Siamo nel 2015 e la nostra famiglia degli amici di San Rocco compie i suoi primi 16 anni
L’avventura della nostra Associazione inizia nel lontano 1999 quando intuii che era il momento di dare una svolta alla devozione e al culto del pellegrino san Rocco con Mons. Manlio Achilli, parroco di Voghera e proseguire nel corso degli anni con il vescovo di Caserta Pietro Farina, entrambi tornati nella casa del Padre, insieme a Mons. Filippo Tucci a don Gianfranco Ferrigno rettori della Chiesa di San Rocco di Roma e al vescovo ausiliare del centro Sua Ecc.za Matteo Zuppi, i quali da veri fratelli in Cristo mi sostengono in quest’arduo ma bellissimo cammino di fede alla sequela del santo di Montpellier.
L’Associazione Europea Amici di San Rocco ha avuto i suoi primi semi proprio a Voghera, dove guidato da Mons. Achilli e meditando sulla scelta che aveva condotto il giovane Rocco a lasciare i suoi agii per donarsi a Dio e ai fratelli, decisi anch’io di seguire la sua stessa vocazione, abbandonando le mie sicurezze, i miei cari, il mio lavoro per donare la mia vita al servizio del Vangelo, colmando quel vuoto interiore che mi aveva sempre assillato fin da ragazzo. Dalla vita di San Rocco ho imparato l’amore vero, gratuito, generoso, fecondo e totale: curando gli ammalati il nostro Santo aveva preso sul serio la Passione di Cristo che suo padre prima di morire gli aveva additato come esempio per non cadere mai nello scoraggiamento, perché solo meditando Cristo crocifisso possiamo comprendere che le nostre sofferenze al confronto sono imparagonabili.
Siamo fatti per amare e per essere amati, questo è il motto che avevo dedotto dalla testimonianza di vita di San Rocco, che in questi quindici anni mi ha dato la forza e il coraggio di allargare la mia scelta di vita in un Associazione che potesse accogliere più fedeli possibili con cui condividere la spiritualità rocheliana.
Ispirandomi al Vangelo e in obbedienza alla Chiesa ho cercato di far conoscere la realtà degli Amici di San Rocco in tutte le comunità dove è presente il culto al Santo pellegrino, soprattutto dove la fede in San Rocco si riduce ai soli festeggiamenti annuali, oppure dove è intrecciata con tradizioni popolari lontane dalla preghiera e dallo spirito evangelico.
Tante comunità sono entrate a far parte e hanno reso possibile la nascita della famiglia degli Amici di San Rocco, un’Associazione che si definisce europea perché ha varcato i confini dell’Italia, arrivando in Spagna e Portogallo con il desiderio di proporre una vera crescita e formazione spirituale. Tanti sono i gruppi sparsi in Italia e nella penisola iberica, numerosi sono i sacerdoti e i vescovi che in questi anni abbiamo incontrato e ci hanno sostenuto nel diffondere il Vangelo proponendo la figura affascinante del Santo pellegrino della carità.
Non potremo mai dimenticare il vescovo Pietro Farina, colui che più di ogni anima consacrata ci ha guidato e ci ha resi Chiesa col decreto di riconoscimento ecclesiastico, firmato nel 2013 .
16 anni di cammino, di gioie, di preghiera, dove però non sono mancati i momenti faticosi, i deserti, le prove: ma non ho mai dubitato che l’Associazione Europea Amici di San Rocco fosse la famiglia che Dio aveva pensato per me. Grazie alla preghiera siamo sempre risorti ad ogni ostacolo, convinti che la vita è un cammino nel quale Dio ci lascia liberi di abbracciare il suo amore.
L’ evento che andremo a vivere il 21 ottobre a Roma è un richiamo allo scorrere della nostra vita, alla ricerca del bene e a spogliarci del nostro egoismo per offrirci come i santi ai fratelli bisognosi in nome di Cristo; il quale “Si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà. Infatti la povertà di Cristo è la più grande ricchezza dell’uomo perché in essa si esprime la condivisione di Dio con la nostra natura umana”, come ci ricorda papa Francesco nel messaggio quaresimale di quest’anno.
Siamo chiamati a guardare come San Rocco, le miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e ad operare per alleviarle. La miseria dell’uomo non è la povertà, ma il vivere senza solidarietà e senza speranza. Papa Bergoglio nel suo messaggio distingue tre tipi di miseria: la miseria materiale, quella più evidente quando non si ha lavoro, possibilità di accedere ai beni primari e di crescere culturalmente . La miseria morale, ancora più preoccupante: tante famiglie si rovinano perché soggiogate dall’alcol, dalla droga, dal gioco, dalla pornografia. Infine la miseria spirituale, che ha nel Vangelo la sua cura.
Il cristiano è chiamato in nome di Cristo a portare in ogni ambiente l’annuncio della Misericordia di Dio, cioè che esiste il perdono gratuito e che Dio è più grande di qualsiasi peccato .
Occorre annunciare con gioia la grazia del perdono, affinché l’annuncio della salvezza sia credibile. In realtà l’uomo ha bisogno di trovare ristoro nella sua vita, perché tutto ciò che il mondo offre non può colmare quella felicità a cui aspira il cuore umano.
“Solo chi ha creato l’uomo può renderlo felice”, diceva Sant’Agostino.
Non resta che abbandonarci tra le braccia di colui che gratuitamente ha steso le braccia sulla croce per la nostra redenzione perché solo comprendendo l’amore supremo di Cristo immolato per ognuno di noi sperimenteremo la vera gioia che ci condurrà, il mattino di Pasqua, alla grazia di risorgere a vita nuova e di testimoniare, come San Rocco e i santi ,l’immensa misericordia di Dio per l’umanità.
Sarà bello ritrovarci ancora a Roma come San Rocco essere pellegrino e portare il nostro omaggio al successore di San Pietro Papa Francesco .
www.amicidisanrocco.it
Vostro
Fratel Costantino