Domenica 17 gennaio 2016 resterà una giornata indimenticabile per la memoria degli aquinati. Infatti ricorreva il quarantaduesimo anniversario dell’elevazione della Chiesa Concattedrale della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo alla dignità e al grado di Basilica minore. Proprio in occasione di questo importante avvenimento è stata inaugurata la Sala Giovenale, il teatro della diocesi, che verrà utilizzato per le attività culturali patrocinate dalla Curia.
Alle ore 11:00, nell’imponente e massiccia cornice della Basilica, si è tenuto il Solenne Pontificale officiato dal Vescovo S.E. Mons. Gerardo Antonazzo. Una celebrazione raccolta, sentita e partecipata, animata dalla corale parrocchiale “Laus et iubilatio”. Nell’omelia il Vescovo Gerardo, riprendendo la prima lettura, ha sottolineato come il profeta Isaia dà voce a Dio, il quale manifesta la profondità del Suo cuore verso di lui: “Come lo sposo gioisce per la sua sposa, così il tuo Dio gioirà per te”; un messaggio azzardato paragonato ad un amore giovanile. Benedetto XVI, nell’enciclica Deus caritas est, dice che si tratta di un linguaggio talmente espressivo che ci aiuta a comprendere in termini concreti l’amore di uno sposo per la sua sposa e con altrettanti riferimenti la passionalità di Dio per noi. Così comprendiamo la lettura del Vangelo e il motivo per cui Gesù ha voluto partecipare al banchetto nuziale a Cana. Partecipando al banchetto, Gesù ha confermato la certezza di come Dio ci ama. È la terza epifania di Gesù dopo quella ai Magi e nel Battesimo al fiume Giordano. Il Vescovo ha, poi, focalizzato la sua attenzione sul titolo di Basilica, riprendendo la lettera di San Paolo. Il titolo di Basilica non è un titolo onorifico ma di responsabilità maggiore nel vivere una più profonda comunione con Pietro: il papa; una comunione che significa esemplarità nel vivere il mistero della comunità cristiana, che deve essere ancor più viva all’interno di una parrocchia che gode del titolo di Basilica applicato alla propria chiesa oltretutto anche Concattedrale; ciò significa che la stessa comunità parrocchiale è tenuta ad una maggior responsabilità nel vivere la bellezza della parrocchia come modello di chiesa la cui forza è la comunione. San Paolo fa riferimento alla comunione proprio come il copro umano che ha bisogno di tutte le membra pensate per le funzionalità diverse, ma tutte necessarie. Così la parrocchia all’interno della quale ognuno di noi, con il battesimo, sa di occupare un posto importante. Il Pontificale si è concluso in preghiera e in raccoglimento.
Il Vescovo, il parroco e tutti i ministri dell’altare si sono spostati con tutto il popolo di Dio verso la Sala Giovenale per la benedizione. Dopo il rituale taglio del nastro, la cerimonia di benedizione si è svolta all’interno. Innanzitutto il sindaco della Città di Aquino dott. Libero Mazzaroppi ha salutato tutta la comunità e ha, con commozione, effettuato un excursus della Sala Giovenale, il vecchio cinema parrocchiale di Aquino, che alcuni anni dopo la fine della guerra, l’Arciprete parroco della Basilica Cattedrale Don Battista Colafrancesco fortissimamente volle per avviare quella grande opera culturale e formativa anch’essa necessaria per ricostruire il paese e la collettività aquinate. Il locale per il cinema, molto modesto a ripensarci oggi, ma che allora sembrava qualcosa di inarrivabile, fu quello al piano terra del seminario diocesano nella via che oggi porta il suo nome, non più utilizzato come tale, lo stesso dove poi nacque anche “l’asilo infantile”. Generazioni di aquinati si formarono in quel locale sempre pieno di bambini e adolescenti “sognanti”, e nel cortile attiguo, dove la platea si trasferiva in estate col caldo, in quella che fu chiamata “arena del nespolo” per la presenza di un albero di nespolo appunto. Lì per molti anni, si susseguirono le vicende dei melodrammi strappalacrime di Yvonne Sanson e Amedeo Nazzari, e le vicende e le immagini del mondo attraverso alcuni notiziari. Col passare degli anni però, don Battista si rese conto che quel locale non bastava più, e allora riuscì a realizzare un struttura completamente nuova, proprio di fronte al nuovo “asilo infantile”. Alla sala fu dato il nome di “Sala Giovenale” per i naturali rapporti fra l’insigne autore latino, nato ad Aquino, e la destinazione della sala stessa a spettacoli di ogni genere.
Don Battista riuscì a costruire questa sala grazie al contributo del Ministero del Lavoro e della Massima Occupazione dei cantieri scuola. La sala fu inaugurata il 19 marzo 1967; vi era annesso anche un piccolo bar funzionante nelle serate di spettacolo: giovedì, sabato e domenica. Il suo scopo era stato uno solo: moralizzare lo spettacolo, offrendo alle famiglie di Aquino film visibili da tutti ed avere una sala per tutte le manifestazioni sociali, religiose e culturali riguardanti la stessa comunità. Come sappiamo, però, i cinema erano destinati a scomparire nei piccoli centri, e la stessa sorte toccò anche al cinema parrocchiale. Naturalmente il locale non fu chiuso perché continuò il suo servizio di struttura religioso-culturale-ludica, sempre al servizio della collettività aquinate. Vi si svolsero anche diverse edizioni del “premio san Tommaso” curato dall’Amministrazione comunale, fino a vedere nel 1992, addirittura la presenza dell’allora Presidente della Repubblica in carica Francesco Cossiga. Riapre adesso con altrettanti progetti ambiziosi, secondo lo spirito e le intenzioni di chi quella struttura volle con fortissima determinazione. Il Vescovo, evidenziando la posizione strategica di Aquino in un punto baricentrico per la Diocesi, vede nella Sala Giovenale una struttura provvidenziale per la vita della comunità diocesana e un punto di irradiazione per tante attività di ogni genere, anche da parte di associazioni culturali che potranno esprimere al meglio le varie potenzialità e risorse. Il 25, 26 e 27 gennaio prossimi ospiterà il III seminario Teologico-Pastorale “Misericordia: Architrave della Chiesa”. Questo convegno, come ha detto il Vescovo stesso, non poteva svolgersi altrove. Aquino: Città di San Tommaso, Dottore della Chiesa e principale pilastro teologico e filosofico della Chiesa cattolica. Come aveva già affermato Paolo VI quando visitò la Città di Aquino il 14 settembre 1974: “Questa città, è troppo celebre, perché noi potessimo trascurare di farvi almeno una breve sosta per onorarla e incontrare nella sua sede il vescovo, i sacerdoti, i fedeli, e anche le autorità civili di Aquino. Abbiamo visitato con grande venerazione Fossanova, dove è morto san Tommaso. Adesso visitiamo con non minore devozione la Città che a san Tommaso dà il suo titolo e si rende celebre in tutto il mondo e direi in tutta la storia, in tutta la cultura: Aquino![…] Dove, se non ad Aquino, lo studio della nostra religione, anche nella forma elementare e popolare con cui lo presentiamo, ma forma necessaria e sapiente, dove deve essere tenuto in onore, e deve essere compiuto da tutti con particolare impegno? Se non siete fedeli voi, agli insegnamenti e all’eredità di sapienza, di studio e di comprensione della Rivelazione di Dio di cui il maestro Tommaso è stato testimone e diffusore, chi lo deve essere? Se non siete voi i primi discepoli di san Tommaso d’Aquino, gli altri, che possono dire?”
Andrea Marinelli