un corretto rapporto con la morte. Si edifica un vivere sensato ed intelligente se si possiede il giusto senso del saper morire”.
Un messaggio profondo sul quale ognuno deve riflettere, quindi, quello lanciato da Mons. Antonazzo: è necessario misurarci quotidianamente con il limite umano per evitare irresponsabilità ed inadempienze in tutti i nostri doveri sociali, personali e professionali.
Ilaria Paolisso