Ieri pomeriggio, martedì 19 gennaio 2016, presso la Sala Currier della Basilica di San Domenico Abate in Sora si è svolta una conferenza tenuta dalla prof.ssa Alessandra Tanzilli.
Il sito di San Domenico è stata meta di viaggiatori stranieri del XVIII e XIX secolo, soprattutto inglesi, poichè la tradizione letteraria vi pone la villa natale di Marco Tullio Cicerone (De legibus II, 1-7). In particolare uno di essi,Charles Kelsall (1782-1857), decise di monumentalizzare l’area per più degnamente ricordare la grandezza dell’Oratore. Pur se il progetto celebrativo naufragò, egli comunque riuscì a far erigere – a sue spese – un cippo epigrafico nel 1818, collocato nel rostrum dell’insula Fibreni, cioè all’estremità orientale dell’isola descritta nel De legibus, in cui invita il viandante a fermarsi e ad onorare il luogo di nascita di M. T. Cicerone. Nel 1965 il cippo fu spostato e solo negli anni ’90 murato all’interno dell’Abbazia. Charles Kelsall scrisse un libro sul suo viaggio dal titolo “Classical excursion from Rome to Arpino” (Ginevra, 1820), in cui, oltre alla descrizione dei luoghi, offre anche i disegni di molti reperti provenienti dalla vicina necropoli romana e riutilizzati nella costruzione della chiesa e dell’Abbazia. Tre disegni, però, sono la riproduzione di un preteso sepolcro di Cicerone trovato a Zante nel 1544 e trasportato a Venezia dopo il 1563, dove confluì nello Statuario pubblico per volontà del procuratore de supra Federico Contarini. Molti viaggiatori raccontano di aver visto i reperti fino alla prima metà del ‘600, ma in seguito non se ne seppe più nulla. Si spera di ritrovarli quanto prima grazie ad una ricerca d’archivio nei palazzi del procuratore a Venezia. Un altro argomento della conferenza è stato lo studio della variazione dell’isola nel corso dei secoli e l’identificazione al tempo della descrizione resa da Cicerone nel De legibus.
Rosalba Rosati