Messaggio del vescovo Gerardo Antonazzo alla comunità diocesana
18 marzo 2020
Siamo tutti interessati dal rischio di contagio provocato dal Coronavirus, pertanto sentiamoci seriamente impegnati nell’adottare abitudini e comportamenti idonei ad arginare l’espansione dell’epidemia.
Le istituzioni civili e militari si stanno adoperando per attuare al meglio le loro competenze. Le parrocchie stanno collaborando in modo esemplare con le disposizioni del Governo, della Conferenza episcopale italiana e del Vescovo diocesano. Le stesse misure adottate per la necessaria assistenza spirituale agli ammalati in casi di estrema urgenza e necessità rispondono alla tutela della propria e altrui salute.
Sentiamoci comunità, nella quale ognuno si sente responsabile degli altri. Ciascuno è chiamato a fare la sua parte. Se “Andrà tutto bene” sarà perché tutti ci siamo comportati bene. Mi preme richiamare la gravosa responsabilità morale legata al comportamento e ai gesti di ciascuno: ogni nostra azione può essere decisiva in questo momento così drammatico e cogente. Ogni forma di trasgressione alle disposizioni di legge, oltre ad essere un reato, può comportare delle conseguenze letali a tanta gente che rischia di morire anche per colpa di chi non ha obbedito alle restrizioni imposte.
Dispiace molto leggere sulla stampa che anche nei nostri paesi c’è chi si permette il grave abuso di uscire di casa senza alcuna necessità; è probabile che nelle prossime ore il Governo adotti misure ancor più restrittive per quanto riguarda le attività all’aperto. Questa ipotesi dimostra ancora una volta quanto i nostri atti poco accorti possono avere pesanti conseguenze sull’intera collettività.
Ringrazio la gran parte di cittadini che stanno dimostrando con serietà il proprio impegno nel collaborare con le istituzioni; rivolgo a tutti il mio appello ad agire con più fiducia e con maggiore spirito di sacrificio a favore della tutela della salute di ciascuno. Mi faccio interprete di sentimenti di grande stima e gratitudine da parte dell’intera comunità verso tutti gli operatori sanitari che anche sul nostro territorio si stanno prodigando per arginare le gravi conseguenze dell’epidemia.
Su proposta della Chiesa italiana, il 19 marzo (festa di san Giuseppe) è una giornata di Preghiera per l’Italia. Pertanto, siamo invitati a esporre sul davanzale di casa un drappo bianco e a unirci in contemporanea alla recita del Santo Rosario alle ore 21.00 collegandoci con TV2000.
Assicuro a tutti la mia vicinanza e la mia speciale benedizione.