Nel Venerdì Santo la tradizionale Processione organizzata a Cassino dalla Parrocchia di S. Antonio di Padova
Non poteva mancare a Cassino, nella sera del Venerdì Santo, dopo la liturgia “In Passione Domini”, la Processione con le statue di Cristo morto e della Madre sua, l’Addolorata, per proseguire comunitariamente il percorso di meditazione iniziato in chiesa. L’iniziativa, tanto sentita quanto tradizionale, è stata ancora una volta della Parrocchia di S. Antonio di Padova che, trovandosi in pieno centro cittadino, finisce col coinvolgere l’intera città. Prima di iniziare la Processione, il Parroco, Don Benedetto Minchella, ha richiamato alla mente dei presenti la lettura della Passione del Signore appena letta, in cui Giovanni racconta che Giuseppe d’Arimatea, avutane autorizzazione da Pilato, si reca al sepolcro a prendere il corpo di Gesù, portando “una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre” e che insieme a Nicodemo avvolge il corpo di Gesù “in bende insieme con oli aromatici, come è usanza dei Giudei”. Ebbene, ha detto, anche noi faremo la stessa cosa, ungeremo il corpo di Gesù morto con olio e balsamo profumati, da noi portati dalla Terra Santa, per vivere meglio quel momento anche noi.
Così, due Dame del Santo Sepolcro (che insieme ai Cavalieri partecipano attivamente al Triduo della Settimana Santa) hanno tolto il velo che ricopre la statua di Cristo e Don Benedetto, aiutato dal Diacono Francesco Paolo che versava l’olio, lo ha spalmato accuratamente, con gesto attento e amoroso, su tutta la statua. Solo dopo averla anche incensata, la statua è stata ricoperta con il velo ed i portatori hanno potuto sollevarla per farla uscire dalla chiesa, seguita da quella della Madre Addolorata, con il cuore trafitto dai sette dolori, le “sette spade” rappresentate plasticamente sul petto di Maria.
La Processione ha sfilato per le vie del territorio parrocchiale come si deve nel giorno in cui si commemora la morte del Signore Gesù, con austerità, senza clamori, con molta partecipazione e raccoglimento, mentre le luci al suo passaggio si spegnevano o attenuavano. Ma non era una processione muta, perché Don Benedetto guidava la riflessione e la preghiera e tutti erano partecipi.
Ad aprire la Processione era la bella Croce in legno di ulivo che la comunità parrocchiale acquistò lo scorso anno durante il pellegrinaggio in Terra Santa, Croce che è stata posta accanto al Sepolcro di Gesù e che viene conservata e baciata come una sacra Reliquia. La Croce era portata da due persone alla volta, con un continuo cambio, in modo da rendere possibile portarla a tutte le persone che lo desiderassero. Nell’ultimo tratto, prima di rientrare in chiesa, l’hanno presa in carico alcuni bambini portandola in orizzontale, con gesto molto significativo, che ricorda la Croce delle GMG portata dai giovani.
Quando si è rientrati in chiesa dalla Processione, una volta sistemate le due statue, i fedeli, ordinatamente e silenziosamente, si sono messi in fila per “salutare” il Figlio e la Madre. Commovente vedere con quale tenerezza e confidenza di figli le persone andavano a dare un bacio, una carezza, un sorriso pieno di fiducia, talvolta accompagnato da un sospiro dovuto alle pene portate nel cuore da ciascuno ma, si capiva bene, con immensa fiducia e “complicità”.
Adriana Letta