La Scuola Teologica
A conclusione del corso della Scuola di Formazione “San Tommaso D’Aquino”, messa in atto nella Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, i corsisti del quarto anno 2018-2019, esprimono profonda gratitudine ai promotori dell’attività didattico-religiosa ed educativa.
Grazie al vescovo Gerardo Antonazzo, ai docenti e ai collaboratori tutti per aver offerto l’opportunità di una formazione “teologica” a molte persone di buona volontà, impegnate in vario modo nel servizio alla Chiesa di Dio, che nella propria individualità specifica, hanno avuto così la possibilità non solo di acquisire o approfondire alcune tematiche della dottrina della fede cattolica, ma hanno potuto anche stabilire rapporti di socialità e scambio culturale fra loro e con i docenti; inoltre hanno compreso quanto sia fondamentale, per la loro fede, andare oltre la conoscenza dei contenuti stessi.
Si sa che il campo dello scibile umano non ha limiti e nessuno può mai dire di essere onnisciente, si sa anche che conoscere i contenuti non è il fine della formazione religiosa dell’essere umano, in quanto le nozioni non sono altro che strumenti necessari per l’apprendimento, ma l’obiettivo è la ricerca di Altro: il Mistero di Dio Uno e Trino, il Mistero del Cristo incarnato, morto e risorto per noi, il senso della vita umana.
San Benedetto, nel Prologo alla Regola, esortava i suoi figli ad “aprire le orecchie del cuore”, non solo ad ascoltare gli insegnamenti del maestro.
San Francesco d’Assisi nella lettera al “fratello” vescovo Antonio da Padova, lo esortava non soltanto a insegnare teologia, cosa che questi sapeva fare bene, ma anche a non dimenticare mai la preghiera, canto di lode alla Trinità, al Cristo Crocifisso e alla Madonna.
Il vescovo Gerardo Antonazzo, nella cerimonia di congedo del 26 giugno ad Arpino, prendendo spunto dalla lettura breve di un passo evangelico (Gv 2,3-6), si è soffermato sul termine “conoscenza” e ha ribadito che la scuola di formazione teologica è sì un’occasione di conoscenza dottrinale, ma ciò non basta al cristiano perché anche i non credenti possono essere in possesso di un bagaglio dottrinale molto ampio. Per il cristiano invece, seguire un percorso formativo-teologico, deve significare non solo conoscere i comandamenti, ma soprattutto osservarli nell’Amore di Dio e dello Spirito e nella conformazione a Cristo, come insegna l’Apostolo Giovanni che lega l’osservanza dei comandamenti sempre all’esperienza dell’Amore, che non è mera sottomissione alla legge.
La portavoce dei corsisti Elena Montanaro