Nell’ultimo giorno di carnevale l’Adorazione solenne delle Quarant’Ore
Nel cuore della città, una presenza orante, discreta, sostanziale, lunga tutta la giornata, nella chiesa di S. Antonio di Padova in Cassino. E’ l’adorazione solenne delle Quarant’Ore, svolta il 28 febbraio, proprio nell’ultimo giorno di carnevale. E’ come un cuore pulsante e protettivo che garantisce alla comunità cittadina, in gran parte presa dal divertimento e dalle intemperanze tipiche del mascherarsi, del fare scherzi, del mangiare, una sorta di tutela, di copertura, di “raccomandazione” al Padre comune. Un prendersi cura di tutti quando tutti o quasi sono portati a distrarsi dalle cose importanti e serie.
E’ iniziato alle 7,45 con la Messa mattutina e l’esposizione del Santissimo Sacramento, che è rimasto fino a sera, con ampio spazio per la preghiera personale e con momenti di preghiera comunitaria. E la chiesa non è rimasta mai vuota e sguarnita, a tutte le ore ci sono state persone che si intrattenevano a parlare con il Signore. Lode, invocazione, ringraziamento, supplica, c’era tutto questo nella preghiera silenziosa o sussurrata dei singoli e certamente c’erano le persone care in quel parlare, le situazioni difficili sul piano di relazioni, di famiglia, di salute, di lavoro, di economia ma sicuramente vi entravano anche situazioni più grandi, allargando il giro d’orizzonte all’Italia, all’Europa, al mondo, ai fatti di cronaca e alle questioni di attualità più preoccupanti. Solo lì, in quel colloquio cuore a cuore con Gesù Sacramentato, quelle spine diventavano rose e si riacquistava fiducia e forza per affrontare le difficoltà della vita quotidiana.
C’erano poi i momenti di preghiera comune, guidati dal parroco Don Benedetto Minchella o dal suo vice, Don Gabri: al mattino, subito dopo la Messa, le Lodi, a mezzogiorno l’Angelus e l’Ora Media, alle 15 la Coroncina della Divina Misericordia e infine alle 18 il Santo Rosario, recitato con calma, con canti mariani, con lettura di brevi brani del Vangelo inerenti ai vari misteri su cui si meditava, con le litanie cantate e con tanta partecipazione da parte di una folla di fedeli che andava via via aumentando. Al termine del Rosario, prima della reposizione del Santissimo, solenne Benedizione Eucaristica, impartita da Don Benedetto che ha percorso tutta la navata fino in fondo alla chiesa, perché a tutti i presenti arrivasse vicino Gesù a benedire.
Infine, alle 19,00, come di consueto, la Santa Messa, calda di partecipazione, tra i canti guidati da Francesco Paolo e l’organista Alessia Zinetti, in una chiesa affollata di fedeli che avevano ormai riempito tutti i banchi. Ed era carnevale! Fuori impazzava la festa, c’era stata la sfilata di carri, maschere e gruppi di ragazzi in vena di “scherzi” e le strade e i marciapiedi erano ormai ricoperti di coriandoli, schiuma, uova, cartacce… Forse starsene dentro a pregare era un modo per isolarsi e starsene in pace, “fuori dal mondo”? No, non lo era. Chi era dentro, si portava nel cuore quelli che erano fuori. Quei gridi che talvolta giungevano dentro la chiesa e quei coriandoli che pure si vedevano sul pavimento, erano il simbolo che il “mondo” di fuori era in realtà “dentro”, le persone in preghiera non erano in fuga dal mondo ma pregavano per il mondo.
Adriana Letta