Incontro con gli studenti del Liceo Scientifico di Cassino
Di sicuro la mattinata scolastica del 23 settembre 2016 non la dimenticheranno più i numerosi studenti dell’ultimo anno del Liceo Scientifico “G. Pellecchia” di Cassino. E probabilmente neppure i loro docenti e neppure le autorità presenti e gli invitati. Una mattinata diversa dal solito, senza lezioni in classe, ma tutti riuniti insieme per un incontro. Una mattinata in cui il tempo scorre leggero e non ci si accorge delle ore che passano, perché si sta bene, ci si diverte, si ride, ma sotto c’è ben altro. C’è qualcosa di serio e di vero che ti entra dentro e ti lavora nel cuore e nella mente, ti stimola a pensare e a riflettere anche dopo che l’incontro è finito, che ti fa apparire chiara e lampante la verità della vita, anche della tua vita, e che ti ha instillato in profondità una voglia di cose grandi, nuove e pulite, di spendere la tua vita in modo giusto e generoso, senza mezze misure o ipocrisie. C’è chi lo fa con coerenza e con la massima naturalezza e non riesci più a dimenticare quell’esempio trascinante.
Ad operare questa specie di “sortilegio” è stato Don Luigi Merola, il quale, con la sua simpatia e comunicativa, ha raccontato la sua esperienza di prete, che non vuole essere etichettato come “anticamorra” perché è il fatto stesso di essere prete che lo pone in antitesi alla malavita. E lo ha fatto a modo suo, per prima cosa chiedendo di poter scendere dal palco dove era preparato il tavolo per il “relatore” e collocarsi davanti all’uditorio, al suo stesso livello, poi coinvolgendo parecchi ragazzi per “mimare” alcuni episodi che andava raccontando della sua vita. E questo, unito a qualche battuta in napoletano, gli ha conquistato immediatamente l’apprezzamento, vorremmo dire incondizionato, dei ragazzi e l’attenzione massima. Ogni tanto lanciava messaggi ben precisi, senza mezzi termini: la differenza tra alzarsi, che significa semplicemente cambiare posizione da orizzontale a verticale, e svegliarsi ogni mattina, cioè essere presenti a se stessi e al contesto intorno; la necessità di essere cittadini attivi, senza chiudere occhi e orecchi fingendo di non capire e non sapere; l’importanza di leggere, studiare e approfondire, di stare lontano dalla droga, dall’alcool, dal fumo che, creando dipendenza, rendono schiavi senza più dignità, l’importanza di avere fede, di fare qualcosa per aiutare gli altri.
Don Luigi di esperienza ne ha tanta. Di fatto si trova ad operare in un contesto sociale difficile e degradato, dove la delinquenza organizzata vuole dettare legge e dove l’emergenza educativa è drammatica. Basti pensare che nella struttura, la storica “Villa di Bambù” confiscata alla criminalità organizzata e data in comodato d’uso gratuito dal Comune di Napoli alla sua Fondazione, ‘A Voce d’’e creature Onlus, i bambini che vi vengono accolti giornalmente hanno per la maggior parte un genitore in carcere. Don Luigi va avanti, toglie dalla strada centinaia di ragazzi e, insieme ai numerosi collaboratori ed educatori volontari, offre loro la possibilità di trascorrere ore serene e costruttive, lontano dai pericoli e dedicandosi non solo al recupero scolastico ma anche ad attività varie: teatro, danza, musica, informatica, sport, fotografia, videomaker. Quindi, si va dai progetti di contrasto alla dispersione scolastica a quelli di formazione alla cittadinanza attiva, dai servizi assistenziali alla formazione in vista di una collocazione occupazionale futura. Passando attraverso lo stare insieme in modo sano e divertente, il coltivare l’amicizia e la solidarietà.
Di fronte a tanti stimoli, i ragazzi, che avevano letto l’ultimo libro di Don Merola, “La camorra bianca“, hanno avuto modo di rivolgergli domande, a cui ha risposto sempre con la stessa verve entusiasmante. A rappresentare le istituzioni, e quindi la legalità, erano presenti numerose autorità, militari, civili e religiose, tra cui hanno preso la parola il Prefetto di Frosinone, dott.ssa Emilia Zarrilli e il Sindaco Carlo Maria D’Alessandro, esprimendo grande apprezzamento per l’iniziativa. In particolare il Vescovo Gerardo Antonazzo, nel ringraziare Don Luigi Merola, ha raccomandato i grandi valori racchiusi nella Costituzione e nel Vangelo, concordi su tutto ciò che rispetta la dignità della persona umana; la legalità, ha detto, è una forma laica della misericordia. Ha poi additato la coerenza, che si ottiene con lo studio e l’esempio ed infine il coraggio, che non si studia, ma che si può apprendere dal vissuto di persone come Don Luigi, che dimostra che avere coraggio è rischioso ma è bello. Don Luigi, ha osservato infine, dice di non essere un’eccezione: è la punta di un iceberg che affiora, ma sotto c’è una grande massa nascosta, fatta di molti preti, di laici, di giovani che credono e che sono una risorsa enorme. Hanno, anzi abbiamo, bisogno di esempi per imparare ad avere un po’ più di coraggio.
Il Dirigente scolastico del “Pellecchia”, prof. S. Salzillo, al termine, nel consegnare all’ospite una targa con il logo del Liceo Scientifico cassinate, ha subito accolto l’invito di Don Luigi promettendo di andare a trovarlo con gli studenti per incontrarlo di nuovo e vederlo all’opera.
No, un incontro così ricco non si può dimenticare. Resterà nella mente e nel cuore grazie anche a quella “dedica” (non semplice “autografo”!) che Don Luigi volentieri ha scritto sulla copia del libro a chiunque lo desiderasse.
Adriana Letta