Domenica delle Palme nella parrocchia di San Pietro Apostolo a Cassino

Grande partecipazione alla processione dal cortile dell’Oratorio in chiesa e alla Celebrazione Eucaristica

La domenica che precede la Santa Pasqua, la cosiddetta domenica delle Palme, ci introduce alla Settimana Santa, con la quale siamo chiamati a ripercorrere con Gesù i momenti culminanti della sua passione e morte, fino a giungere, con un cuore rinnovato, alla sua Risurrezione. Non è solo un momento importante, ma è la sorgente di tutte le altre celebrazioni dell’anno liturgico, perché tutte infatti si riferiscono al mistero della Pasqua. È la settimana che racconta il grande amore e la grande fedeltà di Dio Padre che ci dona suo Figlio Gesù; vivendo la sua passione, non solo guarda alla povertà di noi uomini peccatori allo sbando, ma se ne fa carico riportandoci, attraverso la sua morte in croce, in vita.

In questa domenica delle Palme, dove si fa memoria dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme e della sua passione, anche noi della parrocchia di San Pietro Apostolo in Cassino, come ogni anno, abbiamo rivissuto quel momento, con la consueta processione, presieduta dal parroco Mons. Fortunato Tamburrini, partita dalla statua di don Bosco, situata nel cortile dell’Oratorio, fino in Chiesa. Qui tantissimi fedeli e i tanti bambini e ragazzi del catechismo, come 2000 anni fa, agitando i rami di ulivo, hanno osannato e cantato lode a Gesù, il Cristo, il Re della nostra vita, fino all’ingresso in Chiesa, dove subito è iniziata la seconda parte della liturgia, con la lettura dei brani del giorno e della Passione di Gesù.

Già dalla prima lettura, il Profeta Isaia ci fa capire che indurire la faccia di fronte ai persecutori non è un fatto di durezza di cuore, ma è la consapevolezza che quanto Dio ci ha chiesto va portato a compimento, costi quel che costi, anche se ciò dovesse richiedere la vita; ma è anche la consapevolezza che ha Gesù nella sua missione negli ultimi giorni della sua vita terrena! Gesù sa cosa si muove attorno a lui, conosce tutte le macchinazioni degli empi, il tradimento dei suoi amici, la solitudine che ne deriverà, ma va avanti per la sua strada senza fermarsi. Proprio perché Egli ha indurito la sua faccia noi abbiamo ottenuto il perdono dei peccati e la salvezza!

Gesù è diventato uomo accettando tutte le conseguenze che ciò ha comportato, non possiamo che restare senza parole quando riflettiamo su questo mistero d’amore; non c’è umiliazione più grande, per noi uomini del peccato. Gesù ha vissuto l’umiliazione di abbassare la sua divinità affinché noi potessimo essere innalzati alle sublimi altezze del cielo. Quando non riusciamo a capire la gravità del peccato e le sue nefaste conseguenze, dovremmo provare anche solo a rileggere quelle righe della passione di Gesù, ci accorgeremmo quanto siamo costati al Figlio di Dio e ci servirà per prendere sul serio il suo amore per noi.

Ciò che avviene qualche istante prima della morte di Gesù è davvero emblematico. Cosa ha compreso il ladrone che stava lì sulla croce ed è stato crocifisso con Gesù? Ciò che sappiamo è che gli ebbe il coraggio di chiedere ciò che forse nessuno di noi avrebbe osato chiedere: il regno dei cieli. Egli ha capito che nel cuore di Dio in quel momento abitava un solo desiderio, quello di salvarlo, per condividere la gioia del suo regno, una gioia che non gli viene donata per i suoi meriti né per la sua fedeltà; quel ladrone peccatore ha avuto il coraggio di fidarsi di Gesù anche se in quel momento aveva ben poco di attraente e non sembrava affatto un Re.

Se solo avessimo anche noi questa fiducia illimitata nella persona di Gesù, nella sua potenza, riusciremmo ad ottenere grandi grazie, come quelle ottenute dal ladrone e tutti coloro che si sono affidati e fidati di Gesù.
Quindi, nel giorno delle Palme, gratitudine e ringraziamento è l’atteggiamento migliore per celebrare l’amore che Gesù ha avuto per ognuno di noi fino alla consumazione della sua vita.

Aurora Capuano

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