A Cassino splendido concerto del Coro “Voci Sparse” di Sora in memoria del M° Pio Di Meo
Quando ci si trova di fronte a grande bellezza si può solo ringraziare. Così le numerose persone che domenica 22 si sono ritrovate nella chiesa di S. Antonio a Cassino per assistere al Concerto di Musica Rinascimentale e Barocca offerto dal Coro Polifonico “Voci Sparse” di Sora, sono state inondate dall’armonia e dalla bellezza musicale dei numerosi brani eseguiti con grande maestria e certamente si sono sentite allargare l’anima, riempita di gratitudine. Gratitudine per il Direttore, M° Giacomo Cellucci, per i Coristi, per i solisti, il trombettista M° Danilo Magni, il soprano Anna Laura Tamburro, i vari jolly che hanno ricoperto più ruoli, il Direttore che ha fatto talvolta anche da organista, i coristi, Marianna Polsinelli che ha fatto anche da organista, un uomo e una donna che hanno fatto anche da presentatori…
Ma ancor più la riconoscenza va a chi si è prodigato nell’organizzare: l’Associazione culturale e musicale “Pio Di Meo onlus”, il Comune di Cassino che ha dato il suo Patrocinio all’evento, l’Associazione Coro Polifonico “Voci Sparse”, la famiglia Di Meo, il Parroco Don Benedetto Minchella che ha ospitato la manifestazione. Sono loro che hanno reso concretamente possibile l’evento. Ma, risalendo di gradino in gradino, ci si è resi ben conto che dietro tutto questo lavorio entusiastico di tante persone c’è una persona che ha mosso tutti, il compianto Maestro Pio Di Meo, alla cui memoria era dedicato il concerto nel giorno del suo compleanno. Sì, perché ha tanto seminato nella sua vita l’amore per la Musica fatta bene, anche a costo di grandi sacrifici, la passione, l’amicizia leale e sincera e la solidarietà, che ha permeato di questi valori i suoi allievi che ora, scomparso lui, se ne fanno portatori e diffusori convinti.
Ricco e vario il programma del concerto, anche con qualche sorpresa e trovata originale. Ad esempio, l’inizio. Le prime a risuonare, a scena ancora vuota, sono state le note del Preludio dal Te Deum di Charpentier suonate dalla tromba prodigiosa di Danilo Magni, che ha magnificamente polarizzato l’attenzione di tutti. Poi, cantando, è entrato il Coro dal fondo della chiesa, con un ingresso scenografico di grande effetto e solo quando erano tutti schierati, il primo presentatore, il tenore Piercarlo Gugliotta, ha iniziato a parlare.
La prima parte del programma è stata dedicata alla Musica Sacra, con brani famosi e meno di G. P. da Palestrina, G. Croce, A. Scarlatti, R. Tagliabue/J. S. Bach, J. Arcadelt. Un silenzio attento ha seguito ogni brano. E’ seguito un intermezzo con i solisti, quindi si è passati alla seconda parte dedicata al repertorio profano, alternando brani per Coro a brani per Coro e solisti e accompagnati dall’organo ed anche un brano per sole voci maschili. E qui, lasciata via via la serietà dei contenuti, la musica del ‘500 – ‘600 ha offerto una carrellata di temi anche leggeri, spiritosi e frizzanti, tutti godibilissimi, ma che, ovviamente, richiedevano capacità musicali non comuni, veri e propri virtuosismi che hanno davvero deliziato il pubblico che riempiva la chiesa.
Un concerto stupendo. Dire che Direttore e Musicisti (dal curriculum lungo, intenso e significativo) sono stati bravi è decisamente poco e inadeguato, perché hanno raggiunto vette molto alte, incantando letteralmente gli ascoltatori.
Al termine, si è arrivati agli applausi, lunghissimi! e alle congratulazioni. Don Luigi D’Elia, fine conoscitore musicale e direttore dell’Ufficio diocesano per la Musica Sacra, ha preso la parola per esprimere grande apprezzamento per gli artisti ed ha svelato che tra le carte del M° Di Meo si è trovato che lui desiderava tanto poter aprire in Diocesi una Scuola di Musica Sacra ed ha perciò lanciato l’idea di realizzarla ora, chissà!
Dopo i ringraziamenti e gli omaggi floreali che la famiglia Di Meo ha offerto al Direttore e ai Solisti, è giunto un ulteriore tocco di bellezza. Spirituale. Quando, infatti, Giacomo Cellucci ha preso la parola, egli che è stato allievo del M° Pio Di Meo, come è ben evidente nel suo curriculum, ha parlato di lui con un tale trasporto ed entusiasmo da commuovere. Ha raccontato, tra l’altro, che spesso insieme parlavano di Sacra Scrittura, che Pio conosceva molto bene, e in particolare gli era caro un passo del profeta Isaia “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce” (9,1). La grande luce non era solo Cristo, per lui era la Musica ed ora, per questi musicisti, la grande luce è il M° Pio Di Meo. Non si spiegherebbe altrimenti tanto ardore in questi giovani musicisti appassionati e tra loro amici e non rivali. E allora, Grazie, Maestro Pio Di Meo, hai seminato così bene che le buone piante crescono e fruttificano a loro volta. Grazie!
Adriana Letta