Concerto di campane per Dante a cura del Centro di Studi Sorani

«Nella notte della morte del Poeta, il suono delle campane di Sora si allarga fino ad arrivare alle città dantesche: Verona, che fu il primo “refugio” e “ostello” del Poeta dopo l’esilio, partecipa a questa memoria condivisa». Sono parole del messaggio di Federico Sboarina, Sindaco di Verona, dalle quali il presidente del Centro di Studi Sorani ha tratto spunto per salutare il pubblico presente. Le campane, la storia, la poesia della Commedia sono state protagoniste dell’appuntamento nel cortile dell’Episcopio di Sora, a 700 anni dalla morte di Dante avvenuta tra il 13 e il 14 settembre 1321. La manifestazione si è aperta infatti con tredici e conclusa con quattordici tocchi del bronzo che dal 1321, in suggestiva coincidenza storica, diffonde la sua “voce” dal campanile della Cattedrale. In accordo con quei tocchi il maestro Giulio Costanzo ha fatto risuonare il “tintinnabulum”, messo a disposizione dalla millenaria Pontificia fonderia di campane Marinelli di Agnone, eseguendo melodie medievali e gregoriane. Consono preludio alla “lectura” di terzine del Purgatorio (la melanconia dei naviganti e la mestizia del Poeta esule) affidata al sapiente commento di Marcello Carlino, autore di cinque saggi sulla Commedia pubblicati dal Centro di Studi Sorani dal 2017 al 2021. Sua anche la “lectura” della preghiera alla Vergine del XXXIII del Paradiso. Puntuale la documentazione storica e fotografica del libro di Giuseppe D’Onorio, Squilla di lontano. Il paesaggio sonoro di Firenze, Verona, Ravenna e Sora al tempo di Dante, presentato dal fiorentino Sauro Cantini e dall’autore. E così, il bronzo sorano, da mera coincidenza storica con l’anno della morte di Dante, ne diventa, da questo settimo centenario, richiamo inscindibile, immediato e ideale. Importante rilievo ha nel libro la campana del 1423 conservata nella chiesa maggiore della città di Gemona del Friùli. Si può definire il più antico codice di bronzo della Commedia: sulla sua testata sono fusi i versi iniziali della preghiera alla Vergine. Lo ha ricordato con un affettuoso messaggio l’assessore alla cultura di Gemona, Flavia Virilli, assente a causa di un lutto di famiglia. A questo rammarico ha fatto eco il saluto del Sindaco di Sora, Roberto De Donatis. Suono, poesia, storia ed anche arte figurativa: lo scultore Ettore Marinelli, applauditissimo dai presenti, ha modellato il busto in argilla del Sommo Poeta. Nel suo intervento conclusivo il Vescovo mons. Gerardo Antonazzo ha invitato a riconoscere nell’alta poesia di Dante l’ispirazione divina del canto religioso e del cammino di purificazione culminato nell’affidamento a Maria prima della visione di Dio Amore. Al Vescovo il maestro Armando Marinelli ha donato una riproduzione della campana fusa a ricordo della memorabile visita di san Giovanni Paolo II alla fonderia di Agnone il 19 marzo 1995. L’iniziativa, con l’adesione del Vescovo diocesano, è stata patrocinata dal Comitato Nazionale, presieduto dal prof. Carlo Ossola, e dalla Città di Sora. Generosa la collaborazione del parroco, mons. Ruggero Martini, del maestro Sandro Gemmiti, di Orietta Sarracini. Impeccabile e sobria la presentazione di Ilaria Paolisso. Altri messaggi augurali sono pervenuti dal Sindaco di Firenze, Dario Nardella, e dal Prefetto di Frosinone Ignazio Portelli.

Luigi Gulia

 

I protagonisti della serata con il Vescovo mons. Gerardo Antonazzo

 

Il maestro Giulio Costanzo al “carillon” di campane della Pontificia Fonderia Marinelli

 

Il maestro scultore Ettore Marinelli che esegue il busto in argilla di Dante

 

Intervento del Vescovo

 

Il maestro Armando Marinelli con la riproduzione della campana di s. Giovanni Paolo II donata al Vescovo

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