Un giorno di Grazia per Cassino e per tutta la Diocesi
Un senso di attesa, di emozione, di festa, di gioia comune e fraterna riempiva la Chiesa Madre di Cassino il pomeriggio di giovedì 21 per il grande evento che stava per compiersi: l’Ordinazione Presbiterale di due figli di Cassino, Don Cristian Di Silvio e Don Giuseppe Rizzo, quei ragazzi che la comunità di Cassino accompagna da anni con l’affetto e la preghiera ed ora hanno compiuto il loro percorso di formazione.
Un’ora prima dell’orario le navate erano già piene di persone che sentivano il bisogno di “esserci”, per partecipare ad un momento speciale di grazia. Fermento per gli ultimi preparativi, pronta ormai l’apparecchiatura per la diretta streaming tv della Pastorale Digitale che, grazie al responsabile Francesco Marra e al suo staff, costituito dai familiari, avrebbe permesso a molte persone lontane di seguire lo svolgimento come se fossero presenti personalmente. Pronti i fotografi, pronta la responsabile per la diretta twitter e facebook, Aurora, per far sì che le persone unite per un’occasione così importante fossero molte di più delle pur numerosissime che gremivano la chiesa, e che le immagini restassero come ricordo perpetuo. Pronti i ministranti, i lettori, i ragazzi del servizio d’ordine, pronto il Coro “S. Giovanni Battista Città di Cassino” diretto da Fulvio Venditti, per animare la liturgia e sottolineare con la bellezza del canto i sentimenti di fede e di affetto che pervadevano tutti. Pronte le autorità, il Sindaco di Cassino Giuseppe Golini Petrarcone ed i sindaci dei comuni dove attualmente prestano il loro ministero i due ordinandi. Pronti, da che tempo!, i genitori ed i familiari, emozionatissimi e felici, contornati dall’affetto di tutti con abbracci, auguri, strette di mano.
Quando la processione di ingresso si è mossa dal portone della Curia per attraversare la piazza ed entrare in chiesa, è stato un momento importante, prendeva inizio l’attesa celebrazione. Aperta dalla Croce portata dai ministranti, una lunga, lunghissima teoria di bianche vesti dei cento Sacerdoti concelebranti ha riempito gli occhi e la chiesa e i due giovani, Cristian e Giuseppe, emozionati, concentrati e felici, hanno fatto il loro ingresso tra gli sguardi e i sorrisi dei presenti, mentre il Coro intonava possente il “Lauda Sion”. Emozione palpabile per tutti, anche per il Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo, per il quale ricorreva il 3° anniversario della sua entrata come vescovo nella allora diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo, ed è stato il Vicario generale Mons. Fortunato Tamburrini a porgergli a nome di tutti il grazie sentito della comunità diocesana, oggi ben più ampia rispetto al 2013, e gli auguri, all’inizio della celebrazione. Questa ha preso il suo corso fino a quando, dopo la liturgia della Parola, è iniziata quella dell’Ordinazione con la chiamata e la presentazione dei due ordinandi, fatta da Don Fortunato, che ha attestato che sono “degni di essere ordinati presbiteri”. Essi hanno fatto risuonare forte e chiaro il loro “Eccomi”.
Nell’omelia (Vedi qui) il Vescovo Gerardo, rivolto a D. Cristian e D. Giuseppe, ha affermato: “il Signore opera ancora una volta e di più nella vostra vita: dopo aver redento anche la vostra vita nell’evento battesimale, ora la consacra, la conforma a Cristo, servo della Chiesa e dell’umanità e suo Pastore”. Poi, rifacendosi alle letture liturgiche, ha tracciato un quadro stupendo del Sacerdote e ha detto con forza: “La Parola della vostra Ordinazione da questa sera sarà la vostra Carta Costituzionale come presbiteri, a cui fare sempre riferimento, soprattutto nei momenti di prova e difficoltà”. Come ha fatto con Davide, ha continuato, Dio non guarda alle apparenze ma al cuore: questo è il prete, un uomo scelto “secondo il cuore di Dio”, il Dio Pastore, che “porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri”. Cor Pauli cor Christi diceva S. Giovanni Crisostomo di S. Paolo: così fu per Davide, così è per il prete: il cuore del prete è il cuore di Cristo e viceversa. Così deve diventare il cuore del prete, il cuore di Cristo che vive, batte, ama nel cuore del prete. Davide, pur scelto da Dio, peccò anche gravemente, poi si pentì e fu perdonato, per cui esulta nel salmo 50.
