Il Te Deum nella Concattedrale di Cassino

Messa presieduta dal Vescovo Gerardo Antonazzo, importante e forte l’omelia, sentito e partecipato il canto del Te Deum

L’ultimo giorno dell’anno a Cassino, secondo tradizione, si è celebrata nella Chiesa Concattedrale la S. Messa con il solenne Canto del Te Deum, per ringraziare Dio di tutto ciò che ci ha donato nel corso dell’anno trascorso ed è intervenuto anche quest’anno il Vescovo diocesano Gerardo Antonazzo. A concelebrare con lui il Vicario della Zona pastorale di Cassino Don Nello Crescenzi ed i Parroci della Zona, che hanno fatto solenne ingresso in chiesa, preceduti dai ministranti e dal diacono Luigi Evangelista.

Le letture liturgiche erano quelle della solennità di Maria SS. Madre di Dio che si celebra il 1° gennaio, Giornata Mondiale della Pace. Molti, quindi, oltre al ringraziamento espresso dal Te Deum, i motivi di riflessione che il Vescovo Gerardo ha sottoposto all’attenzione dei presenti. In primis, la divina maternità di Maria, “Madre di Dio”. E’ lei che con il suo Sì ha reso possibile a noi oggi celebrare il mistero del Natale. Mons. Gerardo si è soffermato sul tema della filiazione: Gesù da sempre è figlio, Figlio di Dio che ha voluto condividere con noi la natura umana, vivendo così anche una filiazione umana, infatti era sottomesso a Maria e Giuseppe. Anche noi, ha fatto notare, viviamo la relazione di filiazione a cui, all’interno della famiglia, è legata quella della fraternità e – speriamo! – quella della generatività. E’ molto importante il rapporto genitori-figli che, se fa vivere un’esperienza di filiazione veramente significativa, aiuta i figli a crescere non solo in età, ma soprattutto in sapienza e grazia. La relazione di fraternità nella famiglia genera apertura alla condivisione, al servizio, alla collaborazione, valori che la famiglia insegna naturalmente, se le relazioni sono positive. Quando si vive in una famiglia felice, si desidera poi “fare famiglia”, si diventa cioè generativi, ma quando si ha alle spalle un’esperienza non serena o di sofferenza, si ha paura e ci si tira indietro, come fanno oggi molti giovani.

Il desiderio di fare famiglia, ha continuato Antonazzo, si estende anche alla più grande famiglia umana, per far diventare famiglia anche gli amici, la società circostante, favorendo i rapporti tra persone: è l’esperienza delle associazioni di volontariato, del fare qualcosa per gli altri perché vivano un’esperienza positiva.

Il solo volontariato però non basta a fare giustizia per restituire ai più deboli una condizione migliore rispetto alle loro difficoltà. La Costituzione Italiana, all’art. 3, dice: «… È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese» e dunque la presenza operativa di corpi intermedi, secondo il principio della sussidiarietà sostenuto anche dalla Chiesa, è necessaria e positiva. A questo punto, il Vescovo si è riferito al Messaggio che Papa Francesco per questa 52ª Giornata Mondiale della Pace ha scritto affrontando il tema della politica, dal titolo “La buona politica è al servizio della pace“, che tutti dovrebbero leggere.

Leggi qui il Messaggio del Papa

Nel suo Messaggio il Papa afferma che carità e virtù umane devono essere per una politica al servizio dei diritti umani e della pace. Inoltre riporta le otto “Beatitudini del politico” proposte dal Cardinale vietnamita François-Xavier Nguyễn Vãn Thuận, morto nel 2002, che Antonazzo ha letto per intero e che fanno molto meditare. Poi si è rivolto alle autorità civili presenti e all’Amministrazione comunale, “che hanno pochissimi mezzi per poter intervenire sui grandi problemi di ordine economico e sociale”, dicendo che i problemi della gente sono drammatici, che la mancanza di lavoro è un problema importante, che non bisogna aspettare le rivolte sociali per intervenire, sono problemi seri che riguardano tutti e feriscono profondamente moltissime persone; la nostra realtà istituzionale “faccia udire la propria voce ai piani alti, a chi di responsabilità ne ha molte molte di più, perché possa, secondo la Costituzione, veramente rimuovere gli ostacoli che impediscono la libertà e l’uguaglianza dei cittadini“. Possa dunque venire qualche risposta come “progressiva soluzione” ai problemi e possano crearsi legami fraterni tra tutte le persone.

Parole importanti, quelle del Vescovo Gerardo Antonazzo, in perfetta sintonia con quelle di Papa Francesco. Non mancheranno risonanze e commenti sugli organi di informazione, che d’altronde sono iniziati subito, come negli ambiti politici. L’importante e urgente è che tutti, a tutti i livelli, si decidano a vivere con uno spirito di fraternità per costruire un mondo di pace vera.

Al termine della Messa, il Vescovo ha intonato il Te Deum Laudamus, inno di ringraziamento al Signore in cui il cristiano, con animo grato, riconosce come benefici e opportunità tutti gli accadimenti e gli incontri, anche quelli meno facili e lieti, che Dio ha permesso che gli accadessero nel corso dell’anno.  Il Coro parrocchiale che ha animato tutta la liturgia ha sostenuto il canto dell’assemblea dei fedeli presenti. Solo alla fine, dopo la benedizione conclusiva, gli auguri di buon anno, i saluti, gli abbracci fra tutti.

Adriana Letta

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