Convegno francescano a Villa Santa Lucia con il patrocinio della Regione Lazio e la partecipazione del Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano
È stato il Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, don Giuseppe Basile, il grande animatore del Convegno dal titolo “San Francesco e l’eredità dei Frati Minori a Villa S. Lucia”, tenutosi nella Sala Consiliare di Villa S. Lucia, il 31 ottobre 2021, alle ore 18.30, con il patrocinio congiunto dell’Amministrazione Comunale, della Regione Lazio e della Cooperativa Editoriale “L’Inchiesta”.
L’apertura della manifestazione è stata dichiarata ufficialmente dal Presidente del Consiglio Comunale e Delegato alla Cultura, dott. Antonio Pittiglio, il quale, dopo aver introdotto i lavori indicando “l’icona di S. Francesco come modello vitale dell’inclusione e dell’incontro tra culture (vedi la visita al Sultano egiziano di fede islamica)”, ha battuto la strada ai saluti istituzionali del Sindaco, sig. Antonio Iannarelli, dell’Assessore ai Servizi Sociali, dott. Giuseppe La Marra, e della Presidente della Cooperativa co-patrocinante, dott.ssa Ornella Massaro.
È stata quindi la volta di don Basile. Partendo dal contesto, in cui operò il Poverello d’Assisi, il sacerdote ha illustrato gli sviluppi di un movimento spirituale, che, tradotto successivamente in una pluralità di forme carismatiche, rappresenterà fino ai nostri giorni linfa vitale per la Chiesa, rimanendo di una forte attualità così spiegata: “In che cosa consiste l’attualità di S. Francesco? Certamente nella novità di cui egli si fa umile mediatore, quella stessa novità che è la vita suscitata dalla sapienza dello Spirito, la quale tutto rinnova attraverso i secoli. È la novità che si manifesta in coloro che, nella storia, si lasciano plasmare dal Vangelo delle beatitudini, cioè da quella parola nuova già pronunciata da Cristo, ma che richiede sempre testimoni credibili che la ripetano al mondo, incarnandola nel proprio tempo”.
A seguire, la prof.ssa Elena Montanaro, docente di Lettere Classiche ed esperta autrice di saggi inerenti le tradizioni religiose del territorio, ha concentrato l’attenzione sull’eredità spirituale di S. Francesco, “radicata nella storia di Villa Santa Lucia e nella vita dei suoi abitanti grazie all’opera di P. Ludovico da Casoria (1814-1885), canonizzato da Papa Francesco il 23 novembre 2014”. Fu costui a portare nel 1859, presso il locale Convento-Santuario della Madonna delle Grazie, un nutrito nucleo di Frati Minori della Provincia Napoletana Riformata di Terra di Lavoro e fondò ivi il Terzo Ordine Francescano. Sulla sua scia “tutti i membri del Primo e del Terzo Ordine, impegnati pienamente nella sequela di Cristo e nella missione della Chiesa, hanno svolto a Villa S. Lucia per 130 anni complessivi (1859-1989) non solo attività liturgiche e devozionali ma anche catechetiche, formative, caritative, sociali e culturali”. Tra i frutti migliori del carisma francescano perpetuatosi nella cittadina del Cassinate sin dalla seconda metà del XIX secolo, la Montanaro, che tutt’oggi vi ricopre la carica di Ministra del Terzo Ordine (= Ordine Francescano Secolare dal 24 giugno 1978), ha voluto ricordare in modo particolare i frati nativi del luogo, commemorando opportunamente, alla Vigilia di Ognissanti, “i nomi dei defunti fra’ Domenico Antonio, fra’ Filippo, fra’ Salvatore, fra’ Graziano Pascale, fra’ Carlo Di Vetta, fra Vincenzo Pascale, P. Timoteo Di Vetta, P. Bruno D’Aguanno”, ai quali, comunque, non ha mancato di associare, per completezza dei dati, l’unico oggi ancora vivente, ovvero P. Antonio Nardoianni, attivo nell’apostolato non solo in Italia, ma anche in Canada e negli Stati Uniti.
Ad incentivare la riflessione, nel corso dell’evento sono intervenuti con rapide ma puntuali osservazioni anche il Dirigente Scolastico locale, prof. Pietro Pascale, e il giornalista Fernando Riccardi.
Moderatore della manifestazione è stato il prof. Filippo Carcione, Presidente Vicario del Corso di Studi in Scienze Pedagogiche dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, il quale, alla scuola del Papa attuale che significativamente ha voluto chiamarsi Francesco, ha concluso l’incontro, richiamando tutti, dal palcoscenico di Villa S. Lucia, a rileggere, meditare e interiorizzare il “Cantico delle Creature”, che il Santo Patrono d’Italia compose quasi otto secoli fa, insegnando all’uomo d’ogni tempo una sensibilità che abbia come premura sociale inalienabile la custodia dell’ambiente, “valore primario dell’impegno civico, perché se distruggiamo l’ambiente, ogni altro risultato è inutile: pandemie, catastrofi naturali, surriscaldamento del pianeta sono problemi che s’impongono prima dell’economia, del lavoro e della casa. Se muore l’ambiente, finiamo noi tutti e ogni altro progetto divenuta inutile. E allora energia sostenibile, produzione in sicurezza, educazione ecologica sono gli obiettivi di sapore francescano, che oggi politica, azienda e formazione, ad ogni loro livello strutturale, devono necessariamente mettere al cuore dei loro programmi, senza se e senza ma”.
Mario Fraioli