Altro modello per il prete indicato dal Vescovo, è Giovanni Battista: per la gioia con cui sussulta, esulta, danza all’incontro con Gesù ancora nel grembo materno; per essere stato “nel deserto”, fatto di silenzio, ascolto, raccoglimento, preghiera, discernimento e infine decisione; per aver predicato e annunciato a voce alta, con coraggio, onestà, coerenza; per la correttezza con cui non cavalca il successo ma addita il Cristo come vero Messia: Non sono io il Cristo!, indicando la presenza del Signore e aiutando gli altri a riconoscerla. Come deve fare il prete.
L’ultimo, bellissimo passaggio dell’omelia Antonazzo l’ha dedicato al Cenacolo, di cui i sacerdoti sono figli. Sono nati lì quando Gesù ha detto “Fate questo in memoria di me”, intendendo non solo la benedizione del pane ma anche la lavanda dei piedi. Benedire, celebrare, lavare, servire, essere servi di tutti, essere ultimi, anche umiliati: “questa è la regola, la storia del Cenacolo, noi non abbiamo altri luoghi da abitare se non il Cenacolo, è lì la nostra fecondità spirituale”. In esso ci può essere anche (come allora ci fu Giuda) la debolezza, la tentazione, il ripensamento, ma il Signore ci libera. “Noi nasciamo nel Cenacolo ma non rimaniamo nel Cenacolo”, ha continuato, “dopo il Cenacolo non si arriva subito al mattino di Pasqua, c’è il Gestsemani, il momento delle nostre solitudini, amarezze, è lì che il Signore fortifica la nostra missione con l’unzione del dolore e della sofferenza e con questa unzione potremo entrare nel sepolcro vuoto e annunciare con gioia che Cristo è risorto”.
Dopo questa riflessione alta e coinvolgente, è giunto il momento solenne dell’Ordinazione Sacerdotale. Don Giuseppe e Don Cristian, interrogati, hanno pubblicamente assunto tutti gli impegni e le promesse del presbitero con il loro “Sì, lo voglio, con l’aiuto di Dio, lo voglio” poi si sono prostrati a terra ai piedi dell’altare, mentre il Coro intonava le litanie. Al canto del Veni Creator Spiritus, prima il Vescovo e poi tutti i sacerdoti presenti, hanno imposto le mani sul capo dei due ordinandi per invocare lo Spirito Santo ed il Vescovo Gerardo ha pronunciato la solenne Preghiera di Ordinazione, a cui sono seguiti i riti esplicativi: la vestizione con gli abiti sacerdotali, l’unzione crismale delle mani, la consegna del pane e del vino e finalmente l’abbraccio e il bacio di pace ai neo-presbiteri, prima del Vescovo e poi di tutti i confratelli. Momento lungo e colmo di affetto, di gioia, di emozione. Don Cristian e Don Giuseppe erano ormai Sacerdoti! Perciò, nella liturgia eucaristica sono stati all’altare insieme al Vescovo e ai due Vicari generali ed hanno partecipato, per la prima volta, alla consacrazione del pane e del vino.
Terminata la celebrazione, è stato Don Cristian a prendere la parola, con emozione e con simpatia, per ringraziare, anche a nome di Don Giuseppe, tutti coloro che li hanno seguiti in questi anni, dalla famiglia, al vescovo, ai Sacerdoti e a tutti, formatori e amici.
Un giorno memorabile, ricco di Grazia, non solo per Cassino ma per tutta la Diocesi. Un giorno di cui rendere grazie a Dio dal profondo del cuore, continuando ad accompagnare questi e tutti i Sacerdoti con la preghiera.
Adriana Letta
Foto di Alberto Ceccon e calendario delle Prime Messe dei neopresbiteri
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