Cassino: i giovani delle parrocchie San Bartolomeo Apostolo e Sant’Antonino Martire ricevono il sacramento della Confermazione
Come un seme di grano da coltivare oggi per far crescere il domani
Durante la celebrazione eucaristica di domenica 26 settembre presieduta dal Vescovo Gerardo Antonazzo, 25 giovani accompagnati dai rispettivi padrini e madrine, hanno ricevuto il sacramento della Confermazione in un clima di forte spiritualità e immensa felicità.
La proclamazione del Vangelo è stata seguita dal saluto delle catechiste e dalla chiamata dei ragazzi e delle ragazze che con voce squillante hanno risposto il loro “Eccomi”. Un’atmosfera raccolta e orante ha accompagnato la preghiera di effusione e il seguente rito della crismazione. A questo punto i volti seri e tesi dei giovani si sono trasformati in visi gioiosi e rilassati, luminosi.
Sua Eccellenza ha paragonato i cresimandi ad un chicco di grano vivo, che contiene già tutto quello che gli occorre per crescere e svilupparsi, seminato nella terra feconda, simbolo della missione e dell’esistenza di Gesù, evocando anche l’embrione umano nel grembo materno: il dono dello Spirito Santo ci conferisce tutti gli elementi per diventare cristiani adulti, ma va coltivato, non possiamo abbandonarlo; il chicco di grano non coltivato muore senza diventare spiga, così anche la vita cristiana quando si sceglie di non aderire a tutto ciò che lo Spirito Santo ci chiama ad essere nella Chiesa e nel mondo. Dobbiamo scegliere di non abbandonare tutto, un campo di grano non germogliato si chiama “fallimento”. Perché ciò non accada è necessario che gli adulti si prendano cura dei giovani: ogni domenica l’assemblea deve essere la foto di una famiglia di famiglie, come in questo incontro di due comunità, quella di San Bartolomeo Apostolo e quella di Sant’Antonino martire, che pregano insieme per accompagnare ragazzi e ragazze nel giorno della loro Confermazione. Spesso, durante la messa domenicale, vediamo la presenza esclusiva di bambini e giovani lasciati in chiesa dalle famiglie esclusivamente per fini catechistici, sembra un orfanotrofio di bambini con genitori vivi; non è questo quello a cui vogliamo assistere. Il Vescovo Gerardo ha ringraziato anche quanti si adoperano per immortalare con foto e video queste particolari giornate di festa, grazie a loro si può conservare la memoria di tali eventi, ci permettono di non dimenticare come è stato bello essere una famiglia di famiglie.
Una liturgia domenicale molto ricca, poliedrica, della quale sua Eccellenza ha tenuto ad evidenziare due momenti importanti: uno dedicato ai ragazzi ed alle ragazze e l’altro agli adulti. Ai giovani Gesù dice: “Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa”; promette una ricompensa in cambio di un po’ d’acqua, quasi niente, una cosa così semplice e povera della quale nessuno è privo. Con semplicità il Vescovo Gerardo ha spiegato ai ragazzi che non si tratta di un’azione eclatante, ma è importante l’animo con il quale essa viene compiuta. Ha chiesto ai cresimandi di offrire un bicchiere d’acqua ai primi missionari che hanno incontrato nella loro vita cristiana: i genitori che li hanno condotti in chiesa la prima volta per il battesimo, per la prima comunione, che hanno provveduto ad insegnargli le preghiere, che si sono presi cura di loro. In questo difficile compito i genitori sono stati affiancati dai sacerdoti e dai catechisti che rappresentano altre figure alle quali andrebbe offerto un bicchiere d’acqua. Spesso non ricevono nemmeno uno sguardo benevolo, non un grazie, tutto si dà per scontato, oggi tutto procede grazie ad un click sul telefonino. Si tratta di offrire loro un bicchiere che può essere riempito con un “grazie”, con un sorriso, per quanto hanno fatto amorevolmente; occorrerebbe una vera e propria “venerazione”.
Gesù si rivolge anche agli adulti ai quali chiede di evitare di scandalizzare i piccoli che hanno un cuore più pulito rispetto a quello dei grandi, sono più trasparenti, cristallini, credono nel Signore e non vanno scandalizzati con un comportamento incoerente: sono stati portati al battesimo, alla prima comunione, anche per la cresima e poi vengono abbandonati a sé stessi. La parola scandalo deriva dal greco e significa “inciampo”, una sorta di ostacolo che turba gravemente la coscienza e la serenità di chi si trova ad osservare perché vorrebbe ricevere degli insegnamenti: questi ragazzi che cominciano a correre nella vita guardando avanti ai loro sogni, ai loro progetti, alle loro scelte, anche alle loro crisi, che si trovano nella fioritura della vita, ostacolati dalla cattiva testimonianza degli adulti, dall’incoerenza, rischiano di cadere a terra e di vedere distrutta tutta la loro esistenza. Non ci sarà più la fiducia, si chiuderà il canale della comunicazione, questo è quello che dobbiamo evitare.
La celebrazione, contemporaneamente solenne e gioiosa, allietata dal coro “Voci in Festa” che magistralmente ha animato ogni momento solenne, è proseguita con ordine. Al termine ad ogni ragazzo e ragazza è stata consegnata una pergamena con incisi i sette doni dello Spirito Santo.
Barbara Gentile
Foto di Generoso Struzziero