La Pastorale Digitale, nella persona di chi scrive, è arrivata con un po’ di anticipo a Cracovia, pregustando la cristianità del popolo polacco attraverso la visita ai luoghi di culto, e non solo (lo stesso aeroorto è intitolato a Giovanni Paolo II).
Pensando al caro papa polacco, è possibile che a molti venga in mente la “M” del suo stemma, testimonianza della sua devozione mariana, probabilmente comune a molti suoi conterranei, come indicano i numerosi luoghi di culto dedicati a Maria.
Giungendo al centro della città (Stare Miasto) e volgendo lo sguardo verso la Basilica di Santa Maria, riconoscibile dall’imponenza delle sue due torri, un display illuminato reca la scritta “WORLD YOUTH DAY”, che si intervalla a una cifra corrispondente al numero di giorni che mancano allo straordinario evento.
Passeggiando per le vie di Cracovia, può capitare di essere attratti da una chiesa attorniata dalle statue dei 12 apostoli: è la bellissima Chiesa dei Santi Pietro e Paolo.
Suggestiva è poi la Cattedrale del Wawel, santuario nazionale polacco. Sulla collina del Wawel, è situato anche il Castello Reale, dove nacque il re Casimiro III, santo patrono della Polonia.
Ma per visitare quella che è definita la capitale spirituale della Polonia, bisogna spostarsi a Jasna Gora, dove si trova il famigerato Santuario di Częstochowa, che ospita la Madonna Nera col Bambino.
Cracovia, a parere di chi scrive, oltre ad essere un tempio di cristianità, è una città piena di storia e di cultura. Ma la storia che le vie della città narrano è, talvolta, una storia che equivale a tragedia. È quello che accade andando a Kazimierz, nel ghetto ebraico e poi nella Piazza degli Eroi del Ghetto (o Piazza delle Sedie), dove avvenne la selezione degli ebrei da deportare nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale. D’altronde, non si può non ricordare che a soli sessanta chilometri di distanza da Cracovia, si trovano Auschwitz e Birkenau, luoghi di orrori, tra i più grandi che la storia umana conosce.
– Claudia Di Mugno